ULTIMA CHIAMATA
Tutta l'opinione pubblica con la complicitร dei mass media รจ incentrata ormai da quasi tre mesi solo ed esclusivamente sull'articolo 18. Come sempre l'italiano della strada รจ pervaso di classismo sociale per cui se sei a favore della sua abolizione allora sei un sporco capitalista, mentre se sei contrario sei un povero comunista. Da oltre otto anni ho delocalizzato la mia vita e la mia attivitร professionale in un altro paese europeo, questo con l'intento di ricrearmi una sorta di scialuppa di salvataggio nell'eventualitร che l'Italia faccia la fine della Costa Concordia (possibilitร giorno dopo giorno sempre piรน elevata). Attenzione ho menzionato il Costa Concordia e non il Titanic, il primo esempio infatti porta a immaginare all'arenamento del paese e non al suo affondamento. Sulla carta infatti abbiamo almeno evitato il baratro finanziario, non che questo debba spegnere la sirena d'allarme che sta suonando da qualche anno.
Sino ad oggi la possibilitร di rivedere o eliminare questo articolo di legge รจ contemplata solo come casistica di danno per i lavoratori, nessuno affronta il tutto dalla parte di chi invece fa impresa. Il paese รจ diviso in due: chi sta con i sindacati e chi si schiera contro. Sul piano economico l'Italia non รจ una democrazia de facto, infatti รจ succube di una dittatura sindacale ortodossa. Dopo questa affermazione immagino gli insulti ed offese che mi arriveranno, a cui ormai faccio spallucce, pur tuttavia lasciatemi raccontare un episodio. Alcuni mesi fa sono stato invitato a tenere una lectio magistralis presso un istituto superiore di una regione meridionale, al termine del mio intervento molti studenti mi hanno avvicinato raccontandomi come oggi grazie ai sindacati non sia possibile implementare nel loro territorio le 35 ore. Queste ultime niente hanno a che fare con Bertinotti, quanto piuttosto alla possibilitร per nuove aziende di insediarsi nel territorio in questione creando occupazione a tempo indeterminato, incentivate dal fatto che i giovani disoccupati del posto (pur di lavorare) sono disposti a fare 40 ore settimanali e farsene retribuire solo 35.
In Italia tutto questo rappresenta un'eresia, รจ tabรน proprio come l'articolo 18. Infatti non รจ previsto derogare ad un contratto nazionale e nรฉ alla concertazione sindacale: cosรฌ facendo si genera disoccupazione ortodossa a causa di un establishment sindacale con una mentalitร ormai obsoleta e fallimentare. Negli altri paesi questa possibilitร (non imposta, ma proposta dalle stesse maestranze) sarebbe vista come lungimiranza e buon senso. Negli altri paesi, ma non in Italia. Al momento attuale la moria di aziende unita al tasso di abbandono (anche per fenomeni di delocalizzazione) provocherร un costante peggioramento delle opportunitร di occupazione, in quanto ormai รจ pura follia continuare a produrre in Italia avendo le opportunitร di insediamento produttivo in paesi a noi vicini come Serbia, Turchia e Slovacchia (senza contare gli sgravi fiscali). Ormai รจ un'ultima chiamata per il paese, osservato speciale dall'esterno, obbligato a dare dimostrazione di un cambio di mentalitร abbandonando le logiche medioevali a cui si รจ ispirato sino ad oggi: e vai con gli insulti.
Come piรน volte ho ricordato e scritto i lavoratori dipendenti italiani (solo quelli assunti a tempo indeterminato) sono sempre stati protetti da tutti a da tutto oltre ogni ragionevole buon senso, ed anche loro presi nella generalitร rappresentano l'ennesima casta di privilegiati ed intoccabili del paese. Tuttavia adesso con la metamorfosi di tutta l'economia occidentale e lo spostamento verso l'Asia del baricentro del mondo produttivo, ci troviamo volenti o nolenti a dover rivedere questo protezionismo sociale sfrenato del posto di lavoro. Sono veramente pochi quelli (sia lavoratori che imprenditori, non parliamo dei sindacalisti) che oggi riescono a proiettarsi con la mente a quello che sarร il destino che attende il nostro paese ed il suo potenziale occupazionale. L'Articolo 18 se non sarร accettato dai partiti e dalle forze sindacali, assieme a una maggior deregulation del mercato del lavoro sarร in ogni caso imposto nei prossimi anni dal mercato con tutte le sue spiacevoli conseguenze.
Ma non sarร imposto dal mercato delle imprese italiane, ma da quello delle imprese italiane controllate da quelle cinesi. Stiamo subendo una lenta, e progressiva opera di penetrazione da parte di imprese, lavoratori ed artigiani cinesi proprio all'interno di casa nostra: all'inizio si limitavano a comprare la tabaccheria e la pizzeria del nostro quartiere, adesso con il sostegno di Pechino stanno acquistando partecipazioni in aziende strategiche italiane, marchi, know how e brevetti italiani, oltre a detenere una parte consistente del nostro debito pubblico (superiore al 4%). Di fatto in Italia si stanno giร creando le condizioni esogene per una devolution del mercato del lavoro non piรน soggetto alla contrattazione sindacale come un tempo. Stando alla mentalitร classista italiana che ingessa il paese e non lo porta a difendersi o a studiare manovre di contenimento (al di lร della ormai occulta compiacenza politica italiana) รจ quasi certo che i vostri figli e nipoti saranno condannati nella maggior parte dei casi a fare gli sguatteri e i manovali a chiamata dei cinesi.
