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REPETITA IUVANT da REPETITA IUVANT pubblicato il 16 Febbraio 2012 alle 10:53
La vera campana che non si sente suonare e’ in realta’ la lettera inviata a tutti gli organi competenti e che nessuno ha mai pubblicato ovvero quella datata il 4 Gennaio 2012 che grazie a camminando pubblichiamo integralmente. E’ da antiparco non contestare la derattizzazione ma il metodo usato? E’ da antiparco chiedere di fare un sopralluogo per vedere quello che e’ successo? E’ da antiparco chiedere se ci sono le necessarie autorizzazioni sanitarie? E’ da antiparco chiedere se il comune dando il nulla osta ha fatto le prescrizioni dovute per legge? E’ da antiparco chiedere come verranno recuperate le esche non consumate e le carcasse degli animale morti? E’ da antiparco chiedere visto che questa operazione e’ stata fatta a Giannutri, se la derattizzazione e’ stata fatta con intervento aereo o come si dovrebbe fare normalmente? E’ antiparco chiedere che quando si e’ fatta la derattizzazione alla Scola di Pianosa nel 2001 le carcasse dei gabbiani erano sparse per tutta l’isola? Si continua a dare dell’antiparco, ma a tutte le domande legittime che noi abbiamo posto non e’ stata data una risposta. Chi e’ allora il vero nemico dell’ambiente ed antiparco? Questa la lettera inviata Oggetto: [SIZE=3][COLOR=darkred]Derattizzazione Isola di Montecristo [/COLOR] [/SIZE] Il sottoscritto Giancarlo Gasparri in qualità di Presidente del Movimento d’opinione“Arcipelago Libero” con sede a Portoferraio, in Piazza Pietri n°4, nonché in qualità di Consigliere comunale del Comune di Portoferraio, nella cui competenza amministrativa ricade l’Isola di Montecristo, intende segnalare alle Autorità in indirizzo la seguente questione. Sul sito dell’Ente Parco ([URL]www.islepark.it[/URL]) sono pubblicati diversi Provvedimenti del Direttore riguardanti il trattamento di derattizzazione dell’Isola di Montecristo tramite distribuzione con elicottero di ben 26 tonnellate di esche velenose. Pare che per derattizzare l’intera Isola sarà utilizzato veleno per topi a base del principio attivo Brodifacoum acquistato dalla Ditta Colkim (allegati n. 1 e 2: Provvedimento n. 597 del 30/9/2011 e Provvedimento n. 630 del 13/10/2011). Dalla lettura degli atti pubblicati dall’ente Parco e del Progetto “Piano di eradicazione del ratto nero Rattus rattus nell’isola di Montecristo (Arcipelago Toscano)”, reperibile sul sito internet [URL]www.montecristo2010.it,[/URL] ho potuto riscontrare che l’ente Parco è beneficiario-associato del progetto Life NAT/IT/000353 “Montecristo 2010: eradicazione di componenti floro-faunistiche aliene invasive e tutela di specie e habitat nell’Arcipelago toscano”, il quale prevede, tra l’altro, anche l’eradicazione del ratto nero attraverso l’intervento sopra citato. Secondo quanto riportato in progetto la distribuzione delle esche dovrebbe avvenire nel secondo periodo dell’inverno, tra gennaio e febbraio 2012. Considerando che l’Isola di Montecristo è Riserva naturale dello Stato dal 1971, è inserita nella rete ecologica europea “Natura 2000” (Direttiva “Uccelli” e Direttiva “Habitat”) ed infine è inclusa nel perimetro dell’area protetta come “Zona A di riserva integrale”, ritengo che il lancio di un quantitativo così ingente costituisca un serio pericolo per l’uomo e l’ambiente protetto e mi chiedo come sia possibile che sia stato non solo progettato, ma anche autorizzato dagli Enti competenti. Dalla lettura della scheda di sicurezza di tale prodotto, reperibile in internet con una semplice indagine con i più comuni motori di ricerca, si appurano chiaramente i pericoli connessi all’utilizzo del medesimo. Si tratta di rischi per la salute in quanto il principio attivo è un potente anticoagulante e di rischi per l’ambiente in quanto lo stesso prodotto è altamente tossico per gli organismi acquatici e può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico (all. 3 e 4); inoltre, nelle informazioni ecologiche della scheda, il prodotto viene classificato come “persistente”. Considerato poi che secondo la scheda tecnica, per uccidere un ratto bastano solamente 2 grammi di veleno, ho calcolato, in base alla quantità di veleno che l’Ente distribuirà sull’Isola, ben 26 tonnellate, che su Montecristo la densità della popolazione di ratto nero dovrebbe essere pari a 1,32 ratti per metro quadrato di superficie. Con una simile densità di topi l’Isola dovrebbe essere assolutamente invasa e inaccessibile all’uomo, mentre è del tutto evidente che così non è. Ho, dunque, effettuato anche qualche indagine per capire quale normativa disciplini la materia. La legge Regionale della Toscana numero 39/2001 “Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate” al comma 3 dell’articolo 2 stabilisce che al di fuori dei luoghi di cui al comma 2 (locali, fabbricati, abitazioni, depositi, opifici o cantieri di lavoro) il Comune può autorizzare eventuali interventi di derattizzazione indicando nell’atto di autorizzazione la durata del trattamento e le sostanze da utilizzare. Quindi, come Consigliere comunale, chiedo al Signor Sindaco se l’Ente Parco ha mai trasmesso al Comune di Portoferraio il Progetto “Piano di eradicazione del ratto nero Rattus rattus nell’isola di Montecristo (Arcipelago Toscano)”, provvedendo al contempo a chiedere la necessaria autorizzazione prevista dalla normativa regionale citata. Inoltre, esiste una Ordinanza del Ministero della Salute del 14 gennaio 2010, con cui vengono prorogate e modificate le precedenti ordinanze del 18 dicembre 2008 e del 19 marzo 2009, e nella quale viene regolamentato l’uso di bocconi ed esche contenenti veleni o sostanze nocive (Allegati 5, 6 e 7). Dalla lettura dell’ordinanza si deduce che il trattamento di derattizzazione è consentito solo da terra e che le operazioni di derattizzazione e disinfestazione devono essere effettuate con modalità tali da non nuocere in alcun modo alle persone e alle specie animali non bersaglio. L’articolo 1 di tale ordinanza, in deroga al divieto di abbandono di esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze nocive, consente nelle aree protette, per motivi di salvaguardia di specie selvatiche oggetto di misure di protezione a carattere internazionale (come è nel caso dell’Isola di Montecristo) e previa comunicazione al Ministero della salute, operazioni di derattizzazione mediante rodenticidi senza l’utilizzo degli appositi contenitori di esche a condizione che: a) Il principio attivo utilizzato come rodenticida sia a bassa persistenza ambientale al fine di evitare la contaminazione della catena alimentare e dell’ambiente (il brodifacoum come rilevato dalla scheda di sicurezza è al contrario un prodotto classificato come “persistente”); b) Sia stabilita la durata massima di permanenza nell’ambiente delle esche in relazione agli obiettivi da raggiungere sulla base della letteratura scientifica più aggiornata; c) Al termine delle operazioni le esche non utilizzate siano rimosse dall’ambiente e venga redatto un apposito verbale di chiusura dell’operazione, da inviare al Ministero della salute, nel quale sia indicato il numero di esche immesse nell’ambiente, l’area interessata dall’operazione e il numero di esche non utilizzate e rimosse al termine dell’operazione. Quindi chiedo se la comunicazione prevista dalla suddetta ordinanza sia stata effettuata agli organi competenti in materia di salute e incolumità pubblica (Comune, Ministero salute, ASL) e se nel caso di distribuzione di esche mediante elicottero sia sufficiente una mera comunicazione o debba essere acquisita una autorizzazione apposita. Sarebbe altresì opportuno verificare se la condizione di cui alla lettera c) dell’articolo 1 venga rispettata dall’Ente Parco. Infatti, dalla lettura del progetto non risultano previste azioni in tal senso e ci si chiede come sarebbe possibile rimuovere ben 26 tonnellate di esche velenose distribuite con la modalità aerea e su un territorio particolarmente impervio come quello di Montecristo. Ricordo alle Autorità in indirizzo che l’Isola, pur essendo una riserva integrale, è comunque abitata dal custode e da personale di sorveglianza del Corpo Forestale dello Stato, ed è regolarmente frequentata anche da turisti che effettuano escursioni guidate in determinati periodi dell’anno. Inoltre, dato il particolare regime di tutela che vige sull’Isola, ci chiediamo come con l’attuazione di un intervento di derattizzazione così invasivo, si pensi di tutelare l’ambiente e la fauna protetta, ivi compresa la povera Foca Monaca, sempre che esista ancora! Alla luce di quanto sopra esposto, chiedo alle Autorità in indirizzo di attivarsi con urgenza al fine di evitare l’intervento suddetto, previsto per gennaio-febbraio 2012, che ha la sicura potenzialità di recare un danno ambientale irreparabile per un’area dal valore ecologico e naturalistico inestimabile. Giancarlo Gasparri
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