I comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori possono istituire, in alternativa all'imposta di
Soggiorno, un'imposta di sbarco, da applicare fino ad un massimo di euro 1,50, da riscuotere,
da parte delle compagnie di navigazione che forniscono collegamenti marittimi di linea.
L'imposta non è dovuta dai soggetti residenti nel comune, dai lavoratori, dagli studenti pendolari, nonché dai componenti dei nuclei familiari dei soggetti che risultino aver pagato l'imposta municipale propria. I comuni possono prevedere nel regolamento modalità applicative del tributo, nonché eventuali esenzioni e riduzioni. Il gettito del tributo è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.
Questa la sintesi di quanto previsto da questa nuova, ennesima, demenziale tassa.
Esultano i Sindaci, esulta l’Ancim. Certo, meglio della letale tassa di soggiorno: molto meno esosa, molto più equa. Ma di cosa stiamo parlando?
Qualunque persona dotata di cervello, e quindi sembrerebbe automatico escludere gran parte della classe politica, dovrebbe capire che già le Isole, tutte, pagheranno lo scotto maggiore di questa crisi creata e organizzata dai plenipotenziari della finanza mondiale, abilissimi anche nel piazzare ai posti di comando i loro scudieri più fidati. Semplicemente perché tutte le isole vivono essenzialmente di turismo, e dopo le mazzate Montiane, saranno molte le famiglie a non potersi permettere le vacanze. Quelle che potranno permettersele, in molti casi, dovranno però ridurre i budget: ogni spesa inutile, chessò, 2/300 euri di traghetto ad esempio, varranno una sorta di scarto automatico, in favore di località costiere, magari un po’ più vicine, o magari raggiungibili con i soliti voli low cost che restano un must difficilissimo da combattere.
E’ del tutto evidente che qualunque minima variazione peggiorativa, fossero anche pochi centesimi, avrà effetti devastanti. E’ già stato detto da altri: anche solo il fattore psicologico dei titoli di stampa che annunciano “sarà più caro raggiungere le isole”… risulterà un potente deterrente. Come se ne avessimo bisogno.
Prendiamo però in considerazione gli effetti pratici per l’Elba. I nostri amici di Giglio o Capraia potrebbero anche stare al gioco: clientela più selezionata, un eurino in più non si nota, e soprattutto, un solo Comune che stabilisce l’applicazione e incassa le prebende.
Ma da noi? Il Comune Unico mi pare ancora lontanuccio. E quindi, bisognerebbe stabilire chi incassa: Portoferraio e Rio Marina sono gli unici Comuni in cui esista il collegamento di linea previsto dalla legge. Capiamoci: Marciana Marina o Porto Azzurro non potranno mettere un ipotetico esattore sul molo, pronto col bollettario a spennare i diportisti. Non parliamo poi di Alessi, che dovrebbe appostare delle vedette apposite a Nisportino per evitare gli sbarchi notturni dei tender… Questo dovrebbe essere chiaro.
I possibili scenari. Campo e Marciana, ad esempio, votano per applicare l’imposta. Bene: ma non hanno alcun titolo. Al massimo a Campo si potrebbero tassare quei tre gatti che ritornano da Pianosa… Portoferraio potrebbe dire: io l’imposta la applico, poi però mica voglio dividere… me la pappo tutta io! Chi potrebbe impedirlo? E se anche Peria e soci fossero generosi: come e in base a quale logica verrebbe ripartito l’incasso? Abitanti, territorio, strutture ricettive ufficiali? Boh.
Ulteriore ipotesi: Peria preferisce l’imposta di soggiorno, che non è compatibile con la tassa di sbarco. Potranno gli altri Comuni avere voce in capitolo? Così magari il nostro turista piumato si ritrova a pagare l’una ( a Peria) e l’altra ( a chi?) ??
In conclusione: questa ennesima fesseria può funzionare solo in un modo: se tutti i Comuni, nessuno escluso, votano per l’applicazione. Ma solo dopo aver effettuato una Conferenza dei servizi in cui stabiliscono, tutti, all’unanimità, che l’intero ricavato va alla famosa (fumosa?) gestione associata per la promozione turistica. E che quest’ultima spenderà tutto in una pubblicità generica e asettica dell’Isola in quanto tale. Niente torri marinesi o castelli ferrajesi, per capirci.
Considerando le continue diatribe fra i nostri maggiorenti, perfino su questioni di interesse universale come la Sanità, a voi…. sembra possibile?
A questo punto, io consiglio una sola mossa, almeno per l’immediato: che i Sindaci si riuniscano, e che diramino un comunicato stampa congiunto che reciti: “Nuove tasse, l’Elba si ribella e reagisce unita: “nessuna tassa di soggiorno, nessuna tassa di sbarco!”.
E non solo: si dovrebbe fare la massima pressione sfruttando tutte le forme di diffusione mediatica, dall’amico giornalista al cugino che conosce la donna delle pulizie della redazione di Repubblica, dai social network ai blogger…… facciamo passare il messaggio che da noi si cerca di fare tutto il possibile per favorire i nostri Ospiti!
Se poi avessi capito male la normativa, e se tutto fosse invece facile e conveniente, bene: felicissimo di essere smentito.
[COLOR=darkblue]Yuri Tiberto
Piccolo imprenditore turistico. [/COLOR]
