Caro Non Emigrato, non è certo il confronto a livello personale che deve interessare sul blog, piuttosto quello sui punti di vista. Quello che ho detto non è certo riferito a lei come persona, ma al suo o vostro punto di vista, che io non condivido. Sono anche convinto che è bene non conoscersi, così si ha più libertà di espressione senza essere condizionatii da preconcetti, ruggini o ..... amori, ovviamente tenendo sempre la rotta della correttezza senza cedere ad inchini maldestri. Tornando al P.N.A.T. faccio due tipi di considerazioni, le prime oggettive, che dovrebbero essere condivise da tutti in quanto oggettive, le altre più attinenti alla sfera delle opinioni o delle soluzioni personali, sulle quali deve avvenire il confronto.
Considerazioni oggettive:
1) l'Elba e l'arcipelago Toscano costituiscono un' isola naturalistica eccezionale per la geologia particolare, la bellezza paesaggistica e la biodiversità ed è un dovere conservarne inalterate le caratteristiche mediante l’istituzione di Parchi Naturali Nazionali (non Portoferraiesi o Campesi) che opereranno nella logica della conservazione ambientale.
2) Un progetto di Parco Nazionale deve porsi come obiettivo la valorizzazione e la conservazione di tutte le eccellenze, dalla biodiversità ai sentieri ed in collaborazione con le associazioni, la popolazione, i vari enti, promuovere il turismo e i prodotti tipici, in modo da dare impulso allo sviluppo sostenibile della zona.
3) La direzione del Parco non deve essere affidata a soggetti locali in quanto la probabilità di un conflitto di interessi aumenta sensibilmente rispetto ad altre soluzioni. Questa considerazione evidentemente prescinde da puerili processi alle intenzione, ma va preso come fosse un dato indiscutibile di progetto, un must.
Considerazioni personali:
1) Mi piacerebbe che si evitasse di presentare il Parco come un male, addirittura un freno, ma a che cosa? Questo modo di argomentare, oltre che scorretto, è il peggio che può essere dato all’esterno in termini di immagine e l’immagine è fondamentale per un posto che vive di turismo. Il Parco è un bene, l’unico bene che possa garantirci il futuro, perché all’Elba tutto dipende dalla qualità del territorio e dell’ambiente e dalla nostra capacità di saperlo conservare. Di esercizi, case prime, seconde, terze e quarte e anche sotto terra, ne abbiamo fin troppe, fatte male e che costituiscono un elemento reale di disincentivazione per il turismo! Mettiamo a posto i paesini invece e miglioriamo se necessario sia esteticamente che materialmente l’esistente. E non si venga a dire che è il Parco che impedisce tutto questo, perché sarebbe sterile. E’ invece un falso sviluppo quello dell’edilizia come investimento mordi e fuggi, naturalmente a favore dell’interesse privato ed a scapito della collettività e dell’ambiente. Benvenga che il “Parco” sia incompatibile con queste logiche e le contrasti, dovremmo esserne felici tutti perché la prevenzione e la conservazione è il vero investimento per noi stessi e per chi verrà dopo di noi, tanti dei quali sicuramente non Elbani.
2) Una cosa poi che non condivido, anzi non mi garba proprio, è lo spirito, per niente affatto collaborativo, bensì di condanna ed alternativo, con cui i movimenti “antiparchisti” si pongono nei confronti della gestione del Parco fin da quando è nato. Ora non c’è bisogno di essere streghi per sentire un “po’ di sito d’abburato” dicevano le nostre vecchie, se non altro per il fatto che, ogni persona adulta sa che se fai sparire un Parco, non ne nasce un altro domattina. Se sparisce, non c’è più e basta. Si può e si deve invece farlo funzionare a modo con una sana presa di coscienza e tanta partecipazione dei cittadini di modo che le mediocrità e gli opportunismo eventualmente presenti vengano cacciati via e non vi sia più possibilità di farne attecchire di nuove.
Ora, ti lascio perché credo di averla fatta un po’ troppo lunga anche se con l’influenza che mi ritrovo potrei continuare fino a domattina.
Saluti
G.R.
