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PASQUALE BERTI da Marciana Marina pubblicato il 7 Maggio 2021 alle 15:51
LASCIATEMI SFOGARE di Pasquale Berti [IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_30/berti.JPG[/IMGSX] Ho riletto con piacere l’ottimo articolo sul porto di Marciana Marina scritto dall’Architetto Piero Baracchi che in calce ripropongo e che condivido pienamente. Non posso non rimanere stupito dall’evolversi della vicenda, forse motivo determinante per la vittoria elettorale. E non riesco a comprendere perché il piano regolatore portuale non sia stato revocato. Un illustre legale di fama nazionale assicura che non ricorrerebbe, con la revoca, il “danno erariale” come qualcuno vorrebbe far credere per sostenere questo atteggiamento dilatorio. Trovo nell’agire dell’Amministrazione un particolare atteggiamento di “timor riverenziale” verso la precedente Amministrazione e forse rancore o astio verso altre amministrazioni. Vedo politiche nepotistiche. Lavori fatti, più adatti a periferie di città che non a piccoli deliziosi paesini turistici come il nostro. Portofino docet. Noi oramai, mi sembra, siamo distanti anni luce da quegli esempi. Vedo un paese al buio, anche come visione futura. Se poi fosse anche vero che le abitazioni (magazzini compresi) nel nuovo piano regolatore per l’abitabilità possono avere una superficie minima di 28mq o 33mq, addio al turismo di qualità, forse avremo un boom economico temporaneo, poi la fine e l’addio al benessere faticosamente conquistato. In paese mi dicono ci siano più di 100 appartamenti in vendita: Ragioniamo… Vedo il nulla per la vivibilità e la socialità, non vedo ristoranti, negozi, alberghi aperti nel periodo delle vacche magre. Mancano le incentivazioni giuste che permettano un’apertura prolungata (10 mesi circa) tipo il taglio delle tasse, delle imposte, la concessione di contributi per l’affitto etc… per far vivere dignitosamente Marciana Marina e la sua gente (parlo senza Covid). Per non dire del Saint Claire: perché non prevedere il ritorno all’alberghiero? Se non vado errato aveva 15'000 presenze annuali di turisti, e tre dipendenti fissi, oltre gli stagionali (6?). Mi sembra di ricordare che 5 personaggi che deliberarono in Consiglio, la trasformazione da alberghiero, sono presenti nell’attuale consiglio comunale, potrebbero ripensare al loro atto e rimediare all’errore del passato. Questo è il mio pensiero per il bene del paese. Per non parlare della politica cimiteriale non rispettosa del passato e senza visione. Nel futuro prossimo saremo costretti a chiudere l’attuale cimitero per farne un altro, e forse traslocare anche i defunti? Non vedo piantumazioni di tamerici sul lungomare, vedo però crollare i vecchi. E ricordo l’onorevole Malfatti, nostro cittadino onorario, quando diceva affascinato che era uno dei lungomari più belli del mediterraneo grazie anche alle nostre tamerici. Vedo però tagliare alberi, troppi alberi anche in paese, pubblici e privati, tanto da vedere ormai le colline, senza verde, “rapallizzate”. La parola non è un complimento per Rapallo o per noi. Non parliamo della brutta scogliera che stravolge il lungomare. L’erosione si è spostata: ora è a casa “Mosca”. Vale anche su quella del Cotone, dal ponte; davanti alla fontana. Per i lavori a mare occorrono competenza, lunghi studi e buon gusto. Bisogna meditare a lungo prima di agire. Una diga sotto il mare era sicuramente più rispettosa dell’ambiente. Per operare ci vuole anche uno studio sulle correnti. Stravolgere il lungomare è un vulnus irreparabile anche per i negativi riflessi economici. Vale anche per la comparsa di nuove terrazze o altre manomissioni. È necessario pensare alle facciate viste le agevolazioni statali (90-110%). Non capisco le attuali fermate dell’autobus che l’estate fanno impazzire, cittadini, turisti ed autisti, perché non trasferirle in Piazza Sanzo e Via Vadi che sono strade a senso unico? I lavori nel vecchio comune di Via Vadi mi vedono perplesso, secondo me non è più tempo di scelte populiste. Era meglio spostarci gli ambulatori medici, anche pagando l’ASL, tra l’altro si sarebbero eliminate le lunghe attese dei pazienti all’aria aperta, sotto l’acqua, il freddo, il vento. L’edificio sul lungomare andava attrezzato per il turismo (sale mostre, ufficio pubbliche relazioni ecc …) oramai questa è l’unica fonte di benessere per la nostra gente. Non vedo purtroppo altre alternative di lavoro. Non parliamo dell’ufficio turistico per carità di patria. Brillante e patriottica l’idea di illuminare la “Torre” con il Tricolore. Oggi, dopo un anno, appare come la pubblicità di un tubetto di dentifricio. Potrei continuare, ma avendo promesso ai molti che chiedono il mio pensiero, essendo stato uno degli “sponsor”, che 6 mesi prima delle elezioni, covid permettendo, terrò un’assemblea pubblica e mi rivolgerò ai “Liberi e Forti” del paese e lì illustrerò il mio pensiero sul futuro di Marciana Marina. Ho trovato anche dei CD sulle feste negli anni ’80, credo farò delle proiezioni pubbliche per ricordare lo splendore del paese in quegli anni…Purtroppo trovo molto difficile il confronto… Mi sembra manchi una visione sul nostro futuro, cure mediche ospedaliere comprese, mancano all’Elba anche i medici di base. Cordialmente Pasquale Berti Ripropongo l’ottimo articolo dell’Architetto Piero Baracchi da cui prende forma il mio sfogo. IL PORTO MARINESE HA SOLO BISOGNO DI LIMITATI ADEGUAMENTI, E UN PO' DI CONCORDIA Scritto da Arch. Piero Baracchi Giovedì, 17 Settembre 2020 09:12 Ho partecipato attivamente al dibattito sul porto Ciumei qualche anno fa e desidero aggiungere alcune considerazioni al recente articolo di Di Pirro, che condivido nello spirito. Col passare di questi ultimi anni è diventato evidente che la realizzazione di porti turistici, particolarmente in Toscana, è stata un flop colossale. Il particolare sviluppo della nautica da diporto, le nuove tassazioni, i costi di gestione, l'andamento dei percorsi nautici, ecc hanno fatto sì che gli ultimi porti realizzati siano stati veri e propri fallimenti. Non c'è quindi che da rallegrarsi che il porto Ciumei non sia stato realizzato! E politicamente corretto sarebbe che l'ex Sindaco riconoscesse questa realtà e che la attuale Giunta, prendendo atto di quanto è avvenuto in altre localizzazioni, ponesse una pietra tombale sul discusso progetto Ciumei che sembra ancora pendere sulle nostre teste. E' del resto evidente che il notevole afflusso di natanti negli scorsi mesi estivi è solo il risultato della emergenza Covid ed in nessun modo modifica la vocazione del porto esistente di Marciana Marina. L'Isola d'Elba ha la necessità di una "marina" moderna, ma se i Comuni sul mare si confrontassero e finalmente agissero in accordo (sarebbe ora che l'Elba si unisse in un Comune unico!), apparirebbe evidente che la localizzazione che meglio si presta per configurazione naturale e per accessibilità è la rada di Portoferraio. E ciò eviterebbe spreco di energie e soldi, e la rovina di deliziosi siti elbani. Per contro è noto che il porto esistente di Marciana Marina ha bisogno di alcuni limitati adeguamenti non rinviabili e che si possono riassumere in: spostamento del distributore carburanti, protezioni dai venti di nordest, realizzazione di un campo boe per evitare l'ormeggio selvaggio. E' quindi da appoggiare l'auspicio di Paolo Di Pirro, che peraltro lanciai anche io qualche anno fa nel pieno delle polemiche: Giunta ed Opposizione del Comune di Marciana Marina dovrebbero concordare su come realizzare questi limitati adeguamenti! E dovrebbero oggi evitare la battaglia sull'incarico dello studio delle correnti. Io non sono esperto di quella materia ma posso solo testimoniare l'impressione che ricevetti nell'esaminare il progetto Ciumei, ossia che il suo studio sulle correnti fosse un copia/incolla di altri siti, poco importa che sia poi stato approvato, insieme alla gran massa di altri dati, in tutti i passaggi amministrativi che portarono alla sua approvazione. Uno studio vero sullo stato di fatto del porto di Marciana Marina sembra essere la giusta premessa per qualunque intervento, alfine di evitare possibili future erosioni e/o interramenti. Il mio personale auspicio è poi che tutti insieme, residenti e frequentatori amanti dell'Elba, Amministratori e cittadini, comprendessimo che l'Elba è una perla nel Mediterraneo la cui vocazione non è lo sfruttamento edilizio ma lo sviluppo di un turismo di qualità possibile solo con la salvaguardia assoluta del territorio e delle bellezze esistenti. Battiamoci dunque per uno sviluppo dell'Isola che potenzi questa vocazione. Arch. Piero Baracchi
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