Vi distraggo dalle discussioni elbane e riporto qualche stralcio dell' editoriale del Manifesto di oggi sulla crisi economica. La crisi economica, nata dalla crisi finanziaria, e che e' secondo me ed altri una crisi "sistemica", cambiera' sicuramente molte cose della nostra organizzazione sociale ma e' impossibile dire ora in quale direzione perche' questo dipendera' da quale modo prevarra' di affrontare " l' emergenza". Comunque questi brevi stralci spiegano bene come, per il momento, si sono dati soldi alle banche e non alla spesa sociale e come la crisi sia per il momento tutt'altro che risolta...mentre Berlusconi nega addirittura la sua esistenza.
OTTIMISMO DA DUE SOLDI. di Galapagos
"....A dare un po' di speranza, e a smentire le bugie di Berlusconi sullo stato di salute dell' Italia che sarebbe in prima linea per la ripresa, ieri e' giunta la notizia che tra aprile e giugno il Pil di Germania e Francia e' cresciuto dello 0,3%. Di qui a dire che la recessione e' finita ce ne corre. Anche la BCE e' costretta a rivedere le previsioni sul lavoro:la disoccupazione crescera' piu' del previsto.....
....minori consumi e salari all' osso non sono un viatico per la ripresa. I governi e la banche centrali si sono mossi (al contrario del 29) con tempestivita' sul fronte della crisi finanziaria:sulle banche sono state gettate palate di miliardi di euro e dollari.Sul fronte sociale , invece, l' importo dei sostegni e' prossimo allo zero...
...L' impressione e' che i governi si muovano solo per favorire chi un po' di soldi in ogni caso li ha. La prova sono gli incentivi per la rottamazione di auto che vengono elargiti un po' un tutti i paesi per sostenere un industria - importante- che riproduce pero' un modello di consumo (il trasporto privato) che andrebbe ripensato.Il risultato e' che montagne di auto nuove vengono immatricolate, ma i consumi, in generale, seguitano a diminuire. E il dramma e' che ieri la Bce ha inviatato i paesi a preparare una exit strategy per rimettere a posto i conti pubblici appena passata la crisi. Questo significa che oggi stringiamo la cinghia per mancanza di lavoro e domani la stringeremo per i tagli alla spesa sociale. "
