L'ESTREMO SALUTO A FRANCESCO BOSI
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_30/rosa.JPG[/IMGSX] Nel giorno dellโestremo saluto a Francesco Bosi mi tornano alla mente tanti episodi della nostra vita in comune. Ho conosciuto Francesco nel 1976, quando avevo 20 anni e lui ne aveva almeno 10 piรน di me: io allโepoca ero segretario della sezione Dc Romito Vittoria in Firenze. Siamo stati insieme per diversi anni nel comitato comunale della Democrazia Cristiana, condividendo idee e situazioni comuni, e ci siamo ritrovati poi a Rio. Da allora, anche se impegnato in contesti piรน importanti, mi ha sempre seguito: ricordo che mentre ero Sindaco, quasi settimanalmente, nei pochi giorni in cui ero a Firenze, passava dal mio ufficio per prendere un caffรจ e parlare della nostra Elba. Francesco era altamente convinto della bontร dellโunificazione delle due Rio e mi ha spinto tanto in tal senso, col rammarico di non essere riuscito a farla lui, non avendo trovato la sponda giusta nella sua collega dellโepoca. Ogni anno, a Natale, fino allo scorso, riuniva gli amici democristiani a Firenze anche dopo anni dal suo abbandono della politica. La sua frase ricorrente era โil bene comuneโ, e ne ha fatto tanto, anche con persone che conosceva solo marginalmente, senza mai apparire. Un amico prima di tutto, anche prima della politica: un continuo punto di riferimento e di confronto.
Esemplare del suo modo di essere fu la frase che usรฒ in un articolo scritto in un momento di difficoltร nel mio mandato da sindaco: โho aspettato e riflettuto piรน a lungo - scrisse - prima di intervenire sui fatti di Rio nellโElba, proprio perchรฉ sono amico di Claudio de Santiโ. E come non ricordare il capitolo scritto dal lui nel mio libro โLa Balena Bianca e la caduta dellโultimo castelloโ, dove fu perfetto nel descrivere gli oneri (tanti) e gli onori (pochi) del pubblico amministratore.
Oggi la nave che lo ha portato nella sua Rio Marina ha suonato le sirene per lui per lโultimo saluto. Sono certo che lui lo avrebbe fatto per me. Oggi siamo tutti piรน poveri.
Claudio de Santi