Dom. Giu 8th, 2025

Homepage

Lascia un messaggio

 
 
 
 
 
 
I campi con * sono obbligatori.
Il tuo messaggio sarà online dopo l'approvazione della Redazione di Camminando.
Ci riserviamo il diritto di cancellare o non pubblicare il tuo messaggio.
MOVIMENTO SOCIALE FIAMMA TRICOLORE da MOVIMENTO SOCIALE FIAMMA TRICOLORE pubblicato il 8 Febbraio 2009 alle 18:36
Celebrata a Nettuno la “Giornata del Ricordo” Significativa manifestazione irredentista della Fiamma Tricolore Domenica mattina 8 febbraio 2009, si è tenuta a Nettuno una manifestazione della locale Sezione “Piero Fioravanti” della Fiamma Tricolore per rivendicare l’italianità dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Una delegazione del movimento ha posto una corona di fiori al monumento dei caduti, per poi recarsi al Campo della Memoria a rendere omaggio ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana. «E’ per noi molto importante questa manifestazione a ridosso delle cerimonie ufficiali per la “Giornata del ricordo” – ha dichiarato il Cav. Uff. Bruno Sacchi, locale Segretario della Fiamma –. Al “ricordo” nostalgico, lacrimevole, tanto tardivo da essere stomachevole, noi missini opponiamo la “Giornata del ritorno” delle terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia alla Madre Patria. Oggi che queste parole sembrano assurde, noi facciamo una precisa scelta di campo. Mentre gli “altri” ammainano le loro insegne, noi eleviamo al cielo le bandiere delle terre irredente; mentre gli “altri” vanno a braccetto con gli uomini delle Istituzioni democratiche di questo Bel Paese, noi accusiamo gli uni di viltà, gli altri di complicità. Una complicità sessantennale che ha permesso il genocidio degli Italiani delle Terre orientali. Il “ricordo”, il vittimismo, il pietismo, la conta delle vittime non servono a nulla se non accompagnate da precise rivendicazioni politiche. Mentre tutti tendono a “spoliticizzare” questo evento, noi rivendichiamo il diritto di innalzare le nostre bandiere su quelle terre – oggi temporaneamente occupate dagli Slavi – che furono di Roma e di Venezia e che dovranno tornare italiane». La cerimonia si è conclusa con un intervento del Cav. Uff. Dott. Pietro Cappellari, Vicepresidente della Delegazione di Roma della Fondazione della RSI – Istituto Storico: «Da pochi anni la tragedia delle foibe – tragedia che colpì tutta la comunità nazionale italiana e non solo una parte di essa – è entrata di diritto nelle celebrazioni ufficiali della Repubblica Italiana. Ossia è entrata nel novero di quelle “feste” a cui nessuno è interessato – se non quando vi sono dei fondi da “gestire” – ma a cui è obbligo partecipare per mero protocollo. Ed infatti, oggi si può parlare liberamente di foibe, di genocidio e di quant’altro solamente perché a nessuno, di questi avvenimenti, interessa più nulla. Quando nel primo dopoguerra, negli anni ’70 e ’90 si sarebbero potute fare delle precise rivendicazioni contro l’artificiale Stato-canaglia iugoslavo od i suoi “eredi”, il Governo italiano dimenticò non solo questo dramma nazionale, ma anche di essere rappresentante degli interressi italiani. Oggi, gli stessi che in quegli anni svendettero parte del territorio della nostra Patria e che addirittura furono sostenitori delle richieste iugoslave contro l’Italia, piagnucolano davanti alla “rivelazione” delle dramma delle foibe, come se mai avessero saputo, come se non avessero – anche loro! – le mani sporche di sangue, l’animo infettato di viltà e di infamia. Ed è opportuno differenziarci dai democratici “illuminati” che il 10 febbraio “ricorderanno” le foibe. Perché noi mai fummo complici di tanta vigliaccheria. Oggi, nella “Giornata del ritorno” il nostro pensiero non può non andare ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana, gli ultimi difensori dell’italianità dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Di fronte al loro cosciente sacrificio, s’innalzano le bandiere delle terre irredente baciate dal sole della nostra Patria». Lemmonio Boreo
... Toggle this metabox.