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Marcello Meneghin da Mestre pubblicato il 12 Luglio 2020 alle 17:33
SERVIZIO IDROPOTABILE ISOLA D’ELBA Ho constatato un rifiorire intenso di discussioni riguardanti l’oggetto il chè mi fa molto piacere vista l’importanza che riveste per l’Elba il problema idropotabile. Sono stati trattati argomenti di dettaglio ai quali nei venti anni di mie pubblicazioni sui media elbani ho dato e ridato più volte risposta. Se si vuole rileggerli basterebbe su “Camminando” richiedere i messaggi a nome Marcello Meneghin ed apparirebbero tutti in fila. In questo caso non voglio ripetermi inutilmente. Ritengo sia più importante introdurre due argomenti che sono fondamentali ma che non sono nemmeno stati toccati negli articoli della attuale polemica scritta su blog. Secondo mè la loro esclusione,che ha avuto luogo in questi giorni, vanifica totalmente la gran parte affermazioni fatte. In primo luogo io affermo che, decidere delle vere rivoluzioni del sistema idropotabile elbano come è l’introduzione della desalinizzazione prima che la pubblica autorità abbia stilato ed approvato un serio e sufficientemente dettagliato progetto generale nel quale vengano prese le decisioni a livello regionale e non limitatamente alla sola isola dìElba considerata a sé stante è sicuramente, oltre ad un errore fondamentale, una procedura illegale in quanto la vigente legge impone che le grandi opere siano conformi questo progetto generale oppure avente un altro nome ma comunque ad un elaborato che a livello dell’intera regione Toscana prenda le decisivi di base, ripeto a livello dell’intera regione Toscana. Notare bene che non stò parlando di costruire di fatto opere ad estensione regionale io sto parlando di una progettazione ad estensione regionale. Faccio notare che progettare delle opere costa infinitamente meno che costruirle soprattutto quando sono completamente errate come lo è stato per il laghetto Condotto e come lo sarà per il desalinizzatore che non è conforme ad alcun piano regionale sufficientemente dettagliato. C’è un secondo elemento assolutamente fondamentale e di cui in questi giorni non si fa cenno ed è il problema di base, il fondamento, il vangelo degli acquedotti elbani ed è il seguente. Il rifornimento idropotabile dell’Elba ha la caratteristica di avere enormi escursioni di portata idrica sia nella produzione che è caratterizzata da grandi disponibilità invernali e scarse estive e sia nei consumi i quali , al contrario, presentano da grandi fabbisogni d’acqua estiva con 150000 presenze per tempi brevissimi ed invece bisogno di poca acqua per tutto il resto dell’anno con 30000 abitanti per tempi lunghissimi. Ora bisogna mettersi in testa che qualunque sia la soluzione definitiva, sia che si facciano dissalatori a iosa, sia che costruisca una nuova condotta sottomarina, sia che si trovino falde ricchissime d’acqua, ripeto qualunque sia la soluzione il rimedio a tale stato effettivo di cose è uno ed uno soltanto: la presenza di grandi capacità di accumulo in grado di livellare le portate riempiendosi quando c’è esubero di acqua per svoltarsi quando l’utenza consuma di più della portata prodotta. Tutto ciò si chiama compensazione delle portate. Ora è inutile arrabattarsi in tanti ragionamenti: ,l’opera da fare per prima è un grande serbatoio comunque costruito purché sia capace di un grande accumulo. Da notare che esistono oltre 50 serbatoi funzionanti ma questi non sono in grado di effettuare a dovere detta compensazione delle portate , essi non si riempiono e svuotano in funzione delle escursioni di cui ho detto, essi lavorano secondo i criteri di un acquedotto particolare come è quello elbano suddiviso in reti e sottoreti poste in serie una dopo l'altra. In questo caso la funzione principale della quasi totalità dei serbatoi esistenti per oltre 300000 mc utili è quella di riempire il serbatoio che segue idraulicamente, il quale a sua volta deve riempire quello ancora più a valle e così via . In conclusione oggi all’Elba le possibilità di compensare le portate è quasi nulla. La prova evidente è che mai, dico mai attraverso gli anni si è riusciti a far fronte ai consumi dell’ora di punta del giorno di massimo consumo. Vi si è invece provveduto con il rifornimento alternato zona per zona oppure ora per ora ma la punta oraria di consumo non si è mai riusciti di soddisfarla compiutamente. Finisco ripetendo: l’opera da fare per prima qualunque sia la soluzione definitiva non è quella di produrre basse portate continue 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno bensì è quella di vincere le grandi escursioni di potata che ho descritto. Tutte le altre considerazione si può sostenerle solo dopo aver costruito un grande serbatoio.
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