CHE SENSO HA, MORIRE?
In una societร italiana quasi tutta contadina fino al primo dopoguerra e perciรฒ abituata alla convivenza col fenomeno della morte, per oltre mille anni la predicazione - anche visiva - del clero cattolico si sovrapponeva al retaggio contadino sostituendo all'immanenza naturale quella cristologica.
La normalitร della morte restava, solo che alla Natura e ai suoi cicli si sostituiva la Provvidenza e i suoi disegni.
Nell'Italia contemporanea fortemente urbanizzata, laicizzata e terziarizzata, dipendente non piรน dai cicli naturali ma da quelli produttivi, anche la Provvidenza ha fatto la fine della Natura.
Essendo la morte stata allontanata dal nostro nuovo ciclo (quindi non รจ piรน compagna di tutti i nostri giorni e quando si ripresenta รจ sempre un evento percepito erroneamente come fuori della storia, soprattutto fuori della nostra esperienza), ha perso il suo fine ultimo, il suo senso.
In sintesi, l'odierno nostro smarrimento dinanzi la morte come fenomeno dipende dall'aver noi rifiutato (o nascosto o scordato, dipende) la morte come significato.
Sconfiggere perรฒ l'attonito smarrimento o il panico s[ol] ]si puรฒ...