Caro Renzo S. da Marina di Campo,
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Parafrasando Cicerone, ognuno รจ libero di dire ciรฒ che gli piace: non sono dโaccordo nemmeno su una parola di quanto lei scrive, ma la rispetto. Sottolineo il concetto di rispetto degli altri, a cui si riferisce il Codice etico del Ministero dei Beni Culturale e a cui dovrebbe essere improntato il comportamento di ogni persona, tanto piรน se riveste una funzione pubblica.
Mi piace riportare quello che scrissi su un argomento simile in tempi non sospetti:
โNon credo di dire unโeresia se affermo che, pur in mezzo a corposi difetti e a mille errori, gli Elbani amano la loro isola non meno di quanto Romani e Milanesi amano le loro cittร . Per di piรน, sorretti da una innata dose di equilibrio e di rispetto per gli altri, mai si sognerebbero, nemmeno per scherzo, neppure per provocazione, di invitare una qualsiasi comunitร a emigrare perchรฉ in malafede e indegna della propria terraโ.
Ribadisco che, a mio avviso, lโaccusa dellโAlderighi secondo la quale gli elbani mancano di senso civico e non sono attaccati nรฉ alla propria isola nรฉ ai suoi beni culturali, รจ inaccettabile.
Forse lei รจ troppo giovane per sapere quanto, dagli anni Sessanta in poi, si siano prodigati tanti elbani, da Rio Marina a Pomonte, per difendere i loro beni archeologici. Ne era ben consapevole il prof. Giorgio Monaco, funzionario che a ragione ho denominato archeologo gentiluomo, il quale fino a che รจ stato in servizio, non ha mai avuto bisogno di fare appelli. Tutta lโElba era con lui e lui la ripagava con rispetto e con affetto. Forse qualcuno/a dovrebbe seguirne lโesempio.
Michelangelo Zecchini