IL CASO
Elba, la scuola dei precari
All'istituto di Marciana il 90% dei prof sono supplenti.
di Lorenzo Santorelli
.Nella scuola media dell’istituto comprensivo di Marciana e Marciana Marina, il 90% dei professori è composto da supplenti.
.Una cattedra fissa è il sogno di ogni insegnante. Eppure, c'è una scuola italiana che viene snobbata dai docenti di ruolo: l’istituto comprensivo di Marciana e Marciana Marina, all’isola Elba. Qui, infatti, il 90% dei professori delle classi medie è composto da supplenti.
UNA SCUOLA SCOMODA. «I docenti della nostra regione considerano l’Elba lontana e scomoda da raggiungere», racconta il vicepreside, Loriano Sagliuocco, «e così molti posti rimangono scoperti e siamo costretti ad aspettare i supplenti mandati dal provveditorato o quelli pescati nelle graduatorie d’istituto. Alcuni fanno i pendolari quotidianamente a bordo dei traghetti, altri si sono trasferiti qui da tutta Italia».
Nato dopo la riforma Gelmini, che aveva fissato in 1000 alunni la soglia minima da raggiungere con gli accorpamenti, norma successivamente sconfessata dalla Corte costituzionale dopo il ricorso presentato da alcune regioni come la Toscana, l’istituto incorpora le scuole materna, primaria (elementari) e secondaria di primo grado (medie) dei due comuni situati nella parte occidentale dell’isola che, insieme, sommano circa 4 mila abitanti.
TRE PROF DI RUOLO SU 26. Complessivamente, i tre ordini didattici accolgono 269 alunni - la legge concede una deroga numerica ai comprensivi nelle isole - ma se per i più piccoli non esistono particolari disagi, gli 87 che frequentano le sei classi della scuola media si sono ritrovati in una situazione kafkiana.
Invece di avere sette professori, tanti quante sono le cattedre, all'inizio d’anno ne hanno trovati ben 26, dei quali solo tre di ruolo mentre gli altri 23 sono supplenti.
ORARI SPEZZETTATI. «Una conseguenza dello spezzettamento degli orari», sottolinea Sagliuocco, «un esempio: per la cattedra di italiano e storia, che prevede 18 ore settimanali, vengono impiegati due insegnanti che lavorano nove ore ciascuno. Poi ci sono le supplenze dei precari che sono in maternità o chiedono il part time».
Alcuni docenti lavorano in più istituti, anche di comuni differenti: «Io ho 10 ore a Portoferraio, quattro a Porto Azzurro e altrettante a Marciana», spiega uno di loro.
Il vicepreside: «Tutta la nostra dirigenza è ad interim»
L'istituto primario di Marciana Marina, all'isola d'Elba.
.La stessa dirigente scolastica, Paola Berti, è stata nominata reggente e deve sdoppiarsi con Portoferraio, dove è di ruolo.
«Anche il direttore amministrativo è vicario. Praticamente tutta la nostra dirigenza è ad interim» dichiara sconsolato il vicepreside che, da quando vinse il concorso nel 1982, ha lasciato la natìa Rosignano per trasferirsi all’Elba e insegnare alle elementari.
PROFESSORI NON SUFFICIENTI. «I professori di ruolo residenti sull’isola non sono sufficienti per coprire tutti i posti. Quelli di altre città preferiscono farsi assegnare ad altre sedi meno disagiate. La maggior parte degli elbani che lavorano qui sono supplenti. Tra i precari non mancano nemmeno i 50enni costretti a fare i pendolari perché hanno le famiglie altrove, oppure i 30enni che si sono trasferiti da altre regioni».
Elisabetta Sciacca, 33enne insegnante di italiano, si è trasferita qui dalla provincia di Catania. «Da noi non ci sono posti liberi e così ho indicato l’isola d’Elba: c'erano più possibilità. E poi adoro il mare e la natura. Non ho figli né marito, ovviamente, altrimenti sarebbe stato tutto più difficoltoso».
Sciacca è abilitata all’insegnamento da cinque anni e, dopo aver lavorato a Bergamo fino all’anno scorso, non le dispiacerebbe proseguire la sua esperienza in una delle perle dell’arcipelago toscano. Magari con una cattedra tutta per sé.
«Tenterò il concorsone, anche se mi sembra ci sia troppa confusione intorno alle procedure. Oltretutto, e lo dico a mio discapito, credo che sarebbe giusto riservare alcuni posti a chi è in graduatoria da più di 10 anni».
LA PROTESTA DEI GENITORI. I genitori, dal canto loro, hanno manifestato il loro dissenso verso questa situazione facendo entrare per alcuni giorni i bambini a scuola con mezz’ora di ritardo. Una delegazione di famiglie ha protestato davanti al provveditorato di Livorno, aggiungendo ai cahiers de doléances persino la mancanza dell’insegnante di sostegno per un portatore di handicap grave.
«Senza dimenticare che tutti gli altri, i normodotati», conclude il vicepreside Sagliuocco, «ogni anno vedono cambiare i loro professori. È vero che i programmi sono gli stessi, ma si tratta di instaurare nuovi rapporti ricominciando da zero. A discapito della continuità didattica».
