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RICCARDO NURRA pubblicato il 5 Luglio 2020 alle 04:18:
“BAROCCITE ?” No grazie:

Il sostantivo “BAROCCIO”, oltre che significare carro a due ruote, trainato da animali e dedicato al trasporto più di cose che di persone, da noi prende un'altra accezione: si dice di persona sciatta, trasandata, trascurata, insensibile alla vista di cose brutte. Quando ci si riferisce ad una persona alla quale attribuire queste caratteristiche non è raro appellarla dicendo “ Sei proprio un baroccio!”.
Il “BAROCCIUS” è un virus endemico contagioso molto diffuso nel nostro Comune e già ne avevo scritto nel 2009 e 2010.
Tale virus del quale il vaccino è sconosciuto, provoca la famosa “baroccite”che da noi è dilagata come una pandemia.
Dopo studi approfonditi è stato constatato che tale infezione si acquisisce in tenera età, molto probabilmente trasmessa dai genitori che, pur asintomatici, oramai la “baroccite”ce l'hanno dentro.
I sintomi sono simili per i numerosi infettati: per esempio, inconsapevolmente si ritiene che gli spazi pubblici siano di nessuno e non di tutti e che quindi rifiuti e materiale di scarto di casa si possano abbandonare in quella terra di nessuno.
Un altro sintomo del subdolo virus è la mancanza di reazione a qualsiasi tipo di degrado che si presenta nel territorio comunale ed ad un graduale peggioramento dello stato della città, siano alberi che cadono e non vengono sostituiti, sia il verde in abbandono o la spazzatura in giro o la mancanza cronica di cestini.
Solo qualcuno ha ancora la forza di denunciare tutte queste carenze, gli altri, oramai colpiti da “Baroccite cronica”, “bubbolano” si, ma fra di loro e attenti che qualcun altro possa sentirli.
La “Baroccite” è un gran male, proseguito negli anni nonostante il succedersi delle diverse amministrazioni (anche le mie), che ti fa abituare ai cartelli divelti, alle rotonde imbrattate, ai tendoni scoperchiati (vedi Ghiaie), al filo spinato lungo il viale delle Ghiaie, alle “mezzeseghe” che sgassano nei viali, alle buche oramai storiche nelle strade, alle strade senza nome da anni e a quelle con nomi inventati, a marciapiedi invasi e a palazzi cadenti con segnalazione di pericolo con semplice fettuccia oramai disfatta, ai monumenti ai quali è tolta ogni dignità, alle panchine divelte, ai beni comuni danneggiati senza che qualcuno reagisca e cerchi di arginare questa malattia dilagante.
Molti, i più, si sono arresi ma gli altri, quelli ancora sani vogliono che questa infezione prenda il completo sopravvento?

Riccardo Nurra
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