Caro Epicuro, quella che tu chiami guerra mediatica tra poveri, credo sia invece il segnale preciso del superamento del limite di sopportabilitร della giร pesantissima croce dellโ ingiustizia sociale.
Questa spinge, come avviene sulla crosta terrestre, una contro lโaltra le due eterne placche, quella del diritto contro quella del privilegio. Ora fino a chรจ la spinta รจ moderata, le due placche restano in compressione si, ma in equilibrio, perรฒ, quando una crisi come lโattuale accresce la spinta, le due placche avranno inevitabilmente un cedimento strutturale in qualche punto; su questo non ci piove, in quel punto avviene il terremoto. Quello a cui stiamo assistendo nel nostro piccolo, non รจ come prefiguri tu, una guerra fra poveri, ma un preciso segnale premonitore del cedimento strutturale che da qualche parte avverrร . Le contrapposizioni che abbiamo sottโocchio, coinvolgono soggetti che hanno la possibilitร oggettiva di svicolare dai doveri per il risanamento, i โprivilegiatiโ, contro soggetti chiusi nellโangolo, su cui grava tantissima parte del prelievo, che si appellano disperatamente alle leggi ed al โdirittoโ. La fotografia, piรน o meno contrastata รจ questa e non perchรฉ lo dico io, ma secondo le fonti nazionali ed internazionali piรน autorevoli . Voglio chiudere facendoti notare che se chi di dovere, a parte te ed io, minus quam merdam consideratam, confondesse un deciso segnale di disagio sociale arrivato al limite della sopportazione con una guerra mediatica fra poveri , commetterebbe un errore che potrebbe costare molto caro. Ricordiamo la regola madre: mai chiudere la bestia nell'angolo, lasciale sempre una via di fuga!
Caruggine
