ANCORA SUL DISSALATORE DI MOLACHI VUOL STRAVINCERE SPESSO PERDE. ANCHE L’ELBA NON SI SOTTRAE
Il retaggio di Napoleone ha conferito ad una tradizione forse troppo radicata, di non accontentarsi di una vittoria striminzita
di Alberto Zei
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/diss.JPG[/IMGSX] Dopo l’ultima soccombenza giudiziaria del novembre 2021 subita dal Comune di Capoliveri a seguito delle istanze al TAR Toscana per impedire l’installazione del dissalatore nel proprio territorio, si deve fare riferimento all’ordinanza cautelare del TAR che già nel 2017 aveva condizionato la ripresa dei lavori di installazione ad un accordo tra la Azienda Servizi Ambientali (ASA) e lo stesso Comune. Fin da allora Capoliveri avrebbe potuto avvalersi di questa ordinanza per concentrarsi sulle condizioni da porre a base dell’eventuale accordo tra le parti.
A compartimenti stagni - Riprendiamo qui le vicende di questi ultimi anni, che poi sono quelle che interessano le opposizioni legali al dissalatore, ripetutamente presentate dal Comune di Capoliveri ai Tribunali Amministrativi.
Il TAR Toscana, come accennato, nel 2017 dispose con l’ordinanza cautelare n. 437 la sospensione dei lavori di installazione dell’impianto; ordinanza che, quantunque avesse carattere provvisorio, dava a Capoliveri la possibilità di bloccare i lavori per il tempo in cui non ne avesse concordato con ASA la ripresa.
A questo punto non è chiaro perché Capoliveri non abbia mantenuto una posizione di diniego anziché incardinare cause e cause perdenti davanti a Tribunali Amministrativi a carico dei cittadini su altri argomenti, quando quest’ordinanza, anche se provvisoria, gli offriva la possibilità di esprimere il dissenso e di negare l’ accordo o rimandarlo a tempo indeterminato.
Certo è che tra gli Enti Pubblici i patti contrattuali, come detto in altre circostanze, non si stipulano a voce ma si realizzano con una documentazione formale prevista dal nostro ordinamento con carta intestata, numero di protocollo, data, firma dei rappresentanti delle parti e trascrizione sull’apposito registro in cui risulta la sintesi dell’atto prodotto.
Insufficiente cautela legale - Dopo due anni, senza che alcunché di concreto avvenisse, alla fine di maggio del 2019 vi fu da parte della Regione Toscana un tentativo di accordo generale con i Comuni dell’Elba per la costruzione del dissalatore. In quell’occasione i Comuni di Porto Azzurro e di Capoliveri direttamente interessati, ovviamente per le conseguenze negative dell’installazione dell’ impianto nel proprio territorio, espressero parere contrario.
Trascorsi altri cinque mesi senza alcuna intesa tra le parti, la contestazione dell’installazione da parte di Capoliveri continuò davanti al Consiglio di Stato tanto che il Supremo Organo Amministrativo il 30/10/2019, evidentemente prendendo atto della situazione, con un’ evidente sottolineatura dell’incongruenza di richiedere per altri motivi la interruzione dei lavori già sospesi, respinse la richiesta di Capoliveri, ribadendo che il Comune questa sospensione l’ aveva già ottenuta due anni prima dal TAR.
Ciò significa che la ripresa dell’attività per l’installazione del dissalatore era condizionata ad un accordo da stipulare tra le parti e che, pertanto, allo stato delle cose, i lavori non avrebbero dovuto proseguire. Tenuto conto poi che il tempo non può sanare le irregolarità e che nessuno atto formale risulta stipulato tra ASA e il Comune di Capoliveri, il divieto di continuare l’ installazione è ancora valido senza l’obbligo di specificare le ragioni per le quali viene negato il consenso.
Un disutile doppione - Il 10 dicembre del 2019 il Comune di Capoliveri, non accontentandosi del fatto che il TAR gli aveva concesso la potestà di impedire il proseguimento dei lavori di installazione, ha prodotto invece un’ordinanza denominata “Accertamento dell’esistenza sulla conformità urbanistica del titolo edilizio paesaggistico con contestuale sospensione dei lavori”. Non considerando però che alcuni argomenti elencati in questo documento, andavano a sostituire in modo autonomo - e anche inutilmente temerario - l’applicazione di una decisione già presa, sia dal TAR che dal Consiglio di Stato poco più di un mese prima sui lavori che non potevano continuare.
Tutto ciò risulta dalla documentazione reperita all’esterno di Capoliveri in quanto il Comune, almeno finora, sembra non essere propenso a mostrare gli atti legali utilizzati per impedire l’installazione del dissalatore. Non si comprende pertanto questo atteggiamento restio, trattandosi di atti pubblici pregressi e in fin dei conti, a carico degli stessi contribuenti i quali ai sensi della nota “legge Bassanini” sulla trasparenza degli atti, avrebbero il diritto di richiedere.
Sarebbe quindi giusto essere informati delle azioni legali pubbliche che l’Amministrazione ha promosso a difesa del territorio contro l’installazione del dissalatore.
Le prove dei fatti - Per far chiarezza di questa sorta di guerriglia giuridica che da anni e anni occupa la cronaca dei giornali con polemiche sterili e senza alcun costrutto, sarebbe auspicabile che il Comune di Capoliveri, se ritiene di non potersi avvalere della sospensione dei lavori, mostri all’opinione pubblica se gli è possibile, la sentenza del Consiglio di Stato che annulla il disposto della sua stessa ordinanza con la quale aveva stabilito che: ”L’avvio dei lavori è subordinato alla stipula di un accordo di esecuzione concordato con l’amministrazione comunale”.