IL DISSALATORE DELL’ ELBA E L’ AGENTE DI CAMBIO
di Alberto Zei
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/cartina.JPG[/IMGSX] Capo Stella – le correnti rientrano
La capacità pluviale dell’Elba
Malgrado tutte le obiezioni finora poste sull’installazione del dissalatore, sembra che in quest’ultimi giorni la stampa riporta i toni trionfalistici dell’ASA e della AIT che danno ormai per scontato ciò che scontato non è; o almeno non è ancora, finché non saranno esaminati altri aspetti trascurati sulla condizione e sulle conseguenze che il dissalatore apporterebbe alla qualità e alla quantità idrica dell’acquedotto elbano. Non è possibile però prescindere dal fatto che l’Isola d’Elba ha una capacità complessiva pluviale annua di quai 10 volte il suo fabbisogno invernale ed estivo, mentre l’ attuale acquedotto ha una perdita di circa il 50% dell’acqua che riceve.
Sono in molti e soprattutto gli interessati a voler far credere di aver superato tutti gli ostacoli per imporre all’Elba un impianto di dissalazione, addirittura evidenziando con testimonianze negative di chi ha dovuto subire un simile trattamento, che proprio per queste ragioni all’Elba non saranno commessi errori. Ma vediamo per ordine ciò che è avvenuto recentemente.
L’indesiderato ospite
Con l’introduzione del dissalatore all’Isola d’Elba e le sue contraddizioni sembra che anche il comportamento dei sostenitori di questo indesiderato ospite si adegui alle circostanze.
Il Sindaco di Capoliveri, Walter Montagna per meglio comprendere le prospettive per l’Elba in vista del complesso industriale di dissalazione da installarsi in Pian di Mola, nello scorso luglio ha invitato l’Assessore all’Ambiente del Comune di Ventotene Francesco Carta, per esprimersi sulle problematiche che il dissalatore installato nella sua isola, ha causato all’impianto di distribuzione idrica e alla popolazione.
Lo stesso Sindaco riferisce con molta chiarezza il punto di vista di Capoliveri.
«Il nostro Comune è impegnato nella ridiscussione del progetto e nel cercare di far ripensare la Regione sull’opportunità di questo tipo di intervento che ci creerebbe dei danni. La presenza dell’Assessore Carta è stata importante perché ci ha portato la testimonianza di quello che è avvenuto a Ventotene dopo la realizzazione del dissalatore» (da Il Telegrafo Livorno/cronaca)
I danni arrecati
Lo stesso Assessore ha precisato che il dissalatore era stato allacciato alla rete di distribuzione senza però rimineralizzare l’acqua prodotta. A prescindere dagli effetti biologici sulla popolazione di un’acqua potabile di questo genere, Carta riferisce che dopo due anni il dissalatore produceva ancora acqua quasi distillata; condizione questa che aveva eroso le tubazioni di distribuzione dell’acquedotto dell’isola mettendo ovviamente in circolo il particolato dell’erosione unitamente a forti caratteristiche di torbidità.
“L’impianto – fa presente Carta - è entrato in funzione a novembre del 2017 ma fino a giugno 2019 produceva un’acqua di soli 4 gradi francesi, in pratica acqua distillata, che aveva eroso i tubi assumendo forti caratteristiche di torbidità. Nel giugno 2019 sono iniziati i trattamenti di mineralizzazione, con l’aggiunta di calcio e magnesio, e la situazione è migliorata anche se ancora oggi l’impianto eroga acqua con durezza di circa 13 gradi francesi, che resta al di sotto dei limiti di legge.
Certamente, rispetto a tre anni fa la situazione è migliorata, ma c’è da fare ancora molto per arrivare ad avere un servizio efficiente”.
(da Autorità Idrica Toscana - Dissalatore Elba: utile e sicuro)
A titolo sperimentale
Se poi si tiene conto che il dissalatore di Mola, come lo scorso anno fu anche prospettato all’ allora Ministro Costa in occasione di una sua visita all’ Elba, rappresenta con la mescolazione di acqua salmastra, un modello sperimentale, ossia mai utilizzato prima (qualcuno ritiene in tutto il mondo), è lecito chiedersi se quest’esperimento anziché su cavie è giusto che si faccia direttamente sull’intera popolazione dell’Elba, oltre che su quella turistica che si reca all’isola in cerca di benessere.
La sperimentazione consiste nel prelevare l’acqua salmastra dei pozzi artesiani del Pian di Mola per mescolarla con l’acqua distillata del dissalatore. Ma i pozzi artesiani con il saliscendi del livello idrico per le stagioni, per le piogge e per il prelevamento, contengono un differente grado di variabilità salina anche giornaliera, che a lungo andare non giova certo alla salute. Ma oltre il sale, ossia il cloruro di sodio, dove verranno presi il potassio, il calcio, il magnesio, i cloruri, i solfati e i bicarbonati per salinizzare l’acqua distillata del dissalatore? Dall’acqua salmastra dei pozzi di Mola?
Anche il malandato acquedotto elbano, che accusa una perdita di distribuzione di quasi la metà del suo contenuto, ha ancora in gran parte delle tubature in ghisa. La variabilità della durezza dell’acqua contribuirà alla formazione di ulteriore erosione e anticiperà la rottura di molte delle vecchie tubazioni dell’acquedotto. Ma la ruggine che si forma, dove andrebbe a finire?
Il parere dell’ASA
Il dottor Mazzei Presidente dell’ASA, prendendo atto della situazione riferisce che per quanto riguarda il dissalatore dell’Elba, la popolazione può essere tranquilla in quanto l’ASA non commetterà gli stessi errori commessi con il dissalatore di Ventotene; errori però, di che a quattro anni di esercizio, come ha affermato l’ Assessore Carta, ancora non sono stati rimossi.
Così infatti, il Presidente si esprime:
«Abbiamo voluto sentire il Comune di Ventotene perché la loro è stata un’esperienza in partenza negativa e all’Elba non vogliamo commettere nessun errore. L’esperienza di Ventotene ci aiuta così a progettare e gestire all’Elba un dissalatore che non avrà quelle problematiche, ma sarà efficace al massimo, per tutta la popolazione e le attività economiche elbane». (da Autorità Idrica Toscana - Dissalatore Elba: utile e sicuro)
L’ agente di borsa
Ancor prima di rassicurare che a fronte degli errori commessi a Ventotene, certamente all’ l’Elba le cose non andranno nello stesso modo, molti si porranno questa domanda: perché dopo quattro anni dall’installazione dell’impianto, non è stata ancora normalizzata la durezza dell’acqua di quell’ isola? Alcune volte, quando le cose appaiono in tanta assurda evidenza, è difficile trovare il filo logico delle motivazioni contrarie.
Ma l’ affidamento che si può avere di fronte ad affermazioni di questo genere, ricorda quelle dell’agente di borsa che, dopo aver investito in modo fallimentare i capitali dei risparmiatori, si rivolge a questi ultimi chiedendo di affidargli ancora il loro denaro perché da quegli errori ha capito la lezione e con nuovi investimenti ricaverà grandi profitti per tutti.