[COLOR=darkred][SIZE=4] LA COLATE IN CALATA, COME NASCONO I GRANDI ERRORI FATTI ALL’UNANIMITA’ [/SIZE] [/COLOR]
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_24/sforzi.JPG[/IMGSX] L’associazione “Responsabilita’ in Comune”, in un dei
suoi intervento accusa l’attuale Amministrazione di non essersi opposta al progetto di un ulteriore colata di cemento nella calata di Portoferraio. Progetto che , se realizzato, sarebbe un ulteriore scempio a ridosso delle mura medicee
Come abbiamo ripetuto più volte il problema della cementificazione della calata è un problema che il Movimento Elba 2000 ha affrontato fin dai primi anni 2000. Quello che segue fu pubblicato su “Elba oggi” e su “Lisola “ il 7 Nov. del 2003. Nell’articolo sono analizzati altri scempi fatti in precedenza a Portoferraio con l’accordo di tutte le forze politiche e senza che nessuna associazione culturale od altro intervenisse . Se a quell’epoca il movimento Elba 2000 non fosse stato lasciato solo a cercare di bloccare il progetto, lo scempio, non ci sarebbe stato. )
COLATA DI CEMENTO IN CALATA
L'articolo 23 del Piano strutturale di Portoferraio, sistema territoriale 3 della costa, al comma 4, per quanto riguarda il sistema portuale, prevede il consolidamento e la riqualificazione funzionale del ruolo del capoluogo quale principale accesso marittimo all'isola, sia per i passeggeri che per le merci.
Sarà quindi necessaria "una riorganizzazione e qualificazione formale e funzionale dell'interfaccia terra mare, tanto alla scala urbana (città) che territoriale (territorio – rada – darsena)”. Tra le altre cose, si prevede pure "il miglioramento dell'accessibilità all'area portuale e della costa anche con l'allargamento della Calata Italia”.
Al di là del gergo tecnico, ciò significa essenzialmente due cose: Portoferraio rimane l'unica porta d'ingresso per l'Elba e per fare questo è necessario trasformare Calata Italia in un grande piazzale per la sosta e le manovre degli autotreni in partenza.
Se Portoferraio debba continuare a sopportare tutto il movimento veicolare dell'isola, e per fare questo debba sacrificare addirittura le sue parti più belle, è una questione assai importante che dovrebbe essere dibattuta, anche in modo approfondito, considerato che invece Porto Azzurro non vuole più il traffico veicolare ecc.
Non è pensabile che si vada a dalle trasformazioni così importanti senza che ci si ponga almeno il problema. Cioè: stiamo sbagliando oppure no?
Se individuare errori nel presente e ammetterli è difficile, è più facile, forse, ammetterlo per le scelte fatte nel passato, perché ci aiutano gli effetti che hanno provocato. Questo esercizio, che sarebbe molto utile, non è però praticato, perché è doloroso confrontarsi con il passato, non attraverso la memoria, che è sempre indulgente, ma con i fatti che non hanno pietà.
Come furono commessi 3 clamorosi errori del passato
Limitiamoci a prendere in considerazione solo tre casi:
La vendita del Forte Stella
Le costruzioni del "Grattacielo" e dell'edificio "Residence" sul Porto
La destinazione a zona industriale del lungomare delle antiche saline.
Nessuno, adesso, avrebbe il coraggio di sostenere che non furono degli errori clamorosi.
Perché furono commessi? Non conosciamo le ragioni della vendita del Forte Stella: non è escluso che gli appartamenti apparissero agli amministratori dell'epoca, che avevano altri metri di giudizio, delle topaie umide esposte ai venti del Nord. Se aggiungiamo che, probabilmente, quell'amministrazione necessitava di risorse (un milione), si può capire come non ci si rese conto che si trattava di un luogo simbolo di enorme valore per la città.
Per quanto riguarda il "Grattacielo" e la cosiddetta “palazzata” a mare sul porto, erano stati scambiati per una apertura alla modernità e la relativa delibera venne approvata all'unanimità (un solo astenuto: il professor Giancarlo Castelvecchi), dopo che il modellino in legno era rimasto per mesi esposto al Bar Roma.Nessuno capì che si trattava di un errore gravissimo, che avrebbe sfregiato per sempre la città. La democrazia, evidentemente, non ci salva dagli errori.
Lo stesso vale per la destinazione a zona industriale del lungomare delle antiche saline con capannoni vista mare che andavano a precludere il naturale espandersi della città lungo il golfo e a spingere invece le costruzioni dietro le colline, nelle zone umide. Anche qui solo pochi capirono che si trattava di un gravissimo errore.
Sarebbe davvero interessante capire, anche sul piano puramente scientifico, da dove nasce il potere di attrazione delle “cantonate amministrative”, che riescono a creare l'unanimità annullando perfino i contrasti politici. Evidentemente, è più facile trovare l'unità politica sui grandi errori che sulle cose giuste e di buon senso.
Forse l'intera classe politica amministrativa soffriva di un ritardo culturale. Non sapevano, questi onesti e democratici amministratori, in che anno erano, che tipo di territorio stavano amministrando né quale sarebbe stato il suo futuro.
Ma adesso questo ritardo è stato colmato? Come facciamo a saperlo se, a distanza di vari decenni, stiamo commettendo gli stessi errori? Non ci sono formule affidabili, però esistono degli elementi che dovrebbero farci insospettire.
La colata a mare, che farà scomparire Calata Italia e la trasformerà in un piazzale per autotreni, ha elementi in comune con gli errori del passato.
E' un intervento importante ed irreversibile che modifica il territorio e trova l'approvazione di tutte le forze politiche, esattamente come i grandi errori del passato. E sopratutto nasce da un'idea errata, che viene dal passato, secondo la quale il mero sbarco dei passeggeri e degli automezzi rappresenta una ricchezza.
Questo era vero certamente in passato quando, con la Compagnia Portuali, un flusso importante di denaro entrava nell’economia della città. Ma non lo è più oggi, se è vero, come è vero, che un movimento portuale di soli passeggeri ed automezzi non produce
altro che gravi problemi di traffico e di inquinamento.
Elba 2000 - Movimento in difesa dei diritti elbani