Caro Mauro,
questa situazione prima o poi finirà e per ripartire col piede giusto, sarà necessario prepararsi con delle proposte nuove, serie e costruttive con assolutà priorità per la sanità pubblica. Se non funziona questa, non può funzionare nient'altro come stiamo toccando con mano.
I piagnistei su cosa di oggi pensiamo di non poter ancora fare domani, dimostrano che tante, troppe persone, non entrano nell'ordine di idee che questa sarebbe la buona occasione per immaginare un approccio futuro diverso da quello che conosciamo e che ha provocato anche questo casino.
Assolutamente dovrà cessare la frenesia compulsiva dell’anti politica, e quindi anti pubblica, che ha provocato tagli superiori del 50% alla sanità in favore del privato, aprendo unl mercato della salute.
I risultati ora li vediamo, vediamo quale disastro è stato provocato anche nel cosidetto nord virtuoso al punto che se non ci curassero i medici della sanità pubblica rimasti e quelli che arrivano da paesi con ancora un po di senso di solidarietà, saremmo ancora più drammaticamente nella mer@a.
Impietosamente è stato messo a nudo lo squallore delle politiche e dei governi a 360 gradi incapaci, da più di un ventennio, di decidere e prendersi le responsabilità necessarie per operare scelte operative funzionali a contrastare le difficoltà sempre più gravi cresciute ed acumulatesi di giorno in giorno.
Delle tremende lezioni che ci vengono impartite tutti i giorni vissute con apprensione e paura crescenti, dubito molto seriamente che le nostre classi dirigenti siano in grado di capirne sia la portata che il significato visto che il populismo e la propaganda becera di tanta parte di questo paese, la fa ancora da padrone.
Aggiungo dei dati e una nota sulla nostra sanità, per meglio dire, come è stata ridotta:
Dai rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal ‘Conto annuale della Ragioneria dello Stato’ del 2017, a partire dal 1997 fino al 2015 il nostro paese ha operato un taglio del 51% sui servizi sanitari dimezzando i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, da 575 ogni 100mila abitanti ai 275 attuali cosicchè oggi siamo gli ultimi nella classifica europea, la prima è la Germania con 621 posti. Un altro risultato criminoso è anche quello che nel giro degli ultimi 10 anni, abbiamo fatto scomparire 70mila posti letto.
Inoltre, dal 2009 al 2017, al sistema sanitario pubblico sono state sottratte 46mila unità di personale dipendente fra cui più di 8000 medici e più di 13000 infermieri portando al vero e proprio sfascio grandissima parte delle strutture del centro-sud già da tempo drammaticamente compromesse.
Tutto questo, aggiunto ad una incapacità di gestione dell’emergenza sanitaria tra l’altro in deroga all’ applicazione dei piani d’emergenza cosi come previsto e raccomandato dalle normative nazionali ed internazionali, ha fatto in modo che appena scattata l’emergenza, oltre ai deplorevoli disservizi dei quali tutti siamo al corrente, siano stati cancellati da parte delle strutture sanitarie pubbliche una grandissima quantità di visite ed esami già prenotati anche con codice d’urgenza relative a patologie pregresse.
Chi economicamente ha potuto, si è rivolto alla sanità privata che sta traendo ulteriori e forti guadagni da questa situazione, rivelando così una realtà ampiamente calcolata nelle politiche di sfascio della sanità pubblica messe in atto negli ultimi venti anni.
Chi vive il dramma di non poter disporre di una cifra per farsi curare nelle strutture private a pagamento, si spera che possa e/o voglia capire perchè si ritrova ancora becco e mazziato e cosa dovrà e potrà fare una volta fuori da quest’incubo. Lo spero tanto, ma dubito molto perchè informarsi e capire è una fatica a cui la grande maggioranza degli italiani non è preparato ad affrontare, basteranno due battute di pancia, semplici, forti ed alla portata di tutti senza bisogno di sforzi e professionalità per convincersi di mandare a casa le varie ‘caste’ ed i ‘professori che sanno’, colpevoli di aver rovinato il paese. Immaginare che invece sia l’ignoranza e la corruzione ad aver provocatto tutto questo, è peccato mortale.
Il paradosso è che oggi, in tutto il paese e soprattutto nella virtuosa Lombardia post ‘Formigoni’, esiste la possibilità di curarsi con le migliori terapie disponibili al mondo, di essere operati da equipe con professionalità e parcelle di altissimo livello, mentre i servizi di prevenzione sono ridotti al minimo e comunque insufficienti, i pronto soccorso sono quasi tutti in condizioni critiche, i medici di base scarseggiano, gli ambulatori territoriali vengono ridotti di numero mese dopo mese.
Silvio