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ENPA ISOLA D'ELBA da ENPA ISOLA D'ELBA pubblicato il 12 Giugno 2012 alle 5:53
[SIZE=4][COLOR=darkred]RANDAGISMO. DALLA TOSCANA 135MILA EURO PER IL CANILE DELL’ELBA, MA I COMUNI NON SI MUOVONO. L’ENPA: «SINDACI RESPONSABILI, SE QUESTA OPPORTUNITA’ DOVESSE SFUMARE» [/COLOR] [/SIZE] Roma, 11 giugno 2012 – Acquista contorni surreali l’odissea del nuovo canile dell’Isola d’Elba. La Regione Toscana ha stanziato 135mila euro per la costruzione di una struttura di cui l’isola ha estrema necessità, ma i comuni elbani non riescono ad accordarsi sul via libera ai lavori. Se i sindaci non si decidono entro settembre, i fondi saranno dirottati su altri progetti con un danno irreparabile per l’intera comunità dell’Elba. «Il “tira e molla” sul canile dell’Elba si protrae ormai da dodici anni, da quando nel 2002 è stato chiuso l’immobile che veniva utilizzato come rifugio d’emergenza per i randagi», spiega Nicoletta Affini, presidente della locale Sezione dell’Enpa, che prosegue: «Fino a poco tempo fa della materia si occupava l’Unione dei Comuni isolani, la quale però si è sciolta prima di trovare una soluzione al problema. Ci troviamo dunque a vivere una situazione drammatica. Sul nostro territorio, che - lo ricordo - ogni anno ospita migliaia di turisti, non abbiamo né un box di prima accoglienza né un servizio di pronto soccorso veterinario». Accade così che in caso di ritrovamento di un cane vagante non intervenga nessuna delle autorità competenti, le quali si limitano a rispondere laconicamente che la responsabilità ricade sulla persona che lo trova e non, come prescrive la legge, sul sindaco che amministra il territorio. Ancora peggio vanno le cose con cani e gatti feriti in incidenti o vittime di maltrattamento. A prescindere dai possibili aspetti giudiziari della vicenda – aspetti su cui le autorità elbane tendono comunque a declinare la loro competenza – in tutti questi casi si rende necessario il trasferimento degli animali presso strutture attrezzate al di fuori dell’isola. «Purtroppo – aggiunge Affini – non sono pochi i cani e i gatti deceduti per non avere ricevuto in tempo le cure necessarie. Per non parlare poi delle sterilizzazioni, rese possibili unicamente dai mezzi e dalla buona volontà delle associazioni». C’è ancora poco tempo per porre rimedio a questa situazione paradossale e per recuperare i fondi stanziati dalla Regione, ma i comuni dell’Elba devono attivarsi concretamente per risolvere il problema del canile. «Se ciò non dovesse accadere, se le amministrazioni comunali dovessero perdere anche questo treno – conclude Nicoletta Affini – riterrò personalmente responsabili i sindaci elbani e li chiamerò a rispondere delle loro inadempienze nei termini previsti dalla legge».
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