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MARCELLO MENEGHIN pubblicato il 1 Marzo 2020 alle 10:05
GLI ERRORI GRAVI DI GESTIONE DEGLI ACQUEDOTTI ELBANI di Marcello Meneghin Nel mio sito “TUTTOACQUEDOTTI – REALTÀ’ E FUTURO” ( https://tuttoacquedotti.it/futuro/ )( ho pubblicato spesso articoli riguardanti errori comuni a molti acquedotti ( vedansi ad esempio “ACQUEDOTTI ITALIANI : TRADIZIONI O ANOMALIE?” ( https://www.altratecnica.it/acquedotti/letteratura-tecnica-2/prima-parte-letteratura-tecnica/acquedotti-italiani-tradizioni-o-anomalie/ )oppure “ACQUEDOTTI – ESEMPI E POMPOSE AUTO CELEBRAZIONI ERRONEE”. (https://tuttoacquedotti.it/2015/11/19/acquedotti-esempi-e-pompose-auto-celebrazioni-erronee/ ) [IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_25/falda.JPG[/IMGSX] Con questo articolo vorrei ora approfondire ulteriormente il grave insieme di errori nella gestione di acquedotti importanti ed in dettaglio di quello dell'Isola d'Elba. Ciò che mi colpisce fortemente è l’apparire frequente sui media elbani di un’affermazione che suppongo corrispondente alla realtà dei fatti e che in sostanza asserisce come la gestione dell’acquedotto provveda in tutti i periodi invernali a chiudere tutti i pozzi esistenti nelle aree di pianura poste a basse quote sul mare . Quello che ritengo errato è la motivazione a seguito della quale viene operata tale chiusura e che è la seguente: i pozzi vengono chiusi affinché abbia luogo la ricarica delle falda. Per segnalare l’assurdità di tale affermazione ed al tempo stesso far presente i danni che questa pratica di gestione dell’acquedotto elbano, allego un profilo indicativo della locale situazione della falda artesiana . Quello che traspare dallo schema è la dimostrazione che anche la falda dell’Isola d’Elba, come del resto accade in tutte le falde artesiane, è alimentata da grandi depositi idrici posti nelle zone montagnose ed a quote sul mare elevate essendo formati da voluminosi ammassi di materiale ghiaioso permeabile che sono in grado di accumulare grandi volumi di acqua piovana per restituirla nel tempo allo scopo di alimentare sorgenti e pozzi che sono ubicati a quote altimetriche inferiori. Ora quando si asserisce, come apparso ripetutamente sui media locali, che i pozzi vengono chiusi durante il periodo invernale proprio per rimpinguare la falda significa supporre una operazione assolutamente assurda perché basata sulla necessità che l’acqua della falda, quando non è prelevata dalle pompe dei pozzi, risalga da sola verso l’alto fino ad accumularsi entro i citati ammassi ghiaiosi. Bisogna infatti rilevare come in tutta l’estensione della falda nell’area di pianura dove sono posti i pozzi la falda non possieda zone vuote nelle quali poter incamerare acqua, per il semplice motivo che si tratta di dì falda artesiana cioè sempre in pressione essendo, come detto, alimentata dal deposito degli ammassi ghiaiosi posti in alto e che figurano in colore celeste nello schema grafico allegato. E’ invece da precisare una regola di tenore esattamente opposto a quella descritta. Infatti quando un pozzo viene chiuso,con la falda ricca di acqua come accade d'inverno all’Isola, essa non si ferma nè va a rimpinguare i citati ammassi ghiaiosi nè altre cavità sotterranee ma invece continua a scorrere cambiando direzione poiché non è più diretta verso il pozzo ma invece verso la sua destinazione originaria e cioè verso il mare. E’ importante rilevare che questa è un’operazione dannosa in quanto provoca uno sconvolgimento con turbativa delle sabbie e dei limi che finiscono per intasare i filtri dei pozzi e peggiorare notevolmente la costituzione fisica della rete di capillari della falda.. La regola da rispettare per un buon esercizio dei pozzi è basata su concetti diametralmente opposti a quelli descritti e cioè sulla opportunità di far funzionare costantemente per tutte le ore del giorno e per tutti i giorni dell’anno i pozzi con una portata ed una depressione di falda il più omogenea e costante possibile e quindi evitando al massimo gli sconvolgimenti di cui si è detto. L’aspetto più grave è presentato dalla consuetudine invernale in atto all’Elba, non di chiudere qualche pozzo con cui i danni sarebbero irrisori ma di chiudere invece tutti i pozzi elbani provocando una vera e propria rivoluzione dello scorrimento dell’intera falda con i gravi danni di cui si è detto . Quello che risalta nel caso dell’acquedotto dell’Isola d’Elba e che corrisponde abbastanza a tutto quello che accade nella maggior parte dei casi è una faciloneria nella strategia di utilizzazione della falda giocando sul funzionamento delle pompe sommerse dei pozzi senza tener conto di alcuna regola. Una ulteriore prova è data da quello che succede nei pozzi elbani e in particolare sulla depressione che viene provocata dalle pompe durante il prelievo. Al riguardo nell’articolo LA CAPTAZIONE D’AQUA TRAMITE POZZI PROFONDI ( HTTPS://WWW.ALTRATECNICA.IT/ACQUEDOTTI/FONTI/LA-CAPTAZIONE-DACQUA-TRAMITE-POZZI-PROFONDI/ )sono spiegate le modalità da seguire per non turbare la situazione dei pozzi e della falda. Occorre infine rilevare come all’isola d'Elba si adottino sistematicamente le regole citate le quali , oltre agli inconvenienti descritti , provocano anche l'intrusione del nucleo salino nella falda ed anche nei terreni agricoli circostanti danneggiandoli gravemente Per avere altri importanti dettagli vedi “ERRORI GRAVI DI GESTIONE DEGLI ACQUEDOTTI” ( https://www.altratecnica.it/errori-gravi-di-gestione-degli-acquedotti/ )
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