Caro Dante, ho fatto buona lettura, perchรจ non si smette mai di imparare.
Capita anche a me, dopo decenni di curiosare dove si svolge la mia stessa attivitร , fare confronti critici e spesso coglierne spunti utili a migliorare.
Certo parlando delle realtร industriali in Italia tutti le riflettono con Fiat, mentre altre pur non in platea riescono e senza incentivi a produrre utili e conquistare ulteriori fette di mercato. Oggi si puรฒ essere orgogliosi di Ferrero e Del Vecchio, meno di Fiat e Della Valle, per ragioni opposte.
Comunque, senza fraintendimenti visto che sono un minuscolo imprenditore, penso si debbano puntare i riflettori su tutto quanto รจ perfettibile, ne va dell'interesse collettivo, visto che siamo a torto o ragione sulla stessa barca.
Quindi convengo su una azione forte ed incisiva che porti alla correttezza fiscale, ben conscio che oggi รจ penalizzato colui, lavoratore od impresa, paga troppo.
Ma non dimentichiamo gli sprechi che ci trascinano in un vortice senza ritorno.
Monti ritiene di avere meriti per aver ridotto lo spread, di cui non vediamo benefici concreti e tangibili, ma ha anche un altro merito, che non mi spiego e sarebbe troppo comodo prendersi meriti ed onori senza oneri.
Se non si ridร fiato alla economia e sopravvivenza al lavoro, la realtร รจ ben diversa dai proclami e dagli spot televisivi che sanno tanto di colosseo......
Draghi ha distribuito l'ossigeno, ma dove รจ andato a finire??
ROMA - Una macchina di grossa cilindrata, una cucina di design, forse l'anticipo per un piccolo appartamento: se ogni italiano potesse 'spendere' il debito pubblico che grava sulle proprie spalle potrebbe realizzare almeno uno di questi sogni, visto che ormai l'Italia e' arrivata alla cifra-monstre di 1.935,829 euro, vale a dire 32.300 euro per ciascuno, neonati compresi.
A fare i conti sono Adusbef e Federconsumatori, che assegnano al governo Monti il record dell'esecutivo che, negli ultimi 15 anni, ha registrato la piu' consistente crescita mensile del debito pubblico, pari a 15,4 miliardi. Da febbraio 2011 a gennaio 2012, spiegano le due associazioni, il debito pubblico e' passato da 1.875,917 a 1.935,829 euro, con un aumento di 59,912 miliardi. Pertanto, solo nell'ultimo anno, l'aumento del carico per ciascuno dei 60 milioni di residenti, neonati compresi, e' stato pari a 998 euro (a 32.300 euro), mentre per ciascuna famiglia l'onere e' cresciuto di 2.723 euro a circa 88mila euro. Dal 1996 in poi, sottolineano ancora Adusbef e Federconsumatori, gli incrementi del debito pubblico sono andati crescendo di volume: il primo governo di centro sinistra (1996-2001) ha proceduto a colpi di 2,7 miliardi di euro al mese.
Col successivo governo Berlusconi (2001-2006) siamo arrivati ad oltre 3,8 miliardi al mese. Il nuovo governo Prodi (2006-2008) ha ritoccato le emissioni portandole a 3,9 miliardi al mese. Con l'ultimo governo Berlusconi (2008-2011) l'incremento si impenna fino a superare i 6 miliardi al mese. Ma sotto il governo Monti la cifra e' addirittura raddoppiata arrivando a quasi 15,5 miliardi di euro al mese e ''raggiungendo un record difficilmente superabile''.
Oltre a fare i conti, le due associazioni ricordano anche la loro ricetta per ridurre il debito pubblico, ripetuta negli ultimi 10 anni: la soluzione, dicono, ''passa per la vendita dell'oro e delle riserve di Bankitalia, non piu' necessarie a garantire la circolazione monetaria, la lotta agli sprechi ed alla corruzione, i tagli dei privilegi ovunque siano annidati, il tetto agli stipendi dei manager pubblici, la sostituzione delle auto blu in tutti i settori (nessuno escluso) con l'abbonamento ai servizi pubblici di trasporto locale e nazionale, la riduzione dei finanziamenti pubblici ai partiti''.
Per rilanciare l'economia in recessione, infine, ''occorre finalizzare almeno il 50% dei prestiti triennali di 251 miliardi di euro, che le banche hanno ricevuto dalla Bce al tasso dell'1%, costituendo un fondo straordinario per ridare ossigeno alle famiglie ed alle imprese strangolate, ad un tasso non eccedente il triplo, introdurre l'accisa mobile sui carburanti per impedire un surplus fiscale (ben 4 miliardi di euro negli ultimi anni incassati dallo Stato), congelare l'aumento dell'Iva previsto dal 1 ottobre dal 21 al 23% ed i rincari dell'Iva intermedia che vanno a gravare sui beni di prima necessita'''.
