[COLOR=darkblue][SIZE=2] O.C.E UNA NOVELLA DELLO STENTO CHE DURA DA TANTO TEMPO E NON FINISCE MAI [/SIZE] [/COLOR]
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_27/bicecci.JPG[/IMGSX] E’ il solito trito e ritrito vecchio argomento. Ovvero la Sanità elbana, dove per Sanità intendiamo il nostro Ospedale. Non so quante volte negli anni ne ho descritto le carenze. Dalla lettera aperta all’Assessore alla Sanità dott.sa Scaramuccia, agli elicotteri e il loro costo, al criticabile accordo firmato con l’assessore regionale Marroni e così via fino all’appello lanciato ai Sindaci, ai Partiti ed ai Sindacati. Tutto inutile, ovviamente. Penso che la Chirurgia sia stata la branca che più ha sofferto in questi decenni. Infatti, sin dalla scomparsa del Dott. Giagnoni negli anni 70, ma chi ricorda più queste cose? All’incarico al prof. Francesco Bianchi della clinica pisana del prof. Selli, che con il supporto dell’anestesista prof. Francescato operava, si pensi, con l’aiuto di un infermiere ferrista di nome Gerardo e, qualche volta, con giovani laureandi. Così fino al nostro preziosissimo dott. Umberto Pavia ed oltre, tanto per essere quasi in tempi reali, abbiamo visto di tutto: tagli di bilancio, diminuzione di letti, accorpamenti. Mai tale reparto ha goduto di una sia pur piccola attenzione dalla Regione. Ciò non ostante, varie, reiterate e, qualche volta gravi, segnalazioni. Sempre assente, sull’argomento, la Politica e gli Amministratori elbani. Da qualche tempo ripetutamente leggiamo sollecitazioni per estendere l’uso della camera iperbarica anche ad altre patologie. Non da meno, si richiede anche la realizzazione di qualche letto per terapia intensiva. Chi mai potrebbe obiettare sulla opportunità di tali richieste? Risparmieremmo qualche centinaio di viaggi in elicottero e tanti tanti disagi oltremodo costosi e con difficoltà logistiche. Non solo, con la terapia intensiva avrebbe impulso l’attività chirurgica qualificando così l’intero reparto di chirurgia, rendendo infine appetibile prestare la propria opera all’Elba; adesso, come sappiamo, non è così. Infatti conosciamo le perplessità di molti Medici e Paramedici a trasferirsi sull’Isola, particolarmente questi ultimi per i costi. Ringraziamo pertanto coloro che, superando anche difficoltà di carattere psicologico, attraversano il mare pur conoscendo ,sempre più spesso, il disagio del fermo navi. Tant’è. Ma, tutto considerato, dobbiamo anche ricorrere ad un minimo di onestà intellettuale. Insomma, è difficile non rendersi conto delle difficoltà del momento, vuoi per le nefaste lacune del passato, cui ho già accennato, vuoi per l’attuale crisi pandemica in atto, perciò, al di là della facile demagogia, prendiamo atto che stiamo parlando di provvedimenti molto impegnativi e non solo ai fini di bilancio, che potrebbero essere anche superati, penso. Il vero problema è purtroppo un altro: è la ormai accertata carenza di medici anestesisti-rianimatori (sembra che, in tutt’Italia ne manchino 17.000) e personale paramedico tutti con esperienze specifiche. Basti pensare che al momento gli anestesisti che operano nel nostro ospedale sono in gran parte pendolari. Con ciò non intendo davvero fare il difensore della nostra ASL , come dimostrano tutti i miei scritti in proposito, intendo però proporre un percorso mediano, anche perché il fine può essere raggiunto nel tempo e a tappe. Penserei invece, sempre che si trovino gli Operatori, la realizzazione di una terapia sub-intensiva post operatoria che consenta il trasferimento soltanto per pazienti con patologie più importanti e che richiedano di essere intubati con respirazione assistita. Se così fosse, sarebbe possibile anche l’estensione della camera iperbarica ad altre patologie . Non si dimentichi mai che L’Ospedale è e rappresenta una delle più importanti infrastrutture, se non la prima in assoluto di questo territorio, capace, forse più di altre di valorizzare questa Isola anche e soprattutto a fini turistici, tenuto conto ormai che tale è la vocazione dell’Elba. Non mi sembra poco. Chi avesse carte da spendere in proposito si muova, chissà che qualcosa non si possa ottenere.
Sergio Bicecci
30 marzo 2021.