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vive in un una casa da 10 milioni, ma .... da vive in un una casa da 10 milioni, ma .... pubblicato il 23 Febbraio 2012 alle 18:45
Severino, vive in una casa da 10 milioni ma nella scheda personale non figura nulla La villa si trova a Roma, sull'Appia Antica, e risulta di proprietà della Sedibel società della quale il ministro della Giustizia possiede il 90% delle quote. Ma né l'abitazione né l'impresa compaiono nel documento di trasparenza presentato martedì dal Guardasigilli Il ministro della Giustizia Paola Severino vive da anni in una splendida villa, tre piani con parco e piscina, immersa nel verde di una zona tra le più belle di Roma, poco distante dall’Appia Antica. Un professionista del suo livello, per molti anni avvocato di grido con clienti di gran fama, può di sicuro permettersi una casa così importante. Non per niente, come risulta dalla dichiarazione depositata martedì sera, il reddito del Guardasigilli nel 2010 ha superato i 7 milioni. La sorpresa però è un’altra: l’immobile dove risiede il ministro non compare nella sua scheda personale. Anzi, secondo quanto si legge nel documento disponibile on line, la residenza anagrafica di Paola Severino si trova a un indirizzo diverso da quello della villa. Possibile? Forse il ministro è in affitto? Forse ha cambiato casa di recente? Le carte che il Fatto Quotidiano ha potuto consultare raccontano una storia diversa. La villa nella zona dell’Appia Antica risulta intestata a una società semplice, la Sedibel. Le quote di quest’ultima appartengono per il 90% al ministro e per il restante 10% alla figlia Eleonora Di Benedetto, anche lei avvocato nello studio legale gestito fino a tre mesi fa dalla madre. Questa è la situazione così come viene descritta dai documenti ufficiali. Riassumendo: la villa è di proprietà di Paola Severino, perché è lei la titolare della società a cui l’immobile è intestato. Né la villa né la società compaiono però nella cosiddetta scheda trasparenza presentata martedì dal nuovo responsabile della Giustizia La lussuosa dimora del ministro è iscritta nello stato patrimoniale della Sedibel per una valore di 7,5 milioni di euro. Questa però è una semplice valutazione contabile che risale al 2006, data dell’ultimo bilancio depositato. Il prezzo di mercato, secondo alcune fonti interpellate dal Fatto, potrebbe sfiorare i 10 milioni. Passa il tempo e le carte della società non segnalano novità di rilievo. Tutto tranquillo, solo ordinaria amministrazione fino a un paio di mesi fa, quando si registra un cambio al vertice. Paola Severino, socio amministratore della Sedibel, passa il testimone alla figlia Eleonora. Il 90 % delle quote restano però di proprietà del Guardasigilli. Il cambio in corsa risale al 25 novembre scorso, pochi giorni dopo il giuramento del governo Monti, il 16 novembre. In quello stesso 25 novembre, le carte ufficiali registrano un’altra operazione in famiglia per il neoministro. Questa volta la compravendita riguarda le azioni della Sedi services srl. Il 60% del capitale di questa società viene ceduto dal Guardasigilli. Chi compra? Il 20% passa alla figlia, che possedeva un altro 40%. Il restante 40% della Sedi viene acquistato da Paolo Di Benedetto, marito di Paola Severino. Con questa doppia transazione, registrata nello studio del notaio Mario Fea, il ministro ha quindi girato il controllo della società ai suoi due famigliari. Ma di che cosa si occupa la Sedi? Dal bilancio risulta che la società, nei primi mesi del 2011, ha preso in leasing un ufficio a Milano per un valore di 1,4 milioni. Acqua passata ormai per il ministro che ha venduto le sue quote. Lo stesso non si può dire per la lussuosa villa romana. Quella è ancora casa Severino, ma il ministro non lo ha fatto sapere agli italiani. [URL]http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/23/casa-severino-c-ma-non-si-vede/193153/[/URL] da wikipedia: Paola Severino si è laureata in giurisprudenza nel 1971 presso l'Università di Roma La Sapienza, con la votazione di 110/110 e lode, e nel medesimo anno ha iniziato la propria carriera come ricercatrice in diritto penale. È stata allieva di Giovanni Maria Flick, che successivamente è stato Ministro della Giustizia nel Governo Prodi I e Presidente della Corte Costituzionale. È divenuta professore associato di diritto penale nel 1987 e professore ordinario dal 1995. Dal 2002 al 2007 è stata Preside della Facoltà di Giurisprudenza alla LUISS "Guido Carli" di Roma di cui dal 29 maggio 2006 è Vice-Rettore. È avvocato dal 1977 ed è abilitata al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori dal 1991. Nel corso della sua attività forense ha difeso Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio, il legale della Fininvest Giovanni Acampora, nel processo IMI-SIR, Salvatore Buscemi nel processo per la strage di via d'Amelio, Francesco Gaetano Caltagirone nell’inchiesta di Perugia su Enimont, Cesare Geronzi per il crac della Cirio, l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni nell’indagine sui fondi per la gestione della tenuta di Castelporziano. Ha rappresentato l’Unione delle comunità ebraiche italiane nel processo al nazista Erich Priebke, e tra le società-colosso alle quali ha dato assistenza legale, si annoverano Eni, Enel e Telecom Italia. Dal 30 luglio 1997 al 30 luglio 2001 ha rivestito la carica di Vicepresidente del Consiglio della Magistratura Militare (prima donna ad avere tale carica). Nel 2002 è stata considerata, per quasi un mese, come destinata a ricoprire il ruolo di Vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, in quota all'UdC, ma poi ha rinunciato lei stessa alla candidatura.
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