Caro Giovanni,
oramai siamo allโapoteosi.
Hai voluto scomodare anche il grande DโAnnunzio (non Dannunzio, altro refuso?) e quindi ora mi aspetto da te una Ode alla nuova icona femminile elbana, percheโ, eโ inutile nasconderlo, in quella assemblea sei stato letteralmente folgorato dalla signora. Si, unโOde, meglio in francese, lingua a te piuโ confacente, percheโ gli ingredienti ci sono tutti: Elba, Napoleone, Paolina ecc. Pensa, un evento culturale; mi immagino giaโ la recensione de Le Figaro: โLe Monello et la Dameโ. Cosiโ potrai anche versare gli incassi letterari alla causa dellโOspedale di Portoferraio; perfetto, il cerchio si chiude.
Vorrei ora rivolgermi cortesemente alla signora Cheti Soldani.
Sa, signora, ieri pomeriggio ero in centro in Via dei Calzaiuoli a Firenze, ed incrocio casualmente due โsbarbatelleโ (ragazzine di 15-16 anni) che apostrofano un bel ragazzo che passava di li in questi termini: โMamma mia, che fico!โ. La prima considerazione che mi eโ venuta in mente eโ che le parole maschilismo e femminismo sono di fatto obsolete per i nostri ragazzi; poi ho pensato: chissaโ cosa sarebbe successo se il nostro buon Giovanni avesse apostrofato la signora con la stessa terminologia; probabilmente le care piaggesi lo avrebbero rincorso a ciabattate, pardon โฆ a stivalate, dagli Spiazzi fino al Porticciolo e poi inabissato in mare. Vede, signora Cheti, il nostro Giovanni eโ in realtaโ un giovane di buone maniere che โฆ a modo suo Le ha voluto fare un complimento; in fin dei conti quando ci si agghinda per uscire di casa, lo facciamo per piacere agli occhi del prossimo, non trova?
Spero di non aver sollecitato la suscettibilitaโ di qualcuno; se si, me ne scuso.
Dante
