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Sul Secolo XIX è presente un commento di Mauro Barberis, docente di filosofia del diritto all’Università di Trieste, che spiega perché Sallusti è stato condannato: Non per un reato di opinione, bensì per diffamazione, più esattamente per omessa vigilanza su un articolo che commentava notizie inventate di sana pianta. Poi va bene tutto: che la pena venga sospesa, che il Presidente Napolitano, il quale ha fatto sapere di seguire con attenzione la vicenda, gli conceda la grazia, come aveva già fatto il suo predecessore Ciampi per Lino Jannuzzi. Ma scandalizzarsi di tutto questo – come hanno fatto personaggi quali Marco Travaglio sul Fatto quotidiano, a differenza di altri suoi colleghi quali Alessandro Robecchi e Michele Serra, ai quali devo questa ricostruzione della vicenda, riscritta tre volte – ecco, questo proprio no. Se mai Sallusti finirà in galera, giuro, gli porto io stesso le arance.