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REDAZIONE COMMENTA pubblicato il 22 Gennaio 2020 alle 18:26
[COLOR=darkred][SIZE=4] IL PATRIMONIO STORICO-ARCHEOLOGICO, CENERENTOLA DELL'ELBA [/SIZE] [/COLOR] Visto che viviamo di turismo e che i beni culturali nell'ambito della richiesta turistica sono molto importanti, verrebbe fatto di pensare che gli amministratori isolani gli dedicano energie e un bel poโ€™ di quattrini. รˆ lโ€™esatto contrario: i beni culturali elbani, quelli archeologici in particolare, sono considerati quasi un impiccio e nella maggioranza dei casi si trovano in stato di abbandono e di degrado. Qualche anno fa, per preparare una comunicazione a un convegno, mi inerpicai sulle colline di Castiglione di S. Martino (Portoferraio) e di Monte Castello di Procchio (Marciana) per osservare lo stato di conservazione dei rispettivi villaggi etruschi. In entrambi i casi arrivato sulla cima, sudato e graffiato per aver dovuto superare macchia e cespugli, mi chiesi se valeva la pena scavare per poi lasciare in quello stato deprimente i muri e i resti archeologici, ormai preda di radici di alberi e sterpaglie. Se Portoferraio e Marciana piangono, gli altri paesi non ridono. Marina di Campo ha un vasto comprensorio storico-archeologico, quello del granito, di interesse internazionale, con un' impressionante quantitร  e qualitร  di manufatti, ma tutto rimane abbandonato a se stesso, facendo eccezione per quanto di apprezzabile riesce a fare il Circolo Le Macinelle. Marciana Marina ha una delle piรน belle torri costiere del Tirreno, ma non occorrono gli occhiali per vedere in quale stato di degrado รจ ridotta. I casi da raccontare in negativo sarebbero decine, si potrebbe continuare all'infinito, ahimรฉ, ma mi fermo qui. A Rio Marina il 30 dicembre scorso, forse come augurio per il 2020, hanno pensato bene di affidare a un archeologo, per un importo complessivo di euro 12.200, lโ€™incarico โ€œper interventi di predisposizione di documentazione per la valorizzazione del sito archeologico di Cavo consistenti nella individuazione dei ruderi della villa romana di Capo Castelloโ€. Benissimo! Tanto di cappello: quando unโ€™amministrazione riesce a stanziare qualche spicciolo in favore dei beni culturali, cโ€™รจ da suonare le campane e da accendere un cero. Ma viene fatto di domandarsi: nel territorio di Rio non cโ€™รจ proprio niente di piรน urgente da fare che cercare i ruderi di Capo Castello, che, grazie alle ricerche del non dimenticato prof. Giorgio Monaco, o di chi per lui, ormai si conoscono a sufficienza compreso il bel mosaico geometrico che per motivi di conservazione fu risotterrato? Tempo fa feci unโ€™escursione su Capo Castello chiedendo permessi per accedere ai proprietari e scattando fotografie. Il risultato, ancora una volta, fu di vedere in che stato sono ridotti i resti della villa romana. Pubblico qualche foto per dimostrarlo. Non sarebbe il caso che, prima di fare ricerche su altri ruderi il Comune procedesse, in accordo con i proprietari del terreno, per ripulire, risanare, conservare ciรฒ che si conosce giร  e che giace in stato di abbandono? E, sempre per rimanere nel territorio di Rio, che dire della fortezza del Giove che sta letteralmente cadendo a pezzi, sta per morire per sempre? Ricordiamoci che abbiamo il dovere di tramandare alle future generazioni i nostri beni culturali almeno come li abbiamo trovati. Forse la fortezza del Giove non ha la prioritร  rispetto a una pur lodevole (ma non urgente) โ€œricerca di ruderi a Capo Castelloโ€? F.P
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