Dai rumours ai fatti il passo, a volte, è breve. Poche ore dopo le prime indiscrezioni e la nostra intervista all’architetto Mario Ferrari, la stampa locale parla di “voci” che potrebbero vedere in campo per le prossime elezioni amministrative della primavera 2024 a Portoferraio addirittura Tiziano Nocentini, il principe degli imprenditori elbani. Un candidato che non avrebbe bisogno di presentazioni al di là delle sue capacità imprenditoriali, impegnato spesso nel sociale e in iniziative di largo spessore per il territorio, dalla creazione della Fondazione Isola d’Elba alla partecipazione al progetto “Elba 2035” per la redazione di un manifesto per lo sviluppo sostenibile dell’isola d’Elba.
La notizia è talmente importante che non abbiamo potuto fare a meno di sentirlo, e non c’è neanche stato bisogno di fargli la prima domanda:
“E’ vero – ha esordito Tiziano Nocentini – mi piacerebbe avere la possibilità di amministrare la città di Portoferraio”.
Quali sono le motivazioni che la portano ad esporsi in questo modo?
“Tutti sanno che Portoferraio ha bisogno di un cambio di velocità, di idee vincenti per riaffermare il proprio ruolo di città leader dell’isola d’Elba, mentre oggi subisce soltanto il peso dei servizi a cui è tenuta come capoluogo e porta d’accesso all’isola, senza ricavarne alcun vantaggio. Ma per me la motivazione è soprattutto un’altra, e risale ai fatti di venti anni fa, alla vicenda di “Affari e Politica”, conclusasi con un’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’. Avere la fiducia dei miei concittadini potrebbe rappresentare un riscatto importante, una rivalsa su quella ingiustizia”.
Lei sa che d’ora in poi tutti parleranno di lei e che, come succede ad ogni imprenditore che scende in politica, si penserà ad una presunta incompatibilità di una carica pubblica con il suo ruolo di manager d’azienda…
“Il problema non si pone. Il mio percorso all’interno del Gruppo Nocentini, anche per raggiunti limiti di età, è terminato, o sta per terminare nel giro dei prossimi mesi. Ho avuto la fortuna di poter formare negli anni un gruppo dirigente affidabile e preparato, che è pronto fin da oggi a mandare avanti con successo le aziende di famiglia anche senza di me”.
Sta per confrontarsi con un mondo diverso dal suo, quello della politica. Quali sono secondo lei le condizioni per vincere le elezioni, o meglio, per avere il consenso dei cittadini?
La squadra, innanzitutto. Mi piacerebbe assemblare un gruppo vincente, affidabile, con idee chiare e capacità amministrativa, manageriale e imprenditoriale nello stesso tempo, perché è questo che serve per amministrare Portoferraio. Certo, ci sarà da affrontare la quotidianità del funzionamento della macchina amministrativa e del rapporto con gli altri Enti territoriali, ma abbiamo le persone giuste anche per questo. Vorrei mettere insieme una lista civica, senza particolari legami con i partiti. Se poi i partiti del centro destra ci appoggeranno, come spero, ne terremo conto ed accetteremo se servirà anche i loro consigli, specie se verranno da persone competenti e disinteressate. Quel che è certo è che non accetterò dai partiti pressioni di alcun genere.
Come dovrà cambiare secondo lei Portoferraio?
E’ presto per parlare di progetti, la campagna elettorale non è ancora iniziata. Certo, qualcosa in mente ce l’ho, ma la illustrerò a tempo debito. Quel che è certo è che, se avessi la fortuna di vincere, amministrerei Portoferraio come un buon padre di famiglia. E’ stata la mia caratteristica principale nei rapporti con le mie aziende e con i miei dipendenti, ed è stata una strategia vincente. Lo sarà anche con Portoferraio.
La notizia è talmente importante che non abbiamo potuto fare a meno di sentirlo, e non c’è neanche stato bisogno di fargli la prima domanda:
“E’ vero – ha esordito Tiziano Nocentini – mi piacerebbe avere la possibilità di amministrare la città di Portoferraio”.
Quali sono le motivazioni che la portano ad esporsi in questo modo?
“Tutti sanno che Portoferraio ha bisogno di un cambio di velocità, di idee vincenti per riaffermare il proprio ruolo di città leader dell’isola d’Elba, mentre oggi subisce soltanto il peso dei servizi a cui è tenuta come capoluogo e porta d’accesso all’isola, senza ricavarne alcun vantaggio. Ma per me la motivazione è soprattutto un’altra, e risale ai fatti di venti anni fa, alla vicenda di “Affari e Politica”, conclusasi con un’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’. Avere la fiducia dei miei concittadini potrebbe rappresentare un riscatto importante, una rivalsa su quella ingiustizia”.
Lei sa che d’ora in poi tutti parleranno di lei e che, come succede ad ogni imprenditore che scende in politica, si penserà ad una presunta incompatibilità di una carica pubblica con il suo ruolo di manager d’azienda…
“Il problema non si pone. Il mio percorso all’interno del Gruppo Nocentini, anche per raggiunti limiti di età, è terminato, o sta per terminare nel giro dei prossimi mesi. Ho avuto la fortuna di poter formare negli anni un gruppo dirigente affidabile e preparato, che è pronto fin da oggi a mandare avanti con successo le aziende di famiglia anche senza di me”.
Sta per confrontarsi con un mondo diverso dal suo, quello della politica. Quali sono secondo lei le condizioni per vincere le elezioni, o meglio, per avere il consenso dei cittadini?
La squadra, innanzitutto. Mi piacerebbe assemblare un gruppo vincente, affidabile, con idee chiare e capacità amministrativa, manageriale e imprenditoriale nello stesso tempo, perché è questo che serve per amministrare Portoferraio. Certo, ci sarà da affrontare la quotidianità del funzionamento della macchina amministrativa e del rapporto con gli altri Enti territoriali, ma abbiamo le persone giuste anche per questo. Vorrei mettere insieme una lista civica, senza particolari legami con i partiti. Se poi i partiti del centro destra ci appoggeranno, come spero, ne terremo conto ed accetteremo se servirà anche i loro consigli, specie se verranno da persone competenti e disinteressate. Quel che è certo è che non accetterò dai partiti pressioni di alcun genere.
Come dovrà cambiare secondo lei Portoferraio?
E’ presto per parlare di progetti, la campagna elettorale non è ancora iniziata. Certo, qualcosa in mente ce l’ho, ma la illustrerò a tempo debito. Quel che è certo è che, se avessi la fortuna di vincere, amministrerei Portoferraio come un buon padre di famiglia. E’ stata la mia caratteristica principale nei rapporti con le mie aziende e con i miei dipendenti, ed è stata una strategia vincente. Lo sarà anche con Portoferraio.