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ENERGIA IL LUNGO SUICIDIO DELL'EUROPA pubblicato il 29 Marzo 2022 alle 17:49
Qualche numero semplice che descrive i tanti errori europei riguardo alla nostra dipendenza energetica. Cosรฌ da depurare dalla propaganda fatta in questi giorni da cliente e fornitore, e cioรจ da Europa e Russia. I primi fingendo di poter sostituire facilmente il gas siberiano e i secondi fingendo di poterselo far pagare in rubli. Partiamo da un numero molto semplice. Mosca esporta in Europa 155 miliardi di metri cubi di gas lโ€™anno. Circola lโ€™idea totalmente falsa che si possano sostituire con molecole americane. Gli Stati Uniti che per anni sono stati importatori netti di combustibili fossili, da qualche anno sono diventati esportatori, grazie a nuove tecniche di estrazione. Nonostante ciรฒ, le loro quote non sono comparabili con quelle russe. Su una produzione di 850 miliardi di metri cubi, gli Usa sono in grado di esportarne solo una frazione pari a 100 miliardi. Se anche dovessero dirottare tutto questo surplus in Europa, cancellando le rotte asiatiche, si tratterebbe comunque di una quantitร  insufficiente a soddisfare i bisogni del Vecchio continente. Cโ€™รจ un ulteriore aspetto contraddittorio. Lโ€™Europa dipende dal gas russo, in un crescendo che perรฒ parte dai tempi dellโ€™Unione Sovietica, per un motivo piuttosto banale: costa relativamente poco. Ovviamente in condizioni di mercato normali. Il gas arriva in Europa con dei tubi, partendo quasi dalla bocca di pozzo. Il gas americano dovrebbe arrivare da queste parti in forma liquida e poi essere ritrasformato in stato gassoso. Prima raffreddi e poi riscaldi: il che ha un costo. A ciรฒ si aggiunga che deve essere trasportato da grandi navi, che fanno tragitti fenomenali. Insomma costa piรน caro che ottenerlo dalla pressione di un tubo che te lo porta direttamente a casa. In Europa inoltre, per la nostra miopia strategica, non ci sono molti luoghi in cui รจ possibile ritrasformare il gas da liquido a gassoso. La penisola iberica รจ la piรน dotata di questo genere di infrastrutture: ne ha nove. E per la veritร  sono anche sottoutilizzate; insomma potrebbero accogliere piรน materia prima. Peccato che governi, comitati, politici e compagnia danzante abbiano di fatto bloccato il potenziamento del tubo che dalla Spagna avrebbe potuto portare alla Francia e per questa via allโ€™Europa, il gas prima liquido e poi rigassificato nelle strutture iberiche. Per farla breve: gli unici che hanno i rigassificatori in Europa, sono isolati. Roba da pazzi. Ma sarebbe meglio dire, ยซroba europeaยป. Nella cosiddetta tassonomia per la transizione energetica, il gas veniva considerato il diavolo. Il Vecchio continente non investe piรน da anni nel settore e ha ridotto negli ultimi tre anni la produzione del 15 per cento. Fenomeni. Oggi ci troviamo impiccati al fornitore russo, preghiamo gli americani di fornirci a caro prezzo il loro, che comunque รจ insufficiente, e se dovesse arrivare nellโ€™unico luogo in Europa dotato di rigassificatori, ebbene non avremmo i tubi per diffonderlo. Se avessimo piazzato alla guida della politica energetica europea il Joker e lo avessimo fatto fidanzare con Greta, non saremmo stati cosรฌ bravi a farci del male. Nel frattempo i cattivoni di Gazprom mantengono i loro contratti come se fossimo in tempi normali. Inviano il gas persino ai loro clienti ucraini. E hanno fatto della loro affidabilitร  e rispetto dei contratti un punto di onore e di mercato. Per questo รจ molto difficile che rispettino il diktat putiniano di farsi pagare in rubli. Come notava il boss dellโ€™Eni austriaca un paio di giorni fa sul โ€œFinancial Timesโ€, il cambio della moneta nellโ€™esecuzione di un contratto rappresenta una violazione sostanziale dello stesso. Questโ€™inverno lโ€™Europa ha speso 400 miliardi di euro in piรน per elettricitร  e gas rispetto a quello precedente. Metteteci la tara di una robusta ripresa economica. Resta il fatto che i consumi e la domanda giustificano oggi investimenti che ieri anche dal punto di vista economico potevano apparire poco convenienti. Altro che transizione energetica e palle sulla decrescita felice. Oggi รจ il momento di investire in infrastrutture ed esplorazioni, rendendo davvero lโ€™Europa unita e non a chiacchiere, su uno dei cardini della propria indipendenza.
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