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Uno e forse tanti da Uno e forse tanti pubblicato il 22 Gennaio 2009 alle 10:12
Sono molti i concittadini nel dubbio, nella indecisione. Ci avviciniamo al ricambio amministrativo e quindi ad una scelta, oggi prematura non avendo i soggetti da scegliere. Comunque abbiamo il passato ed il presente. Per me, senza voler eccessivamente giudicare, apprezzo maggiormente il presente, non perchรจ sia perfetto o perchรจ abbia creato grande sviluppo. Per i principi ispiratori ed i valori, la trasparenza, l'equitร . Non si puรฒ misurare tutto in termine assoluto di convenienza e di ritorno economico, bensรฌ anche il perseguirli con correttezza, rispetto delle regole, rispetto dei diritti di tutti. Si sono create situazioni difficili perchรจ l'impianto amministrativo era a mio parere sbagliato, falsato da convenienze personali che sรฌ lasciano spazio anche agli altriu interessi, ma spazio fisiologico non voluto o progettato. Assieme ad una caratterialitร  qualche volta troppo egocentrica si deve riconocere a Paolo la costante ricerca della uguaglianza, dell'anteporre il diritto comune a quello del singolo, del valutare e porre attenzione a problematiche generali. Lo sviluppo passa dal rispetto ambientale, dalla coniugazione di questo con le esigenze degli operatori turistici, dal creare coscienza e sensibilizzazione verso ricchezze da tutelare e valorizzare. Certo non รจ un percorso nรจ breve nรจ facile, che comunque porterร  ad avere certezza delle spettanze in ogni campo. Trovare maggior collaborazione e condivisione significa iniziare un percorso comune nel comune interesse, per chi naturalmente vuol crederci. Dall'altra parte, per adesso, salvo un cambiamento auspiabile, resta chi della politica ha fatto una professione, tanto da ritenere indispensabile perseguirla per anche realizzarsi personalmente e crescere magari economicamente. Speriamo i fatti mi diano torto e ci si trovi a dover scegliere fra due compagini valide, il cui confronto avvenga su programmi, progetti, visioni future e non su nomi e cognomi portatori di voti magari clientelari. E' una sfida ad un modo nuovo di vedere e pensare la cosa pubblica a cui forse non siamo abituati. O solo illusi per abitudine si viva di intrallazzi e di aggiramenti delle regole, ragion per cui forse ancor oggi ci sentiamo debitori. Infatti se si osserva, la diatriba si svolge piรน sul singolo od il personale che sul valutarne le vere potenzialitร  come amministratori, solo per tenere incollati ad un pregiudizio i cittadini. Serve il coraggio di non temere un futuro senza neppure un "amico" in Comune sapendo egualmente di non per questo subire ingiustizie o non veder rispettati e tutelati i propri diritti, questo avviene proprio solo se si lavora per il bene comune e non per quello dell'amico o del singolo individuo, certo puรฒ apparire demagogia eppure รจ la fondamenta su cui si basa una buona amministrazione.
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