[SIZE=4][COLOR=darkblue]PERCHE’ NON PARTI’… E NON PARTE IL PROGETTO MENEGHIN [/COLOR] [/SIZE]
La crisi idrica di questi giorni riporta all'attenzione il progetto Meneghin. Il Movimento Elba 2000 ha sempre creduto in questo progetto. Insieme alla Faita organizzò, nel 2002 un convegno all'Airone dove il progetto fu presentato ad una platea di tecnici e politici suscitando un grande interesse. Grandissimo interesse, se non entusiasmo anche al Ministero delle Infrastrutture che invio, addirittura, un ingegnere a fare un sopralluogo sul Capanne
In quell’occasione gli inviati del ministero incontrarono i vertici della Comunità Montana e i rappresentanti delle categorie economiche. l'Incontro si tenne nell'ufficio della presidenza della Comunità Montana, presenti: presenti Febbo, Galletti Sirabella, Sparnocchia , rappresentanti dell’associazione Albergatori , della Confecommercio La coldiretti e Elba 2000. Mancavano la Cna e la Confesercenti che non vollero aderire.
Fu chiarito che Il progetto Meneguin era semplice e geniale e che, per la sua realizzazione, poteva esser scelto il percorso "Progect Financing". Naturalmente a monte stava la scelta politica: la Comunità Montana avrebbe dovuto impegnarsi all'approvazione di uno Studio di Fattibilità ed inserire il progetto nella programmazione triennale.
- I mesi passano, senza che la comunità Montana faccia nulla. Intanto da Roma arriva un bozza di piano di Fattibilità che una delle società interessata al progetto aveva già preparato, e che dimostrava un fatto clamoroso: il ricavato della vendita del granito avrebbe coperto, quasi interamente, i costi dell'opera. Eravamo, quindi, di fronte ad una opportunità incredibile, ma Febbo e compagni non si muovono. Ma non si muovono neanche i politici di opposizione che erano tenuti costantemente informati. Per ragioni diverse se ne fregavano tutti.
- A Roma non ci vogliono credere e chiedono un incontro. Un' auto inviata sul porto di Piombino e prende il rappresentante di Elba 2000 e l'assessore ai servizi idrici Pietro Galletti. Nell'incontro viene stabilito che per accelerare i tempi l'Ufficio Tecnico di Roma avrebbe fornito gli atti formali in modo che la Comunità Montana avrebbe dovuto solo approvarli. Si trattava di due delibere. La prima, d'indirizzo,che la Comunità Montana approvò subito; e la seconda che era il bando pubblico per lo Studio di Fattibilità e l'impegno di spesa, che non fu approvata, si disse, perché non vi erano soldi. E l'iter si bloccò. Nello stesso periodo, però, la Giunta di centrodestra impegnò una somma maggiore per organizzare la gita a Montecarlo. Il gota della classe politica elbana che si mischia ai Vip del Café de Paris, Poi arrivarono i carabinieri. Il disastro è noto a tutti.
I fatti gravi di questi giorni dovrebbe spingere i nostri politici a presentare il progetto Meneghin , che tengono nel cassetto, ai dirigenti dell'ATO. Almeno per 3 ragioni: a) lo sviluppo turistico previsto nei piani urbanistici della costa piombinese ci avverte che non possiamo contare a lungo su l' acqua del Val di Cornia.; b) la condotta sottomarina potrebbe saltare da un momento all'altro( vedi perizia ing Marchetti) ; b) l'acqua inviata nelle case e nelle strutture turistiche non è potabile. (Secondo la legge i clienti dovrebbero essere addirittura avvertiti con cartello). Insomma stiamo camminando sul bordo di un baratro. Ma pochi se ne rendono conto
Adesso una domanda: perché i politici locali, che conoscono il progetto, non si sono mai impegnati a fondo per realizzarlo, magari anche parzialmente, come dice Meneghin? La risposta più ovvia che chi dirige quest’isola, nella quasi totalità non è all’altezza del compito. Ma vi sono anche altre ragioni.
La Regione, la Provincia, le segreterie dei partiti continentali di ogni colore, vogliono ridurre i flussi turistici verso l’Isola e bloccarne un ulteriore sviluppo turistico. Per fare questo hanno inserito nei piani di programmazione urbanistica dei singoli comuni una norma secondo la quale lo sviluppo abitativo è legato alla risorsa idrica, concepita come una risorsa immodificabile: se l’acqua non è sufficiente, non è possibile programmare nuove volumetrie e ogni un ulteriore sviluppo turistico è bloccato. E questo piace sia ai detentori di interessi nello sviluppo turistico della costa ch e ai fannulloni del Parassitario Avanzato presenti in tutti gli schieramenti politici.
Grazie a questo impasto di disonestà e irresponsabilità, la carenza idrica è stata subdolamente trasformata da problema da risolvere a strumento di contenimento turistico finalizzato a favorire la concorrente Val di Cornia alla protezione ambientale.
Avevamo ragione quando scrivevamo
“Difficilmente, verranno presi in considerazioni progetti come quello del grande serbatoio sotto il Monte Capanne, perché oltre a darci molta acqua e di ottima qualità toglierebbero un importante sbarramento alle “orde” del turismo di massa che, nella visione del parassitario avanzato ( oggi li chiamano fannulloni) e dell’integralismo ambientalista, finirebbero col distruggere l’Elba.”
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