IL TIRRENO 27 febbraio
Bufera a Campo per la tassa sui fossi
L’Unione dei Comuni invia le bollette a domicilio. E tra i cittadini la polemica infuria: «Non la pagheremo»
di Stefano Taglione
MARINA DI CAMPO
Cornuti e mazziati. Anzi, alluvionati e spennati, prima dalla “bomba d’acqua” del 7 novembre, poi dalle cartelle del consorzio di bonifica dei fossi.
Lunedì scorso, vedendo il postino alla porta, gli abitanti di Marina di Campo non hanno potuto credere ai loro occhi: una busta firmata dall’Unione dei Comuni chiedeva loro di pagare dalle decine alle centinaia di euro per la pulizia dei corsi d’acqua. Una tassa che, dopo l’alluvione, viene percepita dai campesi come un’ennesima presa in giro da parte delle istituzioni.
I fondi ministeriali che non arrivano, il governo che prima “dimentica” poi re-inserisce l’Elba fra i territori alluvionati con un emendamento. Campo non ha più fiducia nella politica, anche perché Pasqua si avvicina e la ricostruzione viaggia a rilento. E lunedì l’incredulità non ha tardato a trasformarsi in rabbia.
«Il 7 novembre ho perso tutto e mi chiedono pure di pagare quest’imposta?», si chiede un cittadino. La spiegazione arriva da Gabriele Orsini, commissario straordinario dell’Unione dei Comuni. «Grazie a questi soldi – dice – potranno essere effettuati i lavori per mettere in sicurezza i fossi e per assicurarne una costante manutenzione. Avevamo chiesto alla Regione di sospendere l’imposta per gli alluvionati – rivela Orsini – ma non è stata inclusa nel decreto ministeriale firmato dal governo». I dubbi e la rabbia dei campesi però restano. Molti cittadini hanno già fatto sapere che non pagheranno questa tassa, mentre altri, probabilmente per paura delle cartelle di Equitalia, salderanno i conti entro il 31 marzo, ultimo giorno utile per compilare i bollettini.
Bollettini che fra l’altro sono arrivati in ritardo, anche se l’Unione dei Comuni aveva già previsto la lentezza delle poste, prorogando le scadenze. «Se i corsi d’acqua fossero stati puliti bene probabilmente il 7 novembre non sarebbe successo nulla – dice Alessandro Dini, ex assessore alla portualità del Comune di Campo nell’Elba –. La popolazione campese è provata da questo evento calamitoso e non può pagare questa tassa.
L’Unione dei Comuni – continua Dini – cerchi i soldi da altre parti, ad esempio contattando la Provincia. Gli interventi di messa in sicurezza di cui parlano dovevano essere fatti prima, ora purtroppo è tardi. Chiederò al primo cittadino di Campo nell’Elba di fare pressione sull’ente affinché revochi questa imposta inopportuna, lo chiedono a gran voce i cittadini campesi».
Ma il sindaco Vanno Segnini è dello stesso avviso. «Secondo noi non c'è correlazione fra l'alluvione e la gestione dei fossi – spiega – anzi, è esattamente l’opposto: è scesa talmente tanta acqua che è stata questa ad riempire i fossi e allagare il paese. E’ stata una "bomba" tale che ha determinato che la pioggia venuta giù non fosse raccoglibile in nessun modo. Questo è anche ciò che dicono il Genio Civile, la Provincia di Livorno e tutti quei soggetti che hanno indagato su cosa è accaduto il 7 novembre. Un cittadino, vivendo questa realtà, può anche collegare le due cose – conclude Segnini – ma io escludo che vi sia un legame fra l’alluvione e le opere di bonifica dei fossi».
E NOI (non) PAGHIAMO!
