Autorità Idrica Elbana
Riflessioni sui risultati del bilancio idrico dell’isola d’elba 2018
Aprile 2019
Sig. Italo Sapere, sperando mi sia permesso interloquire con lei ed informare i Camminatori, questa volta mi astengo dall’espimere opinioni personali in risposta al suo post, mentre vorrei almeno rendere noti alcuni dati e considerazioni estratti dal documento di cui al link all’inizio da cui non è difficile farsi un’opinione di come stanno realmente le cose per quanto concerne in consumo dei 9 milioni di Mc di acqua disponibile nel sottosuolo elbano.
Estratto dal documento di cui al link:
I risultati del Bilancio Idrico 2018In estrema sintesi il Bilancio idrico rappresenta la seguente situazione estrapolata dai dati disponibili tra il 1956-2017: dell’eccedenza idrica Ws di 45 Mil mc/anno, che rappresenta il quantitativo di risorsa rinnovabile, solo il 20% (c.ca 9 Mil di mc/anno) rappresenta l’infiltrazione totale Iti. Di quest’ultima l’85% (7-8 Mil mc) alimenta il deflusso superficiale il resto (1-2 Mil mc) alimenta una circolazione più profonda in formazioni idrogeologiche permeabili come il Calcare Cavernoso.Il restante80%, pari a 36 Mil mc sono le risorse che ruscellano a mare immediatamente durante le precipitazioni (non si infiltrano).La stima dell’acqua sotterranea presente sull’isola che viene consumata ha la stessa entità dell’Iti, 9 Mil mc.Il dato interessante è che la quantità di acqua destinata al pubblico acquedotto (4 Mil mc) è pari alla stima del prelievo dai pozzi privati, facendo pensare ad un sistema parallelo a quello pubblico per l’approvvigionamento idrico per usi civili (privati e commerciali).L’equilibrio tra Iti e prelievo locale potrebbe erroneamente far pensare ad un’autosufficienza del sistema di approvvigionamento idrico. In realtà il ragionamento trascura l’acqua importata dalla Val di Cornia, pari a 5 Mil mc/anno che portano il fabbisogno annuo oggi soddisfatto per l’isola a 14 Mil mc.Altro elemento importante messo in evidenza dallo studio è la poca resilienza del sistema rispetto ai cambiamenti climatici: in relazione alla variabilità delle piogge l’Iti medio di 9 Mil mc può variare del 31%(c.ca 3 Mil mc) in eccesso, in situazioni piovose, o in difetto, in situazioni siccitose. Da notare che in situazioni siccitose la scarsa disponibilità di risorsa si manifesterebbe anche sulle falde della Val di Cornia, riverberandosi quindi in una probabile minore disponibilità di acqua da “importare” con la condotta sottomarina verso l’isola.Una soluzione potrebbe essere quella di intercettare parte dei 36 Mil mc dell’acqua che viene persa per ruscellamento.Il quantitativo minimo da intercettare per l’equilibrio tra risorsa sotterranea disponibile e consumo idrico viene stimato in c.ca 7 Mil mc.La domanda è quindi, è possibile intercettare 7-10 Mil mc/anno delle acque che piovono sull’isola per mettere in sicurezza il suo approvvigionamento idrico?
Loris