[COLOR=darkred][SIZE=4] «Sono sopravvissuto al “fuoco amico”, adesso lo dicono anche le sentenze» [/SIZE] [/COLOR]
Lo sfogo dell’ex sindaco Ferrari dopo l’assoluzione per la “causa Perrone”: la vicenda creò una rottura insanabile nella sua giunta Di Luca Centini
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_25/mario.JPG[/IMGSX] Quella vicenda giudiziaria trascinata dall’epoca dell’ex Comunità montana, di cui lui era dirigente, gli costò un vero e proprio terremoto all’interno della maggioranza. Una rottura interna insanabile,
che condannò l’ex sindaco di Portoferraio Mario Ferrari, a una fine legislatura più che travagliata, segnata da polemiche infinite e contrasti. Tutto partì dalla “manina invisibile” che recapitò nella cassetta della posta dell’ex capogruppo Riccardo Nurra una vecchia lettera di messa in mora ai danni del primo cittadino (all’epoca della lettera non era ancora stato eletto). Il presunto debito, in solido con altre persone, era di circa 250mila euro ed era relativo alla causa dell’ingegner Arcangelo Perrone a cui Ferrari, in qualità di dirigente della Comunità montana, aveva prima affidato e poi revocato l’incarico per i lavori alle condotte sottomarine dell’isola. «Non ho mai reso pubblica la messa in mora, perché assolutamente insussistente», aveva replicato - a caldo - l’ex sindaco Ferrari.
Non bastò a placare gli animi di alcuni componenti della sua maggioranza. Ebbene, a distanza di quasi due anni, la sezione distaccata di Portoferraio del Tribunale di Livorno, con una sentenza depositata il 28 dicembre scorso, ha dato ragione al sindaco, respingendo la richiesta di risarcimento danni avanzata da Perrone nei confronti del Comune di Portoferraio, ente capofila per la vicenda dell’ex Comunità montana. «Il Tribunale– si legge nella sentenza– rigetta la domanda attore a di pagamento di indennizzo e di condanna del convenuto al risarcimento dei danni», con l’amministrazione comunale condannata a pagare esclusivamente una fattura arretrata pari a poco più di 18mila euro.
L’ex sindaco Mario Ferrari ha impiegato qualche giorno per metabolizzare la sentenza, poi ha deciso di uscire allo scoperto, mettendo in fila gli esiti di altri due procedimenti giudiziari che lo hanno riguardato nei suoi anni da sindaco. «Una serie di accuse da cui mi sono dovuto difendere», ha detto al Tirreno.
La prima sentenza (depositata l’11 novembre) a cui fa riferimento Ferrari è legata alla sua scelta di costituire
in giudizio il Comune di Portoferraio nella causa che vedeva quale imputato per truffa aggravata l’e x segretario generale Michele Pinzuti (poi assolto con formula piena dal Tribunale di Livorno).
La Procura regionale della Corte dei Conti chiedeva la condanna al pagamento da parte dell’ex sindaco di oltre 5 mila euro per ripianare un danno erariale. Ma i giudici contabili, approfondendo la questione, hanno ritenuto legittima la decisione assunta dal sindaco Ferrrari di costituzione di parte civile, respingendo al richiesta di risarcimento e condannando il Comune a rimborsare le spese legali all’ex sindaco. Ancora prima, il 15 ottobre, il giudice del tribunale di Livorno ha assolto con formula piena Mario Ferrari (perché il fatto non sussiste), accusato di non aver provveduto alla nomina di un responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi e di non aver elaborato il documento di valutazione dei rischi del Comune (Il Tribunale aveva emesso un decreto penale di condanna nei suoi confronti poi trasformatoin un giudizio con rito ordinario . «Sono soddisfatto, dopo mesi è stata fatta giustizia», ha commentato l’ex sindaco Ferrari.
«La nuova amministrazione comunale? Gli auguro di fare qualcosa di importante per la città, sono convinto che abbiano le condizioni per fare meglio di quanto ho fatto io – sostiene Ferrari – in primo luogo la giunta guidata da Angelo Zini ha di fronte un’opposizione meno presente e vivace diquella che sedeva in consiglio quando ero sindaco.
Ma, soprattutto, non deve guardarsi continuamentedal “fuoco amico” che ha continuamente ostacolatoil mio operato. Almeno, dopoun po’ di tempo, ho avutola soddisfazione di non soccombere a questo fuoco amico, come dimostrano le sentenze emesse dai tribunali.