«Fermate quei lavori sulla scogliera del porto». La diffida al genio civile opere marittime è arrivata dall’impresa Crudo, la stessa società che aveva ottenuto nel 2006 in appalto i lavori di prolungamento del molo del porto e della messa in sicurezza della medesima diga foranea e poi, nel 2009, fu esonerata dall’incarico per inadempienze contrattuali. Ma quella decisione assunta dall’amministrazione comunale non è mai stata digerita dal management dell’azienda pugliese che, in questi anni, ha dato vita a un contenzioso infinito che resta vivo a distanza di anni.
Secondo l’impresa Crudo l’intervento dovrebbe rimanere bloccato fino alla data di definizione del contenzioso tra la stessa società privata e il gestore dell’opera portuale a Porto Azzurro. Insomma la partita non è ancora finita, così come continua il contenzioso dell’impresa Crudo che ha mal digerito di esser stata estromessa dagli interventi sul dente del porto, valutati per una cifra che si attestava intorno ai cinquecento mila euro. E che ora batte cassa e si rivolge al ministero delle Infrastrutture perché le siano versati almeno trecento mila euro che riguardano l’esecuzione dei lavori portati a termine in quaranta giorni (in condizioni anche meteo marine avverse) e mai pagati.
All’epoca della «rottura» era stato contestato alla ditta Crudo l’uso di materiali, nel tratto della scogliera che era stata messa in sicurezza, non confacenti con quanto era stato previsto dal contratto. Ma la contestazione non è mai stata compresa fino in fondo, né tantomeno accettata, dall’ingegner Crudo. «L’osservazione ci è sembrata molto pretestuosa – dice il titolare dell’impresa pugliese – in sede di accertamento è stata confermata la compatibilità di tutti i materiali impiegati, ma nonostante questo ancora non siamo stati pagati».
L’impresa rivendica di aver portato a termine una parte dei lavori. «Nonostante le avversità climatiche – continua il responsabile dell’impresa brindisina – abbiamo provveduto alla messa in sicurezza del molo e della banchina».
Esserci riusciti, per l’impresa, è un motivo di soddisfazione, nonostante la rescissione del contratto e soprattutto il divieto di transito dei camion da piazza Matteotti siano stati un ostacolo. «Se ognuno avesse fatto il proprio dovere – conclude l’ingegner Crudo – senza aggressioni di alcun genere le opere sarebbero state tutte ultimate nei tempi previsti».[SIZE=4]Aumentano i Ricorsi sul Porto[/SIZE] [COLOR=red]Ma qualcuno si è mai chiesto perché la ditta pugliese non poteva passare con i Camion?[/COLOR] [SIZE=4]Aumentano i Ricorsi sul Porto [/SIZE]
