Un breve commento alla nota “ Demagog* - Messaggio 47888 del 25.10.2012, 14:24 Provenienza: Campo a domanda risponde..” in quanto è una delle poche a non disprezzare quanto afferma il sottoscritto sul problema idrico dell’Elba. Vorrei far rilevare la grande similitudine che io intravedo tra l’Isola d’Elba e la mia città VENEZIA—MESTRE. Sembra impossibile ma hanno molto in comune. Tutte due possiedono delle grandi qualità proprie che, sia pure in modo diversificato, dovrebbero da sole bastare a farle primeggiare sul resto del mondo e se ciò non accade, a mio parere, lo si deve in gran parte ad un difetto gravissimo: l’improvvisazione che regna sovrana nelle decisioni piccole e grandi. Ad esempio nel settore delle opere pubbliche, che è quello che conosco meglio, qui a Venezia si stanno improvvisando le cose più astruse e ne indico qualcuna: un nuovo sistema tramviario già funzionante ma del quale non si sa ancora quali saranno le aree servite e nel frattempo è fermo perché stanno cedendo i (benché nuovi) cavi di alimentazione elettrica, un nuovo ponte progettato da un grande che oltre a rappresentare una enorme spesa di costruzione e di esercizio ha le spalle che cedono in continuazione, come del resto era esattamente previsto prima che iniziassero i lavori, e richiedono continue e costose messe punto con i martinetti. Nel campo acquedottistico pensate che si godeva di fonti ricchissime di ottima acqua naturalmente potabile e la si è lasciata ad una primaria ditta che la vende in bottiglia preferendo, per il nostro acquedotto, potabilizzare invece l’acqua del fiume che passa prima attraverso la città di Treviso. Pensate che Mestre è ricca di canali naturali e di bonifica che potrebbero raccogliere ed evacuare benissimo tutte acque di pioggia che vi cadono se non si verificasse invece che tali acque vengono immesse in una fognatura che non è in grado di riceverle e così Mestre è allagata una o più volte ogni anno.
Ed ora, limitandomi al un solo argomento acqua potabile, ecco la similitudine con l'Elba. Tutti sono a conoscenza, per averlo provato sulla propria pelle, quanta acqua piove fuori stagione sull'Elba: tanta da provocare l'allagamento di vaste aree abitate e agricole e da causarvi danni ingenti. Invece d'estate, sia pur per un periodo molto breve, l’Elba va quasi ogni anno in una grave crisi per mancanza d’acqua come quella 2012. Da anni si va brancolando attraverso le soluzioni più fantasiose che vanno dalla costruzione di impianti di desalinizzazione dell’acqua marina ( che sono consigliabili solo dove acqua non ce n’è proprio ) , alla costruzione del raddoppio della condotta sottomarina ( senza tener conto che la Val di Cornia non ce la fa più ad alimentare un territorio così vasto), alla costruzione di pozzi in Isola (senza pensare che manca un bacino imbrifero che sia in grado di alimentarli durante l’estate siccitosa ), alla sostituzione delle condotte ammalorate che perdono il 50% dell’acqua già captata ed arrivata all’Elba ( che costano cifre folli di cui non si può disporre ) e, per ultimo evitando di nominarli tutti, la costruzione di una ventina di laghetti atti ad accumulare l'acqua grezza della pioggia (senza però tener conto che durante il periodo di crisi tale acqua deve essere resa potabile in quantitativi così grandi da non poter essere di fatto realizzati dai normali impianti di trattamento ).
Tutto questo è deciso senza tener conto del dato fondamentale e cioè che la crisi idrica dell'Elba è sì molto cruenta ma è anche di durata molto breve. Si tratta cioè di una punta di consumo molto accentuata ma che si esaurisce molto rapidamente. Per rimediarvi esiste uno e un solo mezzo: disporre di un deposito di un grande quantitativo di acqua potabile pronta ad entrare in rete anche con portate istantanee molto elevate ma brevi. Ripeto che deve trattarsi di acqua potabile avente di per sé tutte le caratteristiche per essere consumata subito dai cittadini e per la cui messa in rete sia sufficiente il solo pompaggio diretto nell’acquedotto. Se invece si tratta di acqua che per essere consumata ha bisogno di essere trattata e per di più se ciò deve avvenire tramite una moltitudine di impianti sparsi in giro per l’Isola sarà estremamente difficile ottenere buoni risultati.
La conclusione è chiara: l’Isola d’Elba come Venezia e come altre città italiane per le quali la programmazione vera, la strategia generale per decidere sulle cose da fare sono soltanto un miraggio, nelle quali ci si sveglia una mattina con un’idea in testa per passare all’indomani con tutt’altra cosa che frulla per la mente, in tutti questi casi non c’è nulla da fare la situazione resta sempre quella che è e, se migliora, lo fa disordinatamente con risultati che, non solo in campo acquedotti stico, sono sotto gli occhi di tutti.
