Quando le attività nere in un sistema chiuso come l’Elba, superano di gran lunga le attività chiare sia per volume di affari sia perché la distribuzione capillare coinvolge la stragrande maggioranza dei propri abitanti, è lecito parlare, se non di vocazione, perlomeno di propensione degli Elbani al “levantinismo”. Del resto, se mai ci fosse bisogno di riprove, basti dare un’ occhiata a cosa sono diventate le “campagne” spalmate di loculi anche sottoterra, troppo spesso abusivi, e di ogni sorta di pizzerie-ristoranti-bar improvvisati alla bene in meglio e gestiti da altrettanto improvvisati operatori. Per la deplorevole ricerca del consenso e forse anche di compensi, si è permesso che prevalesse la frenesia del mordi e fuggi, tanto ce n’è per tutti, rispetto alla logica del professionismo, della continuità e della qualità col risultato che, cessata la mattanza, resta il sudiciume e l’incapacità di cavarsela con mestiere serio e legale. Apro una parentesi per una domanda: perché mai, chi opera seriamente nel settore e di operatori seri e corretti ce ne sono, non prende posizione decisa per far stroncare l’attività illegale che poi è anche concorrenza sleale? L’Elbano serio lo sa perfettamente ed i vecchi locali sono in grado di documentare tutto dalla A alla Z. Quello che prima era il campetto o la vigna o l’orto ora è diventato un mucchio di mattoni forati e bozze brulicante di gente che fa i proprio bisogni ”a perdere”, perché le fognature non possono essere fatte dove non si poteva neanche costruire e poi, casomai, la cacca tutta assieme, dove la porti? Meglio lasciarla spandere nel terreno e che vada a finire in mare piano piano, tanto i colifecali hanno imparato a nascondersi dietro gli scogli quando arrivano i tecnici per fare le analisi. La gravità di tutto questo, in aggiunta, è che a partire dalle attività, chiamiamole turistiche di base, vengono messe in moto diverse filiere di attività derivate, chiamate anche indotto, che ereditano naturalmente le caratteristiche legali o illegali del processo a monte che le ha innescate. Mi spiego con un qualche esempio: un affittacamere in nero, non potendola giustificare per scaricarla, non chiederà certo la fattura a chi gli andrà a fare la manutenzione per la stagione successiva. Ecco che da una attività illegale, se ne innescano altre altrettanto illegali che nella fattispecie coinvolge muratori, imbianchini, carpentieri, idraulici, giardinieri, elettricisti etc che magari d’estate fanno i cuochi o i camerieri, sempre rigorosamente in nero. Oppure: il ristoratore che ovviamente non può non fatturare almeno il minimo indispensabile per non passare da ente di beneficienza, predilige acquistare, soprattutto in inverno, il pesce e la selvaggina bracconati, ma anche acquistare carrellate di surgelati, liquori , vino ed altro ai supermercati ovviamente senza fattura. Per la cronaca, mi diceva un barista che con due o tre bottiglie di Whisky discreto, pagate al supermercato sui 15 Euro l’una, si ripagava la persona che gli faceva le pulizie al bar e a casa sua e questo al mese. Ecco perché si alimenta , si incrementa e si specializza il bracconaggio soprattutto fra i ceti benestanti che possono permettersi barche ed attrezzature da far invidia ai pescherecci giapponesi.
Un simile andazzo non desterebbe preoccupazione più di tanto se fosse rimasto un puro fenomeno di “frenesia” da cibo, per natura noto e transitorio, mentre dobbiamo constatare che, come un virus, ha subìto delle trasformazioni ed è mutato in “frenesia sistemica”. Ciò che alla data ci è dato sapere, è che il nuovo virus si insinua nei gangli celebrali dei tanti che non hanno molta confidenza col sapere, con la dignità e con la professionalità nei mestieri, sostituendo all’obiettività e la voglia di crescere, la propaganda, la cialtroneria e l’ aggressività. La comunità scientifica è unanime nel diagnosticare che l’epidemia cesserà naturalmente con la scomparsa degli elementi infetti che già da un po’ hanno cominciato ad annullarsi l’un l’atro in furibonde lotte senza esclusione di colpi.
Elbano
