Gentile Sig. Burchianti,
il suo post riguardante la mancata ammissione dei bambini all’asilo nido di Portoferraio della maggior parte dei richiedenti solleva un problema che persiste oramai da diversi anni. Non appena esce la graduatoria le solite “vocine di paese” iniziano a spettegolare sulla vita privata altrui….”quella non si è sposata per risultare ragazza madre….quelli si sono separati per fare meno reddito…quella ha fatto 4 figli così glieli prendono tutti….” e via dicendo. Che dire….i criteri coni quali vengono ammessi i bambini non li conosco alla lettera, ma credo prendano in considerazione diversi parametri tra cui sicuramente reddito e situazione lavorativa. Su questo secondo punto non è detto che se i genitori lavorano entrambi le possibilità aumentino…anzi….credo che la precedenza sia data , a parità di reddito, al nucleo familiare dove la donna non lavora, per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. Sottolineo “CREDO”, e obiettivamente lo ritengo anche giusto.
In merito ai controlli: le assicuro che li fanno…a me son capitati per due anni consecutivi dalla GdF , una volta per il nido e l’altra per i campi solari; pare siano estratti a campione.
Al di là della comprensibile difficoltà che la sua famiglia e molte altre andranno ad incontrare, vorrei porre l’attenzione su un altro dato, sempre inerente la questione. Possibile che a tutt’oggi non vi sia la possibilità di predisporre nuovi spazi da adibire a tali servizi? Quando portavo mio figlio al Castello Magico, si parla del 2004 (situato in via Guerrazzi, all’ultimo piano dello stabile che ospita la Cosimo de Medici, per capirsi) attraversavo un intero piano sostanzialmente vuoto. Portoferraio è piena zeppa (passatemi l’espressione) di troiai mezzi barati e pericolanti che potrebbero essere recuperati ed adibiti a tali usi, nonché di proprietà private (ricordo una fra le tante l’ex Cinema Pietri, ma penso anche al Nobel…), chiuse…una sorta di insulto se pensiamo che a circa 500 km da noi, e mi riferisco all’Abruzzo, ci sono migliaia di famiglie che per rivedere una casa dovranno attendere minimo 20 anni! Io ho avuto la fortuna (o la disgrazia…dipende da che punto di vista guardiamo la faccenda!) di aver potuto mandare entrambi i miei figli al nido, senza strategie particolari, ma non posso che essere solidale con coloro che non possono avvalersi di questo “privilegio”, sia per l’uguaglianza che esiste tra i bambini tutti, sia per il diritto-dovere-obbligo che hanno oggigiorno le donne di lavorare. Io credo/spero che l’attuale amministrazione abbia dei buoni propositi in merito e mi auguro che presto sia trovata una soluzione, per il bene di tutti.
Cordialmente
