[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/pale.JPG[/IMGSX] Sul Corriere della sera rispondendo ad un articolo di Gia Antonio Stella, Roberto della Seta, storico rappresentante della cultura ambientalista e della tutela del patrimonio culturale elabora una strano ragionamento. sostiene che norme e soprintendenze abbiamo inciso negativamente sulla crescita asfittica delle energie alternative, finisce per ritenere sostenibile l'installazione di qualche decina di pale in mare aperto o di qualche parco fotovoltaico in zona agricola. In piรน sottolinea che di fatto tutti i no contraddicono il principio del paesaggio come struttura in divenire e lo espongono ai disastri della crisi climatica.
Bene, Bravo!
Se รจ cosรฌ, e Della Seta non รจ un bieco speculatore, sorge allora la necessitร di porre sia alle istituzioni, in primis al parco naturale, sia all'associazionismo ambientalista, cosa pensa. se รจ di attaulitร verificare la possibilitร di realizzare impianti di questo tipo sull'isola o,se al contrario, questi intendano ancora provilegiare gasolio e benzine.
Come dire si vuole fare sul serio o fare ambientalismo di facciata?