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La bancarotta e l'euro da La bancarotta e l'euro pubblicato il 10 Maggio 2012 alle 6:51
Euro: carte truccate per farvi entrare l’Italia 6 maggio 2012 “L’Italia non avrebbe mai dovuto essere accolta nell’euro”. La bomba è stata fatta scoppiare in queste ore in Germania: a decidere dell’ingresso dell’Italia nell’euro “non furono i criteri economici, ma le considerazioni politiche”. Inoltre, “si creò il precedente per una decisione sbagliata ancora maggiore presa due anni dopo: l’ingresso nell’euro della Grecia”. E` il settimanale tedesco Der Spiegel, nella sua edizione in edicola da domani, ad aver scoperchiato la pentola dell’euro. Avuto accesso a migliaia di pagine di documenti del Governo di Helmut Kohl, queste sono le conclusioni alle quali giunge in un servizio di cinque pagine basato su rapporti dell’ambasciata tedesca a Roma, note interne dell’esecutivo e di verbali manoscritti di colloqui avuti dal Cancelliere. Senza usare perifrasi Der Spiegel afferma che “l’Italia non aveva i conti in regola per entrare nell’euro e l’allora cancelliere tedesco Helmut Kohl ne era consapevole, ma per motivi di opportunità politica non si mise di traverso.” Soprattutto, “i documenti dimostrano ciò che finora si supponeva”. Soprattutto, il governo Kohl non sarebbe per nulla stato all’oscuro della reale situazione italiana dell’epoca, in quanto “era perfettamente informato sulla situazione di bilancio”. “Molte misure di risparmio erano solo cosmetiche, si basavano su trucchi contabili o vennero subito ritirale non appena venne meno la pressione politica”, si legge nell’articolo. Difatti, “fino a 1997 inoltrato, al ministero delle Finanze non credevamo che l’Italia riuscisse a rispettare i criteri di convergenza”, ha dichiarato al settimanale l’attuale responsabile del fondo salvastati Efsf e all’epoca capo dipartimento del ministero delle Finanze tedesco Klaus Regling. Secondo lo storico Hans Woller, al momento di entrare nell’euro l’Italia era “sull’orlo della bancarotta finanziaria”. Purtroppo, dai documenti visionati dallo ‘Spiegel’ risulta che nel corso del 1997 la Germania rifiutò per due volte la proposta italiana di rinviare la partenza dell’euro. “Tutte le speranze tedesche erano riposte in Carlo Azeglio Ciampi, allora ministro del Tesoro nel governo Prodi”. In conclusione Der Spiegel sostiene che “molti sapevano che i numeri erano truccati e che un’autentica riduzione del debito era fuori discussione. Nessuno però osò trarne le conseguenze e Kohl si fidò delle melodiose dichiarazioni di Ciampi, che assicurava un ‘cammino virtuoso’, con il governo di Roma che prevedeva al più tardi per il 2010 la riduzione al 60% del debito pubblico. E’ andata diversamente”. da infoinsubria.com
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