LA CINA CONTA OLTRTE 1.350.000 ABITANTI.
SFORNA 30.000.000 DI LAUREATI OGNI ANNO, UN NUMERO SUPERIORE A TUTTA LA NOSTRA FORZA LAVORO.
UN PAESE COME L'ITALIA, PRODUTTORE LEADER IN VARI SETTORI E CON MOLTE PECULIARITA', FORSE, DOVREBBE CONSIDERARE L'OPPORTUNITA' FRA IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE, E QUALE PIU' REDDITIZIA.
I cinesi, come altre popolazioni, fanno in Italia quanto noi abbiamo rinunciato o non intendiamo fare, ed effettivamente quella spinta propulsiva ed ingegnosa creata nel dopo guerra ha perso smalto, forse a dimostrare che siamo divenuti un popolo pieno di pretese ma meno disposto a porsi in gioco e fare sacrifici. Una dimostrazione รจ che oggi il Veneto รจ costretto a produrre, con il suo polo settoriale del mobilificio, per una multinazionale svedese come IKEA, che conta in Italia decine di grandi centri di vendita. Domandiamoci se รจ lungimiranza altrui o scarsa apprensione a politiche associative delle nostre imprese. Il mondo cambia e si evolve, avere la pretesa di apertura degli altrui mercati e protezionismo del nostro orticello, non paga.
Emerge con prepotenza il fallimento di ogni nostra politica basata sul bengodi,e gli anni a venire segneranno la decadenza di un sistema troppo fragile e disomogeneo.
Speriamo nel sole e nei pomodori.
Anche il numero di imprese di nuova nascita create da non italiani, compresi molti extracomunitari apre scenari dove presto i dipendenti saremo noi e gli imprenditori magari rumeni o cinesi. Pensare sia colpa loro รจ comodo ma non utile.
E trincerarsi dietro il razzismo o l'intolleranza รจ una superbia o spesso mancanza di civiltร , nei confronti di chi pensa e prova sentimenti non diversi dai nostri. Siamo bravi nel disegnarci solidali e sociali ma vogliamo farlo sempre considerando gli altri inferiori e noi misericordiosi, cioรจ con egoismo e presunzione.
