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Agenzia digitale, l’ultima porcata 04/09/2012 - Dopo aver nominato un medico all'autorità per la privacy il governo dei migliori non è a caccia di competenze Sarà perché essendo tecnici loro, non vogliono altri tecnici tra i piedi. Forse è per questo che il governo si appresta a varare il bando per l’Agenzia Digitale, che in teoria dovrebbe contribuire a diffondere l’alfabetizzazione informatica nel paese e nella pratica sarà il solito carrozzone in cui infilare incapaci e gente che nemmeno la politica è riuscita a collocare. Massimo Sideri sul Corriere ci spiega cosa c’è che non va: Dopo il fallito tentativo di trovare l’intesa politica sul nome di Mario Calderini, consulente del ministro Francesco Profumo, ecco comparire uno strano bando (all’italiana) per l’Agenzia digitale— che per spirito e argomento dovrebbe affrancarsi dalle vecchie logiche di governance. Sarebbe stata preferibile una gara e invece si è optato per «l’avviso pubblico», formula light che cela un processo con minori vincoli per il governo. Ma la novità è un’altra: l’iter che sarà reso pubblico tra domani e giovedì non solo durerà appena due settimane ma sarà «ad personam». In che senso? Si richiederà un’esperienza manageriale di un certo peso nel settore privato ma saranno preferiti i curricula di chi può vantare un percorso nella pubblica amministrazione. Il risultato concreto, allo stato attuale, è l’esclusione dei candidati, come Salvo Mizzi di Telecom e Paolo Barberis, ex fondatore di Dada, selezionati dalla stessa società di cacciatori di teste che ha lavorato sul dossier. Il profilo nell’avviso è compatibile solo con due dei nomi circolati: quello di Roberto Sambuco (attuale capo dipartimento delle comunicazioni presso il ministero di Corrado Passera) che però si è tirato fuori dalla partita. E quello di Stefano Parisi. Da molti, dunque, uno. Sia chiaro: Parisi è persona competente e forse è anche il profilo giusto. Ma sarebbe meglio arrivare a lui con una vera selezione priva di sospetti, brusii e ulteriori malumori. Ps. Parisi è anche il capo della Confindustria digitale. Potrebbe mantenere le due cariche? In Confindustria c’è chi non lo esclude. Ma Parisi dovrebbe trattare con le aziende che si troverebbe a rappresentare. Una bella anomalia.