[COLOR=darkblue][SIZE=3] MOBY-TIRRENIA, AL VIA LA BATTAGLIA NAVALE [/SIZE] [/COLOR]
Le Autoritร di controllo e l'Europa accendono i riflettori sulla proroga della Convenzione
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_27/tirrenia.JPG[/IMGSX] Il Match Race, la guerra in mare aperto, abbia inizio. Da una parte il patron di Mascalzone Latino, Vincenzo Onorato, dall'altra banche, scommettitori di borsa, fondi internazionali, autoritร di controllo, Commissione Europea e persino lo Stato Italiano. La battaglia navale, quella finale, entra nel vivo. A dettare i tempi รจ il Tribunale fallimentare di Milano, che in un decreto senza tregua, ha fissato tempi e modi per il concordato preventivo di Moby e Tirrenia, da sempre croce e trasporti da e per la Sardegna. Il fallimento รจ l'orizzonte, il salvataggio una chimera che si gioca sui tavoli di mezzo mondo.
La Lady di ferro
Una data รจ fissata, scolpita dalla lady di ferro del tribunale lombardo per i fallimenti in grande stile. Alida Paluchowski, Presidente della Corte, ha sentenziato: entro il 28 ottobre Onorato & C. devono presentare un piano di salvataggio, oppure si va dritti dritti nella camera infernale del fallimento. I campi di gara della regata da combattimento sono tutti nelle acque agitate del Tirreno, tra la Sardegna e il continente. La contesa รจ senza precedenti. In ballo c'รจ una montagna infinita di milioni di euro. Tutti con il segno meno davanti. Debiti, una montagna ciclopica che cresce giorno dopo giorno. Ci sono quelli delle banche, quelli degli azionisti dei bond, dei creditori ordinari e poi quelli dello Stato italiano.
Debiti per 643 milioni
L'ultimo dato รจ impressionante: 643,8 milioni di euro di debiti, soldi ottenuti in prestito e mai restituiti. A suonare la gran cassa ci sono le banche, quelle che hanno finanziato, senza troppe remore, la scalata di Vincenzo Onorato nell'acquisto della compagnia di Stato Tirrenia fattasi poi Compagnia Italiana di Navigazione, Cin per l'anagrafe societaria. Ai finanziatori bancari Onorato deve la bellezza di 160 milioni di euro, 295 milioni li attendono come estrema scialuppa gli obbligazionisti del bond da mille e una notte ottenuto nella Borsa di Lussemburgo nel 2016, soldi decisivi per scalare la compagnia di Stato. A piangere ci sono anche i fornitori delle due compagnie, vogliono indietro 39,3 milioni di euro. E come se non bastasse ci sono debiti anche verso le imprese controllate, per 140 milioni di euro. E i lavoratori, negli ultimi cedolini paga, si sono visti sparire persino il Tfr.