Mar. Lug 1st, 2025

Homepage

Lascia un messaggio

 
 
 
 
 
 
I campi con * sono obbligatori.
Il tuo messaggio sarà online dopo l'approvazione della Redazione di Camminando.
Ci riserviamo il diritto di cancellare o non pubblicare il tuo messaggio.
Dott. Luciano Gelli pubblicato il 29 Ottobre 2021 alle 13:08
VACCINI...COSA SONO di Luciano Gelli [IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/gelli.JPG[/IMGSX] Vaccino, termine derivato dall’aggettivo latino vaccinus, ossia di vacca. In origine fu usato per indicare sia il vaiolo dei bovini sia il pus ricavato dalle pustole del vaiolo bovino impiegato per praticare l’immunizzazione attiva contro il vaiolo umano. In passato le malattie infettive provocavano centinaia di migliaia di vittime durante i periodi epidemici. Cinque secoli prima di Cristo i terapeuti greci scoprirono che soggetti in grado di superare il vaiolo diventavano immuni per sempre. Da qui la consuetudine di contagiare volutamente persone sane con materiale purulento prelevato da malati in via di guarigione e da individui che avevano contratto la malattia in forma lieve. Considerato che il vaiolo uccideva un malato su tre si scelse di proseguire nella vaccinazione. Alla fine del 1700 Edward Jenner vide che in Inghilterra le epidemie di vaiolo risparmiavano contadini allevatori di bovini e mungitori di mucche. In realtà i bovini si ammalavano in forma leggera e superavano facilmente la malattia trasmettendola a chi li contattava con la conseguente eruzione di piaghe purulente sulle mani. Lo studioso inglese ipotizzò che vaiolo umano e vaccino fossero due varietà della stessa malattia e che inoculando a soggetti sani il pus del vaiolo delle vacche questi sviluppassero una malattia poco aggressiva mentre acquisivano una resistenza duratura al vaiolo umano. Solo nel 1840 la vaccinazione divenne obbligatoria per tutti. Nel 1980 l’umanità ha ottenuto l’eliminazione definitiva del virus vaioloso. Come tutte le vaccinazioni nate in seguito, quella antivaiolosa trovò ampie frange di resistenza. Nel 1902, durante un’epidemia verificatasi a Cambridge, Massachussetts, un certo Henning Jacobson rifiutò la vaccinazione convinto che l’obbligatorietà violasse il diritto di curare il proprio corpo. La sentenza dei legali cittadini e quella successiva della Corte Suprema degli Stati Uniti condannò il ricorrente per il motivo che: IL DIRITTO INDIVIDUALE NON PUO’ E NON DEVE CONTRASTARE IL BENE PUBBLICO (PUBLIC GOOD). Louis Pasteur, padre della batteriologia, nell’ottocento dimostrò la “teoria dei germi” secondo la quale le malattie infettive erano causate da agenti microscopici viventi. L’emerito studioso riuscì ad attenuare il bacillo del colera dei polli rendendolo innocuo col passaggio seriale in diversi animali e con il trasferimento dello stesso in colture cellulari o con l’aggressione tramite calore e ossigeno. Ottenuti un vaccino contro il colera dei polli e un secondo contro l’erisipela, malattia sostenuta da germi appartenenti alle famiglie di Strepto e Stafilococchi, Pasteur si dedicò allo studio della rabbia partendo dal presupposto che l’agente patogeno si trovasse nel sistema nervoso e successivamente nella saliva di cani rabbiosi capaci di contagiare l’uomo con un morso. A causare la rabbia è un virus, invisibile con l’uso della vecchia microscopia; solo i microscopi elettronici possono consentirne l’osservazione. Pasteur si convinse che avrebbe potuto ridurre l’aggressività dell’agente patogeno esponendo il midollo spinale di conigli infettati. A partire dal 1885 l’inoculazione del vaccino procurò la completa guarigione di pazienti morsi o contaminati dalla saliva di animali rabbiosi quali cani, volpi, gatti, pipistrelli. I nemici invisibili portatori di malattie o, ancor peggio, di devastanti epidemie si possono distinguere in batteri, virus e macromolecole estranee. La somministrazione dei vaccini simula un primo contatto con l’agente patogeno mettendo in moto una risposta immunologica simile a quella causata da un’infezione naturale, senza però provocare la malattia e le sue complicazioni. Il principio alla base di questo meccanismo è la memoria immunologica, ossia la capacità di ricordare quali microrganismi estranei hanno invaso il nostro organismo in passato e di rispondere velocemente all’attacco subito. Cute e mucose rappresentano una prima difesa, una barriera meccanica per opporsi all’agente nocivo che viene definito ANTIGENE. Quando la prima barriera difensiva viene superata entra in gioco l’Immunità naturale (innata o acquisita) affidata a macrofagi e granulociti, cellule deputate a raggiungere l’antigene, aderire alla sua superficie per poi inglobarlo e distruggerlo mediante sostanze dotate di attività enzimatica. Varie proteine contenute nel plasma, numerate da C1 a C9, interagiscono tra loro attivandosi progressivamente. La C sta per complemento e interviene nell’infiammazione, nella rimozione di complessi antigene-anticorpo, nella lisi di cellule e microrganismi. Vaccini per malattie batteriche 1) La difterite è una malattia generale provocata dal Corynebacterium diftheriae, germe che produce una tossina capace di danneggiare cuore, reni e sistema nervoso. Il vaccino contiene la tossina trattata in modo da essere resa inattiva, cui si aggiunge sale di alluminio. Già nel 1920 si poteva contare sul vaccino. I richiami da effettuare sono cinque. 2) La pertosse è provocata dalla Bordethella Pertussis e può essere particolarmente grave in bambini sotto i due anni. Il vaccino è prodotto tramite frazioni purificate dell’agente batterico e protegge 9 individui su 10 nelle forme più impegnative. 3) Il tetano è una patologia sostenuta da una tossina elaborata dal Clostridium Tetani. Anche una ferita insignificante può rappresentare la porta attraverso cui il batterio penetra nell’organismo per provocare crampi muscolari dolorosissimi. Se vengono interessati i muscoli respiratori il 25% dei malati può soccombere. Il vaccino si ottiene con l’inattivazione della tossina e con l’aggiunta di sale d’alluminio. Esiste un vaccino trivalente, il DTPa (difterite- tetano- pertosse acellulare) che può essere somministrato entro i sei anni d’età. La prima dose dovrà essere effettuata entro il terzo mese di vita, la seconda entro il quinto, la terza tra l’undicesimo e il tredicesimo. Un richiamo è da attuarsi nel sesto anno e un altro nel quattordicesimo. 4) Lo Sreptococcus Pneumoniae definito anche Pneumococco o Bacillo di Fraenkel è il principale responsabile della polmonite negli adulti. Il vaccino si ottiene da frammenti di batterio attenuati e coniugati con sostanze che rendono il prodotto più efficace. 5) Il meningococco o Neisseria Meningitis è un batterio di cui si conoscono 13 tipi. In effetti solo cinque sono responsabili di patologia: A, B, C, Y, W. Il vaccino è ottenuto nella metodica simile a quello dello pneumococco. La malattia colpisce qualunque età con prevalenza nei bambini sotto i 5 anni. 6) La tubercolosi è causata dal Mycobacterium Tubercolosis e viene trasmessa per via aerea, prevalentemente attraverso i colpi di tosse. Oggi gli antibiotici specifici sono in grado di curarla e hanno cancellato l’alone di terrore che la accompagnava. Il vaccino contiene batteri vivi della tubercolosi bovina e stimola l’attività della memoria immunitaria. Vaccini antivirali Si tratta di farmaci mirati a combattere numerose infezioni o per fornire protezione nei confronti di una futura malattia virale, generalmente per brevi periodi. La loro azione si espleta su una delle varie fasi del ciclo replicativo del virus. I virus sono un gruppo estremamente vasto ed eterogeneo di microrganismi infettivi. Si tratta di parassiti che hanno bisogno di entrare all’interno di una cellula ospite per completare il loro ciclo vitale. Questi agenti patogeni sono costituiti principalmente dal loro materiale genetico che può essere RNA (acido ribonucleico) o DNA (acido desossiribonucleico) e dalla membrana cellulare che li racchiude e li protegge. Quando un virus penetra nella cellula ospite ne prende il controllo e ne utilizza organuli e risorse per raggiungere il proprio scopo: rilasciare copie di sé stesso. Il percorso termina con la rottura della cellula ospite e con la diffusione di nuovi virus. A seconda delle loro caratteristiche i virus possono parassitare batteri, protozoi, piante, funghi, insetti, pesci, animali in genere. Il salto di specie tra animali e uomo è possibile col consumo di carni infette e qualora si verifichino mutazioni spontanee dei virus. Malattie virali Influenza stagionale Malattie dell’infanzia (Morbillo, Varicella, Rosolia, Parotite) Malattie trasmesse sessualmente o con il sangue (AIDS, Epatite B) Malattie trasmesse con il cibo (Epatite A) Poliomielite Tumori benigni e maligni Il termine virus deriva dal latino e significa: sostanza velenosa. La parte centrale di un virus è definita “core”: Il rivestimento periferico a funzione protettiva è il “capside” che, a sua volta, può essere ricoperto da una membrana “envelupe” che conferisce la forma caratteristica di ciascun virus. Sulla superficie virale sono presenti strutture proteiche che permettono l’aggancio alla cellula bersaglio. Lo scopo di un vaccino è quello di permettere al nostro organismo di fare conoscenza con una proteina virale in modo che impari a riconoscerla come estranea e ad allestire un esercito di anticorpi specifici per neutralizzarla. Per evitare che la proteina virale nuoccia si può procedere in tre diverse modalità: 1) Vaccini a vettore virale. Si ottengono usando virus innocui per l’uomo unitamente ad un gene sintetico che obbliga le cellule a produrre una proteina del virus patogeno. La proteina ottenuta sarà esposta sulla superficie delle cellule così trattate e questo consentirà al sistema immunitario di mettersi a costruire anticorpi contro il virus cattivo. 2) Vaccini RNA e DNA. Si produce un gene sintetico che codifica una determinata proteina e la si inietta direttamente per stimolare la protezione immunitaria. 3) Vaccini con proteina virale. Si va a produrre una proteina del virus iniettandone una quantità ridotta, tale da non provocare inconvenienti. Rischi delle vaccinazioni Nel miglioramento della salute pubblica i vaccini hanno avuto un effetto positivo paragonabile solo alla diffusione dell’acqua potabile. Quando malattie come poliomielite, difterite, morbillo mietevano centinaia di migliaia di vittime l’arrivo dei vaccini contribuì a limitarne drasticamente gli effetti o li fece scomparire. Dobbiamo tener presente che mentre un farmaco qualunque si impiega per migliorare il nostro stato di salute, il vaccino è somministrato ad un soggetto sano per mantenerne in futuro una condizione di buona salute. L’assenza di malattia rende meno disponibili ad accettare il rischio. Occorre ricordare che il rischio è parte integrante di qualsiasi atto medico. Basta leggere il foglio illustrativo a corredo di ogni farmaco per comprendere i possibili inconvenienti nell’assunzione del farmaco stesso. Le persone sono disposte ad accettare livelli di rischio molto alti come quelli legati al fumo, alla guida di un’auto, all’abuso dell’alcool o di sonniferi e psicofarmaci, alla pratica di certi sport estremi, al consumo di droghe definite leggere, mentre temono le vaccinazioni con i loro remoti, possibili effetti negativi.
... Toggle this metabox.