[SIZE=4][COLOR=darkred]Elba e Gorgona, carceri senza assistenza sanitaria
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Taradash e Mugnai ribattono alla Regione«Dalla giunta risposta non veritiera. A rischio la salute di 550 detenuti» [/COLOR]
In Consiglio regionale seconda interrogazione a risposta scritta
«Sull’assistenza sanitaria in carcere all’Elba e a Gorgona la risposta della giunta non solo non ci soddisfa, ma non corrisponde al vero»: lo affermano i Consiglieri regionali del Pdl Marco Taradash e Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione Sanità), autori già nel luglio scorso di un’interrogazione in cui chiedevano conto alla Regione dei fondi stanziati per l’assistenza sanitaria in carcere, sul loro utilizzo e, in particolare, sulla situazione nelle carceri di Elba e Gorgona. Proprio a quest’ultimo carcere, infatti, la Asl 6 aveva «affidato l’incarico al dottor Domenico Tiso, referente aziendale per i carcere, il quale espleta questa funzione da Livorno senza risiedere, come d’obbligo, all’isola di Gorgona». La risposta alle domande dei due esponenti del Pdl è arrivata pochi giorni fa, ma Taradash e Mugnai ne sono rimasti talmente insoddisfatti da produrre una nuova interrogazione per richiamare la giunta sul punto.
«Ci dichiariamo assolutamente insoddisfatti delle risposte ottenute», esordiscono i Consiglieri regionali nel loro nuovo atto. «Il Dr. Tiso – ribadiscono – risulta tuttora medico incaricato del carcere di Livorno, poi nominato dal direttore generale della Asl 6 di Livorno Monica Calamai Referente aziendale per la salute in carcere per gli istituti penitenziari di Livorno, Gorgona e Porto Azzurro. La legge di fatto proibisce la nomina a referente aziendale di un medico incaricato. Sempre il Dr. Tiso è stato nominato dal direttore geneale Calamai Coordinatore sanitario sia per il carcere di Porto Azzurro sia per il carcere di Gorgona, e lo stesso svolge queste funzioni stando a Livorno, ossia senza recarsi a Porto Azzurro e a Gorgona». Taradash e Mugnai precisano: «Negli ultimi 5 mesi si è recato a Gorgona una sola volta». Eppure, osservano: «Nella risposta si sostiene che la copertura dell’assistenza sanitaria è stata costantemente mantenuta a Gorgona».
Le obiezioni fioccano a raffica: «Quanto sopra – scrivono gli esponenti del Pdl – non corrisponde assolutamente al vero, in quanto prima espletava le sue funzioni di Coordinatore Sanitario il dr. Leonessi che risiedeva sull’isola e, pertanto, era disponibile ad ogni necessità che poteva subentrare in ogni momento della giornata. In merito a Porto Azzurro, si sostiene nella risposta che è stato aumentato il monte orario della guardia medica per sopperire al fatto che i due medici incaricati hanno lasciato l’incarico, ma nella realtà è stata aumentata una sola ora per un medico di guardia, e tutto ciò non è assolutamente corrispondente alle necessità cliniche della popolazione detenuta che ammonta a 550 soggetti tra cui moltissimi ergastolani». Il totale è presto fatto: «Gorgona e a Porto Azzurro di fatto sono senza Coordinatore sanitario che dovrebbe attuare invece le direttive contemplate nelle linee-guida validate nel 2009 dalla Regione Toscana».
Insomma, secondo Taradash e Mugnai manca la continuità assistenziale, e «la salute della popolazione detenuta viene messa a serio rischio». Il Pdl rilancia dunque i suoi quesiti: «Perché è stato conferito l’incarico di Referente aziendale per la salute in carcere al dr. Tiso, dal momento che la legge precisa che il medico incaricato non può essere destinato ad altre mansioni»? E ancora: «Viste le mansioni e le precise attribuzioni che competono al Coordinatore sanitario, come è possibile che svolga il suo carico di lavoro senza essere presente nell’ Istituto di pena»? Infine: «Perché ancora non sono stati sostituiti i due medici incaricati andati via da Porto Azzurro»?
