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I CENTO LADRONI da I CENTO LADRONI pubblicato il 13 Aprile 2012 alle 15:26
Gianfranco, l'eroe della Casta: Fini salva il bottino dei partiti L'emendamento concordato da Pdl, Pd e Terzo Polo per tagliare i fondi pubblici dichiarato inammissibile dalla Camera L'intesa-farsa dei partiti sulla riforma del finanziamento pubblico arriverร  sotto forma di disegno di legge: lo hanno concordato il Pdl, il Pd e l'Udc. L'annuncio รจ arrivato da Gianclaudio Brassa del Partito Democratico. Le nuove regole erano state presentate sotto forma di un emendamento al decreto fiscale, ma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo ha dichiarato inammissibile, salvando cosรฌ per il momento i fondi delle formazioni politiche. Lega Nord e Italia dei Valori avevano espresso parere contrario all'emendamento. Gianfranco Conte, relatore dell'emendamento, giร  in precedenza aveva spiegato che il leader futurista avrebbe potuto mettersi di traverso: "E' a forte rischio di ammissibilitร  (l'emendamento, ndr), Fini potrebbe respingerlo perchรฉ non c'รจ un'ampia intesa tra le forze politiche. In questo caso ci sarebbe l'alternativa del decreto". Ma secondo quanto si รจ appreso, la strada che verrร  seguita non sarร  quella del decreto: Alfano, Bersani e Casini sono pronti a presentare un disegno da loro firmato. Il solito differimento - Cosรฌ, con questo colpo di scena, il leader di Futuro e Liberร  ha dichiarato il bottino della Casta. Per i tecnici di Montecitorio l'emendamento รจ "incoerente" col decreto legge sul fisco e privo dei requisiti di necessitร  e urgenza. Nel nuovo testo che รจ stato siglato non sono previsti tagli alla quantitร  dei fondi, ma solo che i partiti non ritireranno la tranche di 180 milioni (sรฌ, 180 milioni, e non 100 come vanno dicendo da giorni i leader di Pd, Pdl e Udc: leggi l'approfondimento di Franco Bechis) per i rimborsi delle politiche del 2008, fino all'approvazione dell'autoriforma. Ma che questa autoriforma dei partiti fosse partita male lo testimoniava anche l'emendamento: l'articolo 9, infatti, prevedeva il solito differimento. I controlli sui bilanci sarebbero partiti da quelli relativi al 2013, in termini spicci a partire dalla primavera del 2014. Insomma, secondo la politica travolta dagli scandali, di controllare i bilanci non c'รจ nessuna urgenza.
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