[SIZE=4]ITALIANI BRAVA GENTE....[/SIZE]
Il suo nome fra i benemeriti della Repubblica
[SIZE=4]Tanzi dopo il crac è ancora cavaliere del lavoro a 6 anni dallo scandalo Parmalat Non è il solo: a Poggiolini fu data, e mai revocata, la medaglia d’oro per la sanità [/SIZE]
Calisto Tanzi (Olycom)
MILANO — Sono passati quasi sei anni dal crac Parmalat. Un «buco » da 15 miliardi, 40 mila risparmiatori truffati, i bond di Collecchio sinonimo di spazzatura. Insomma una storia che ha fatto il giro del mondo, insieme alla faccia del cavalier Calisto Tanzi. Lui ha ammesso molte responsabilità. Nove mesi fa è stato condannato in primo grado a Milano a dieci anni per aggiotaggio e ostacolo alle attività di vigilanza. A Parma ha patteggiato due anni per la bancarotta Eurolat. Il processo principale sulla bancarotta del gruppo è in corso.
Il cavalier Calisto è il simbolo di questo storico crac. Cavaliere? Sì, per lo Stato italiano Tanzi è tuttora degno del titolo di Cavaliere del Lavoro: l’onorificenza non gli è stata revocata né la pratica, a quanto pare, è stata avviata. E il suo nome, insieme a quello di migliaia di italiani benemeriti, compare negli elenchi tenuti «in continuo aggiornamento» dalla Presidenza della Repubblica. Un Cavaliere del Lavoro è un uomo, dice la legge 194 del 1986, che tra l’altro deve «aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale» e «non aver svolto né in Italia né all’estero attività economiche lesive dell’economia nazionale». Come Tanzi, evidentemente. Dunque mentre Bernard Madoff in otto mesi è passato dalle stelle alle celle, il nostro «campione» nazionale dopo sei anni è ancora Cavaliere del Lavoro. Non è tutto, Tanzi gode ancora di un’altra onorificenza ufficiale della Repubblica: la medaglia d’oro (ci sono anche argento e bronzo) ai benemeriti della cultura e dell’arte che «premia – è la motivazione formale – quanti hanno illustrato la Nazione», in questi campi. Ma che ha fatto? La qualifica è «mecenate ». Mecenate? Forse con i soldi degli altri, e mai restituiti.
