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ROMANA DA SETTE GENERAZIONI da ROMANA DA SETTE GENERAZIONI pubblicato il 16 Ottobre 2008 alle 19:24:
Ho seguito, stupita ed amareggiata, le modalità con cui è stato eseguito lo sfratto da una casa comunale, nei confronti di una donna e bambini in chiara difficoltà.
Non entro nel merito delle motivazioni. Concordo con l’obbligo della legalità, la quale non viene applicata con stessa solerzia e dispiego di forze dell’ordine, quando l’occupazione abusiva riguarda immobile di proprietà privata.
In quel caso, il proprietario, oltre a non riscuotere alcunché, è obbligato a continuare a pagare in molti casi il mutuo, condominio, tasse e ingenti spese legali, onde ottenere la liberazione dell’immobile, che, anche con procedura d’urgenza, richiede anni.
Fatto ancora più assurdo, nelle graduatorie per l’assegnazione di case popolari, vengono inseriti soggetti, che risultano “comproprietari” di beni immobili i quali non avendo la piena titolarità del bene, hanno diritto di essere inseriti nelle graduatorie stesse, indipendentemente dal valore della quota di proprietà; sarebbe auspicabile che oltre alla dimostrazione reddituale, venisse accertata la situazione patrimoniale di tutti i componenti il nucleo familiare del richiedente al fine di non ridicolizzare il contributo obbligatorio che ogni lavoratore versa per la realizzazione di edilizia popolare. A parità di occupazione abusiva, l’occupante di immobile privato si trova indebitamente in raddoppiate condizioni privilegiate. Continuare ad applicare regole diverse, scindendo il concetto tra “pubblico” e “privato” continua a creare forti discriminazioni nei confronti del cittadino Italiano.
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