DIRITTO DI REPLICA AD ASA
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_25/sapere.JPG[/IMGSX] Rispondo al Direttore del Parco, allegando la lettera di ASA in originale, spedita dopo il primo parere โcriticoโ espresso dal Parco. Con la speranza che venga pubblicata in formato facilmente leggibile. Chi avrร voglia di leggerla si renderร conto che le โrassicurazioniโ scritte da chi propone il dissalatore sono veramente futili e non riusciamo a capire come possano avere fatto cambiare idea al Parco.
Per facilitร di lettura, in grassetto sono riportati parti del parere a firma del Direttore e di seguito le osservazioni di ASA.
Il modo in cui il Parco considera lโambiente dentro e fuori il perimetro di propria competenza mette in evidenza le sue contraddizioni, dato che tratta in modo diverso lo stesso valore ambientale.
Un esempio: Cava EURIT a Porto Azzurro. Riguardo lโampliamento della cava, il Parco aveva espresso giustamente un parere tecnico negativo , pur non essendo la cava allโinterno del perimetro del Parco, nรฉ in zona limitrofa, affermando che โnon รจ possibile escludere con sufficiente certezza che il progetto considerato determini un'incidenza negativa significativa sugli obiettivi di conservazione dei siti ZPS Elba Orientale e SIR Zone umide del Golfo di Molaโ.
Il dissalatore, per lโappunto, si trova invece in una zona limitrofa. Parere del Parco: โquesto Ente ritiene che possa essere esclusa la presenza di effetti negativi significativi sullโambiente.โ
La cava si trova a circa 2 km in linea dโaria dalla zona umida di Mola. Il dissalatore 800 metri.
Esempio di ipocrisia politica o negazionismo ambientale?
Per nostra fortuna, le Aree Marine Protette sono normative ancora non approvate e spero ben lungi da arrivare, visto la considerazione che il nostro Parco ha per tutto ciรฒ che รจ si trova sotto la superficie del mare.
Italo Sapere
Comitato per la difesa di Lido e Golfo Stella
Si allega nota integrativa di ASA
Testo inviato da ASA
Oggetto: nota prot.n. 4278 del 30.06.2020 del PNAT. Chiarimenti.
In relazione al contributo di cui in oggetto trasmesso al competente settore regionale nell'ambito del procedimento di Verifica di Assoggettabilitร a VIA della variante delle opere a mare del progetto riguardante la realizzazione del dissalatore per l'Isola d'Elba, liberamente accessibile sul sito internet della Regione
,
Toscana (Richiedente: Regione Toscana, Pratica Parco n. 095/2020), considerato che nello stesso Si ravvisa la necessity di approfondimenti e pertanto di non potete escludere effetti negativi significativi per l'ambiente a seguito della variante proposta, riteniamo con la presente di poter fornire un contributo alla lettura della documentazione presentata che possa consentire di chiarire i rilievi fatti. Si riportano in corsivo gli estratti del parere PNAT ed a seguire i chiarimenti.
In particolare, questo Ente, con riferimento alla modifica delle caratteristiche della condotta di scarico del concentrato salino in termini di lunghezza, ritiene vi sia la necessity di approfondire con ulteriori studi la questione relativa alle correnti marine dell'Isola d'Elba durante tutto l'anno al fine di valutare se tale scarico sia sufficientemente lontano da garantire effetti non negativi sull'area ed, in particolare, sulle coste dell'isola (area del Monte Calamita - ZPS IT5160102 "Elba Orientale") o possa essere valutato un ulteriore allontanamento dello stesso. Con riferimento alla distanza della condotta di scarico dalla ZPS indicata, si ricorda come tali aree siano siti Natura 2000 designati a norma della direttiva Uccelli e le opere di variante sono tutte ubicate sotto la superficie marina come si deduce dalla documentazione a supporto dell'istanza di verifica. Dalle tavole 20_tav 1 B l_OP_M (Planimetria condotta a mare confronto approvato 2017/definitivo) e 25_tav 6 B2_OP_M (Profili longitudinali condotte a mare) 6 evidente come it nuovo tracciato delle condotte proposto con la variante si allontana dal perimetro della ZPS sia come distanza orizzontale che come profondita (-45m contro -25m).Si richiama infine come it Parco, in occasione del procedimento di Verifica di assoggettabilita a VIA del 2017 e con rigUardo alle stesse aree di tutela si esprimeva come segue (cfr. Decreto Regionale n. 4515 del 12/04/2017, pag. 18):
" si comunica che l'area oggetto di intervento non ricade all'interno del perimetro del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e, pertanto, l'intervento di cui all'oggetto non risulta soggetto al previsto e prescritto nulla osta dell'Ente Parco ai sensi dell'art. 14 - "Nulla osta e valutazione d'impatto ambientale" delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano del Parco Arcipelago Toscano approvato con Delibera di Consiglio Regionale della Toscana n. 87 del 23.12.2009 e pubblicato sul BURT n. 4 del 27.01.2010 e sulla Gazzetta Ufficiale n. 20 del 26.01.2010.Si comunica, infine, che, vista la documentazione progettuale ed ambientale, in considerazione del fatto che l'area oggetto di intervento non ricade ma risulta essere limitrofa ad una piii ampia zona individuata come Sito di Importanza Comunitaria - SIC e/o Zona di Protezione Speciale - ZPS, per quanto di competenza, questo Ente ritiene che possa essere esclusa la presenza di effetti negativi significativi sull'ambiente, tali da richiedere per la loro precisa individuazione e valutazione, e per l'individuazione delle eventuali misure di mitigazione ad essi relative, l'elaborazione di uno studio di impatto ambientale e lo svolgimento di una procedura di valutazione ...".
Per quanto riguarda le correnti marine nella stessa documentazione e presente la relazione generale Ol_A3_Rel_escl VIA, che riporta it confronto trail vecchio progetto ed it nuovo (p. 19, 20, 21) ed it rinvio ad una specifica relazione sulla diffusione della salinita 16_A15. In particolare nelle figure 1 e 2 a pagina 20 della relazione generale si rappresenta come "con l'allungamento della condotta, lo scarico raggiunge una zona priva di Posidonia oceanica e confluisce in un'area caratterizzata da un forte idro dinamismo legato alle correnti che lambiscono it Golfo Stella." Lo studio delle correnti a stato sviluppato nel documento 16_Al 5 Studio della diffusione della salinita a cui si rimanda per maggiori dettagli ed in cui sono riportate le modellazioni effettuate nelle varie ipotesi di esercizio.
Analoghe considerazioni sono da farsi relativamente allo schema di esercizio degli scarichi (concentrato salino e reflui di fognatura) e sull'utilizzo delle due condotte sottomarine. Si fa presente, infatti, che dagli elaborati allegati, gli impatti a mare vengono analizzati solo sulle praterie di posidonia e solo per quanto riguarda l'andamento della concentrazione salina del flusso di salamoia e non Oa per la sommatoria dei due scarichi.
Per quanto riguarda gli effetti in fase di esercizio si rimanda sempre alla relazione generale 0 l_A3_Rel_escl VIA allo specifico paragrafo 5.5.2 IMPATTI AMBIENTALI FASE ESERCIZIO E MANUTENZIONE a pag.
41 ed it paragrafo 6.2 MISURE PER LA FASE DI ESERCIZIO a pag. 51.
Inoltre, sempre it documento 16A15 riporta nel paragrafo 3. CONSIDERAZIONI SULLO SCARICO FOGNARIO a pag. 27, quanto segue:
"Con la nuova soluzione progettuale viene convogliato lo scarico dei liquami all'interno della tubazione di scarico della salamoia; tale soluzione ha un duplice effetto positivo:
1. Abbattimento della carica batterica che, percorrendo la condotta lunga 1650 m circa, viene in contatto con una soluzione salina ad elevata concentrazione (55 g/l circa ovvero 55000 ppm) e quindi viene abbattuta prima dell 'immissione in mare.
2. Il liquame viene diluito, notevolmente, rispetto al precedente scarico; infatti, considerando i seguenti dati di calcolo.;
- portata di liquame: 5-10 Us in tempo asciutto (con concentrazione di BOD ipotizzabile in circa 200 mg/1 considerando che trattasi di un liquame per lo pill di "tipo civile') fino a 50 Vs in tempo di pioggia;
- portata di scarico variabile da 120 a 170 1/s ovvero: portata della salamoia +portata del liquame;
Con tali valori si ottiene una concentrazione di BOD allo scarico stimabile tra 10 e 15 mg/l, entro i limiti del D.Lgs. 152/2006, senza considerare l'effetto di degradazione e diluizione nel moto in condotta e la diluizione in mare a valle dei diffusori."
Il fatto, inoltre, che tra le misure di mitigazione che dovrebbero costituire aspetti prescrittivi cke dovranno essere ulteriormente approfonditi ed applicati nelle successive fasi di progettazione dell'intervento, siano elencati interventi di piantumazione di Posidonia oceanica e che per questi ultimi si precisi che i risultati in termini di successo, in base ai dati disponibili su scala mondiale, restano alquanto contrastanti, desta qualche forte perplessita sull'opera e, per tale ragione, si chiede di approfondire ed ampliare gli studi sull'area a mare e le possibili ripercussioni sull'ambiente marino e sulle coste circostanti.
Nel parere PNAT e stato riportato un estratto (p. 43) della relazione 05_A3c, peraltro gia allegata alla verifica di assoggettabilita del 2017 e pertanto esaminata, in cui si parla in generale degli indirizzi per la piantumazione della Posidonia oceanica e si citano dati di letteratura. Si trascurano per() le altre relazioni di approfondimento e aggiornamento presenti nella documentazione che riportano it resoconto del progetto sperimentale operato a partire dal 2017 nel golfo di Lido di Capoliveri: 06 A3d, 09_Progetto Pilota_l e 10_Prog pilota_2.
Da queste relazioni si puo concludere the e stato possibile individuare un sistema tecnico di ripiantumazione in grado di resistere alle forti mareggiate e con percentuali di attecchimento a due anni del 55% che assicurano quindi la corretta ripresa delle fanerogame oggetto di studio.
Come non sottolineare it fatto che l'allungamento della condotta di scarico, oltrepassando it limite inferiore della prateria, si trova a diffondere e diluire la soluzione ipersalina in un'area totalmente priva della pianta protetta con evidenti vantaggi per l'ecosisterna complessivo.
Risulta sicuramente necessario tale approfondimento pill che nella fase di costruzione, limitata nel tempo, in quella di funzionamento dell'opera a pieno regime indipendentemente dal fatto che le "sostanze restituite in mare" si configurano o meno come inquinanti. Infatti nelr analisi degli effetti non sembra sufficiente escludere eventuali impala sull'ambiente solo in funzione della catalogazione delle sostanze come inquinanti o meno.
Per tali rilievi si rimanda ai seguenti documenti citati: 1_A3_Rel_escl VIA (relazione generale) e 16_Al 5 (Studio della diffusione della salinita).
Alla luce dei chiarimenti sopra riportati e ritenuto che la variante sia migliorativa rispetto alle criticita evidenziate nel parere in oggetto, Vi chiediamo di voler riconsiderare la posizione espressa nei contributi gia trasmessi.
Con l'occasione porgiamo distinti saluti.