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X FOSSO BOVALICO da X FOSSO BOVALICO pubblicato il 18 Ottobre 2012 alle 16:21
Buon giorno una semplice risposta....... come mai il ponte della foce rifatto ex novo è stato di fatto "rialzato" rispetto alla luce che aveva l'altro...... semplicemente xchè i fossi di acque pubbliche non si possono più dragare..... ma non siete i ....soli ad avere questi problemi inoltre la cementificazione selvaggia fà il resto sono le normative vigenti che andrebbero"riviste" lagnarsi su questo blog serve a.....poco penso che una petizione dei frontisti del fosso inviata a Livorno faccia più "eco". [SIZE=1]Sicurezza idraulica Dragaggio dei fossi, i Comuni e le istituzioni della Piana pisana: «abbiamo le mani legate, serve una nuova legge» Pisa - 16/10/201 All'Ufficio di Fiumi e Fossi di Pisa si sono riuniti i comuni della piana pisana, le associazioni agricoltori e Navicelli Spa per parlare del rischio idraulico a seguito delle normative vigenti, che di fatto rendono difficile lo scavo degli alvei dei fossi e dei canali e oneroso lo smaltimento dei fanghi di escavazione, con un rischio serio per tutta la popolazione. Interessati soprattutto l'area di Putignano e i comuni limitrofi a Pisa Scopo dell'iniziativa è di far arrivare al Ministero dell'Ambiente una proposta per rendere più agevoli i lavori e tornare ad avere la rete di canali, estesa su tutto il territorio, efficiente e in grado di garantire la sicurezza. Siglato inoltre un protocollo di intesa tra Consorzio di Bonifica e Navicelli Spa per lo scambio di informazioni tecniche tra le due organizzazioni e presentare futuri progetti per il dragaggio dei canali di competenza. Pisa 16 ottobre 2012 - Di fondamentale importanza sono stati i punti trattati nel tavolo di lavoro che si è svolto presso la sede del Consorzio di Bonifica - Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa: le acque che si muovono nel reticolo idrografico del territorio e la manutenzione di questo, e il possibile inquinamento che le acque stesse trasportano e depositano, partendo dalle aree urbane dino alle zone più esterne a vocazione agricole. Il tutto per un territorio che interessa 200mila abitanti. Per un corretto equilibrio idraulico che mantenga in sicurezza tutta la zona è indispensabile la manutenzione dei canali e dei fossi di scolo del territorio, territorio caratterizzato da quote depresse. Il nostro territorio intorno a Pisa vive ancora sostanzialmente delle opere di regimazione delle acque poste in essere da Leopoldo I di Lorena e di quelle realizzate nei primi del ‘900, tra le quali si evidenziano: la rettificazione di fiume Morto con la foce armata, le bonifiche idrauliche definitive del territorio anche mediante gli impianti idrovori, le arginature di molteplici corsi d’acqua. Ma oggi c’è bisogno di implementare le infrastrutture del reticolo idrografico, in parte in conseguenza dell’impermeabilizzazione del territorio. E senza un’adeguata opera di bonifica e pianificazione idraulica, realizzata prima di una pianificazione economica o strutturale, nessuna infrastruttura dovrebbe essere realizzata. In passato i materiali risultanti dall’escavazione venivano depositati lungo le fasce limitrofe al corso del canale. Con l’entrata in vigore del Testo Unico per l’Ambiente, Legge 152 del 2006 questa attività non è più possibile: i fanghi, devono essere trattati tutti come rifiuti, e spesso come rifiuti speciali. Ne consegue che un’attività che prima veniva eseguita come manutenzione ordinaria, adesso deve essere trattata come straordinaria, con conseguente complicazione operativa ed aumento esponenziale dei costi, sia per le analisi che per l’adozione di soluzioni tecniche per lo stoccaggio. Il trattamento dei fanghi di escavazione dei canali urbani e di quelli che scorrono in prossimità dei centri abitati segue già la normativa vigente: i fanghi, denominati tecnicamente "fanghi di dragaggio", dopo le analisi chimico-fisiche nella maggior parte dei casi sono classificati come rifiuto e talvolta speciale da conferire in discarica, con un alto costo di trasporto e smaltimento, mediamente mille euro al metro. Per i canali e i fossi principali, di dimensioni maggiori, i costi aumentano in modo esponenziale. Con l’entrata in vigore della legge, lo stesso iter di smaltimento deve però essere eseguito per i canali a vocazione agricola, con un aumento vertiginoso dei costi, costi che il Consorzio non è in grado di sostenere, e che ricadranno inesorabilmente sui cittadini con aumenti conseguenti del tributo. Di recente è stato emanato da parte del Ministero dell’Ambiente il Regolamento (10 agosto 2012 n. 161) recante la disciplina per l’utilizzazione delle terre e rocce da scavo che contempla alcuni articoli che riguardano lo scavo degli alvei. Tale regolamento apre una possibilità di riutilizzo dei sedimenti, fermo restando tutte le procedure di stoccaggio e trattamento a seconda dei casi. Gli scavi dei canali sono azioni fondamentali perché evitano gli allagamenti e difendono il nostro patrimonio, sia esso pubblico o privato: in caso di evento meteorico superiore alla media o addirittura eccezionale, l’aver effettuato correttamente queste azioni significa la difesa di tutti i cittadini. Ecco le dichiarazioni al termine dei lavori. Marco Monaco, Presidente del Consorzio di Bonifica, Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa: “A termine dei lavori, all’unanimità si è convenuto di produrre un documento, che provvederà a compilare e sottoporre all’attenzione degli invitati per eventuali emendamenti o suggerimenti, sottoscritto e inviato al Ministero dell’Ambiente e Regione Toscana. Oggi è stato siglato il protocollo tra il Consorzio di Bonifica e la Navicelli Spa consente di trasferire bilateralmente le conoscenze tecniche delle due organizzazioni e presentare futuri progetti per il dragaggio dei canali di competenza. Ad esempio sono specializzati nella ricerca dei finanziamenti europei, e quindi per noi è importante per pensare a progetti ed investimenti sul territorio. Noi siamo specializzati nella progettazione idraulica, e in questo caso potranno avvalersi delle nostre competenze”. L’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Pisa, Andrea Serfogli: “Percepiamo anche in ambito urbano la crescente situazione di difficoltà, specialmente nella zona di Putignano, dove è impossibile poter intervenire, anche per il costo di conferimento in discarica che è molto alto. La situazione deve essere affrontata a livello legislativo. Occorre far assumere questa problematica ed inserirla in un decreto legge di prossima adozione. Credo sia possibile farci promotori di nuova proposta quanto prima possibile, perché questa è un’emergenza non percepita ma che porta nel medio periodo a una paralisi. Il problema si può risolvere a costo zero attraverso la soluzione legislativa, ma c’è rigidità di fondo nelle norme europee. Bisogna farci promotori tutti insieme, anche tramite la Regione Toscana, verso il ministero per risolvere la questione. Altre soluzione onerose come le aree di stoccaggio possono essere tenute in considerazione, per qualche situazione l’abbiamo fatto, come con la Navicelli e progetti con l’università e che possono rappresentare il futuro, ma la situazione è gravissima per tutti i versanti, sia quello cittadino che quello agricolo”. Yuri Taglioli, Sindaco di Vicopisano “Dobbiamo adottare un’azione forte per risolvere la questione. Il cittadino percepisce il fosso come un problema di carattere urbano e di decoro urbano, e che è possibile risolvere solo tagliando l’erba, ma non è così. La profondità di alcuni fossi è nettamente fuori norma, a volte anche più alti 50 cm, quindi dobbiamo fare un’azione congiunta per arrivare agli organi affinche’ possano riconoscere lo stato drammatico della situazione, e la mancata gestione del territorio può avere danni ingenti”. Giovandomenico Caridi, Presidente di Navicelli Spa: “Navicelli ha problemi ma meno urgenti di quelli degli altri comuni, e ci occupiamo soprattutto della navigabilità del canale. Abbiamo realizzato due vasche di fitodepurazione, campionamenti, un dragaggio per 50mila m3 e che completeremo per altri 6mila m3, e per l’anno prossimo abbiamo ricevuto un finanziamento di 1,3milioni di euro per il dragaggio del tratto dell’incile. Al contempo abbiamo altre attività innovative, come la fitodepurazione accelerata per il riutilizzo del materiale, e la collaborazione con il dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa per tecniche di sperimentazione. Perché il problema riguarda tutti i settori”. Stefano Berti, presidente di Cia: “È una problematica seria che potrebbe diventare molto grave. Propongo di supportare questa azione che ci riguarda da vicino. Gli agricoltori hanno difficoltà a produrre quello che vogliono, ma si parla anche di sicurezza della popolazione e con questo è ben più grave. Francesco Verdianelli, Assessore all’Ambiente del Comune di San Giuliano Terme: “Questa è una iniziativa importante. Ogni territorio ha le proprie priorità, Pisa è più urbano, San Giuliano Terme più agricolo, ma il problema non è solo scavare o meno. I tanti canali nel nostro territorio che vengono dal monte pisano richiederebbero una convenzione straordinaria, come in situazioni di maltempo molto accentuati. Non ci sono solo le piene del Serchio, che pure sono pericolose, ma anche i problemi di tutti i canali e i fossi che sono protratti nel tempo e possono creare problemi molto vasti. Dal monte fino al mare dovremmo mettere in atto un progetto per mettere in sicurezza tutta l’area, con interventi strutturali, con la mancanza di risorse possiamo fare solo interventi tampone ma ci vogliono lavori strutturali. Confagricoltura: “Ognuno deve fare la sua parte, la politica deve agire attraverso i suoi canali, noi agiremo secondo i nostri per riuscire a normare per risolvere questo problema. Noi veniamo da annate dove le nostre aziende ci chiedono per quale motivo pagano il tributo con i campi allagati, quando non possono svolgere le loro attività. Questo è un problema molto grave”. Massimo Terreni, Unione Agricoltori, Confagricoltura: “Grazie al Consorzio di Bonifica per aver organizzato questo tavolo di lavoro. Noi abbiamo cominciato a sollevare il problema al consorzio già da 4 anni, con segnalazione che forse non era percepito, ma forse non è stato percepito da parte di tutti il rischio che corriamo. Oltre gli agricoltori è forte il rischio per i cittadini. Bisogna rivedere le nostre azioni, pensavamo di essere arrivati al traguardo con la delibera della Regione Toscana ma in vece siamo tornati indietro. Le azioni sono stati percepiti solo come problemi dell’agricoltura, ma non è così, il danno è anche per i cittadini. Massimiliano Angori, Assessore all’Ambiente del Comune di Vecchiano: “Vecchiano è con il Consorzio di Massaciuccoli, almeno per ora, forse dopo la revisione dei consorzi saremo insieme con la revisione dei consorzi. La problematica è sentita da tutti, anche le tecniche di agricoltura possono tamponare ma non posso risolverlo. Io credo che ci debba essere uno sforzo nella pianificazione, per cercare di impermeabilizzare il meno possibile il terreno, con strumenti urbanistici appropriati: è faticoso ma è necessario, e questo lavoro che lo ritroveremo più avanti. Per quanto riguarda la manutenzione dei canali e la gestione delle acque, sicuramente la tecnica della fitodepurazione è da sperimentare. A tal proposito invito tutti a partecipare alla giornata UNESCO dello sviluppo sostenibile, che stiamo organizzando per il mese di novembre, insieme al Consorzio di Bonifica Versilia-Massaciuccoli: l’obiettivo è quello di far visitare ai cittadini gli impianti di fitodepurazione presenti nel territorio vecchianese”.[/SIZE] "Loro" forse stanno anche peggio di voi.
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